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    Operazione antindrangheta in Piemonte, 20 arresti dei CC tra Torino e Reggio Calabria

     

    Operazione antindrangheta in Piemonte, 20 arresti dei CC tra Torino e Reggio Calabria

    14 gen 16 Operazione contro la 'ndrangheta dei carabinieri di Torino. Venti gli arresti eseguiti, tra il capoluogo piemontese e Reggio Calabria. Sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata a estorsioni, usura, traffico di droga e gestione di bische clandestine. Eseguite 41 perquisizioni domiciliari e sequestrati beni. Nell'inchiesta, coordinata dalla procura di Torino, sono emersi pesanti atti intimidatori da parte degli arrestati per 'Ndrangheta. Ad una vittima di estorsione è stata recapitata, ad esempio, una testa mozzata di maiale con l'avviso che "la prossima sarebbe stata la sua".

    Trovate bombe a mano e cannabis. E' stato trovato in possesso di due bombe a mano, ancora inesplose, una delle persone indagate nell'ambito dell'operazione 'Big Bang' contro la presenza della 'Ndrangheta in Piemonte. L'uomo dovrà quindi rispondere anche di questo reato. Nel corso delle 41 perquisizioni effettuate nella notte dai carabinieri del Comando provinciale di Torino è stata scoperta anche una coltivazione di marijuana.

    L'arresto di Adolfo Crea

    Inchiesta parte da fratelli Crea. Ruota attorno alle attività criminali dei fratelli Adolfo e Aldo Cosimo Crea l'inchiesta dei carabinieri sfociata la notte scorsa nell'operazione 'Big Bang' contro la presenza della 'ndrangheta in Piemonte. Entrambi sono considerati esponenti della criminalità organizzata reggina nel capoluogo piemontese. Il loro grado è quello di 'padrino'. I due erano stati arrestati nel giugno del 2011 nel quadro dell'operazione 'Minotauro'. Aldo Cosimo è tornato libero nel febbraio del 2014, Adolfo nel giugno del 2015. Ma già nelle settimane precedenti, nel carcere di Voghera in cui erano rinchiusi, avevano cominciato a riorganizzarsi, riuscendo ad aggregare al sodalizio vecchi pregiudicati, parenti e giovani emergenti nell'ambiente criminale torinese.

    Intercettazioni: Noi padroni di Torino. Sono almeno una ventina le vittime degli 'ndranghetisti arrestati nella notte dai carabinieri tra il Piemonte e la Calabria. Imprenditori, commercianti, ambulanti, ma anche giocatori d'azzardo a cui veniva prestato denaro a tassi del 120% l'anno. Il giro d'affari del gruppo criminale smantellato dai militari dell'Arma, che hanno effettuato venti arresti e 41 perquisizioni, era di oltre 100mila euro al mese. Per intimidire le loro vittime, tra cui l'imprenditore torinese del settore packaging a cui è stata inviata una testa di maiale, i capi della cosca si presentavano come "i padroni di Torino". Il particolare è emerso dalle intercettazioni effettuate nel corso dell'inchiesta. Ad un'altro imprenditore, attivo nel settore dell'installazione di sanitari, gli arrestati avevano chiesto 300mila euro.

    Capi ostentavano ricchezza. "Una cosca violenta, ma anche anomala perché, contrariamente alle abitudini di questi criminali, ostentava la propria ricchezza". Il colonnello Arturo Guarino, comandante provinciale dei carabinieri di Torino, commenta così l'operazione 'Big Bang' contro la presenza della 'Ndrangheta in Piemonte. "Gli esponenti acquistavano auto di lusso e facevano vacanze in hotel a cinque stelle", rivela Guarino. Gli arrestati "hanno perseguitato le povere vittime - aggiunge - dicendo loro in faccia che avevano bisogno dei soldi per potersi pagare la villeggiatura". La maggior parte degli arrestati era già nota alle forze dell'ordine. Molti facevano parte, infatti, del gruppo 'Crimine', il braccio violento della 'ndrangheta la cui esistenza era stata documentata nell'operazione Minotauro del 2011.

    Nessuna denuncia. Nessuna delle vittime degli 'ndranghetisti individuate nel corso dell'inchiesta della procura di Torino chiamata 'Big Bang', sfociata la notte scorsa in venti arresti e 41 perquisizioni, ha denunciato volontariamente le intimidazioni. E' quanto comunicano gli ambienti giudiziari subalpini. L'indagine ha ricostruito casi di estorsione a imprenditori, vittime di usura, persone indebitate per avere frequentato case da gioco gestite dalle cosche. Le vittime sono una ventina. A una di loro è stata inviata una testa mozzata di maiale con un avvertimento: "La prossima sarà la tua".

    Vittime trovino forze per denunce. Le vittime delle estorsioni, dell'usura e degli "odiosi atti minatori" degli 'ndranghetisti "trovino la forza di denunciare". E' quanto auspica la Procura di Torino in un comunicato ufficiale diffuso in merito all'operazione della notte scorsa, che ha portato a venti arresti e 41 perquisizioni. L'invito è ad assumere "l'atteggiamento che rappresenta il solo modo di arrestare e vincere il diffondersi della cultura mafiosa anche in Piemonte".

    "Un grazie ai carabinieri che hanno portato a termine l'operazione Big Bang infliggendo così un duro colpo alla 'ndrangheta": così, su Twitter, il deputato del Pd, componente della Commissione antimafia, Ernesto Magorno interviene sull'operazione Big Bang.

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