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    Un libro su San Francesco di Sales e la Calabria

     

     

    Un libro su San Francesco di Sales e la Calabria

    02 gen 16 Precursore dell'informazione non solo cattolica, anche se non fu mai giornalista in senso classico ma, soprattutto, maestro di spiritualità e di pace. Nel volume "San Francesco di Sales, Patrono dei giornalisti", edito da la Rondine, Teobaldo e Luigi Mariano Guzzo, del Santo patrono della categoria, cui loro stessi appartengono, ci restituiscono il profilo di un uomo di fede, salda e tenace, ma anche di cronista ante litteram. Comunicatore, si direbbe oggi, "porta a porta", Francesco di Sales (1567-1622), non mise mai piede in una redazione, non fu direttore di alcuna testata o editoralista e, men che meno, indossò la casacca di inviato speciale. Eppure, nel corso della sua fervente azione pastorale scrisse testi, pubblicò saggi teologici, intervenne su molteplici vicende, esercitando, in qualche modo, il diritto di cronaca. Evangelizzatore nel vero senso della parola, Francesco di Sales, dopo studi di giurisprudenza a Parigi e Padova decide di intraprendere la strada del sacerdozio contro i desiderata del padre. É animato a un forte desiderio di predicare il Vangelo. Destinato nella regione di Chablais, dominata dal calvinismo, predilige nella sua azione di apostolato la strada del dialogo rispetto a quella della contrapposizione muscolare. Redige volantini che passano di mano in mano e diventano essi stessi giornali "in nuce", quando anche le gazzette, in quanto tali, erano ancora di là da venire. Nel 1599, all'età di 32 anni, viene nominato Vescovo di Ginevra. Dalle pagine del libro di Teobaldo e Luigi Mariano Guzzo, emergono, però, anche altri elementi che danno contezza del legame che il Patrono dei giornalisti e degli scrittori cattolici, proclamato nel 1923 da Papa Pio XI, ebbe con la Calabria. Tracce che rimandano agli anni della sua formazione nella città patavina, dove Francesco ebbe come guida spirituale il Padre Conventuale calabrese Filippo Gesualdi che, nel 1617, diverrà vescovo di Cariati-Cerenzia. Da vescovo, in seguito, il santo giornalista chiederà di essere iscritto tra i fratelli terziari di San Francesco di Paola. Un filo ulteriore, infine, conduce anche a Catanzaro e più precisamente negli archivi della Diocesi metropolitana dove è spuntata tempo fa una lettera autografa inedita del Patrono dei giornalisti, datata 15 maggio 1605. Nella stessa città dove, in una nicchia della chiesa di San Francesco di Paola, nel centro storico, è custodita una statua del Santo ginevrino a grandezza naturale. "Francesco - afferma l'arcivescovo di Catanzaro Squillace mons. Vincenzo Bertolone, indicandone l'esempio nella prefazione al volume - non amò mai la contrapposizione polemica, bensì privilegiò sistematicamente la via del dialogo". Dialogo su cui si sofferma anche il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri, autore della post fazione. "Il dialogo - dice Soluri - è la sua forza. Quella capacità di esprimere e dare amore agli altri, di convincerli attraverso il ragionamento e il confronto. Caratteristiche che dovrebbero essere patrimonio di ogni giornalista, ancor più se cattolico".

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