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    Banda che operava tra Catanzaro e Lamezia all'ombra dei Giampà scoperta da PS, 12 inquisiti

     

    Banda che operava tra Catanzaro e Lamezia all'ombra dei Giampà scoperta da PS, 12 inquisiti

    15 apr 16 Un'organizzazione criminale, la cui costituzione era stata "consacrata" dai vertici del clan di 'ndrangheta dei Giampà di Lamezia Terme, operava tra Lamezia e Catanzaro per il compimento di rapine portate a termine tra il 2004 ed il 2010 con l'uso di armi e notevole violenza e che hanno fruttato decine di migliaia di euro. E' quanto emerso da un'indagine - alla quale hanno collaborato alcuni pentiti - della squadra mobile di Catanzaro che ha notificato 12 avvisi di conclusione indagini emessi dalla Dda a carico di soggetti già noti alle forze dell'ordine. Il placet della cosca ai 2 gruppi che componevano l'organizzazione, non era gratuito. I capi clan, infatti, avevano propiziato il sorgere dei gruppi di rapinatori per rastrellare denaro che rimpinguasse le casse della 'ndrina. I rapinatori, secondo l'accusa, agivano con l'avallo del capo-cosca Giuseppe Giampà e dello zio Vincenzo Bonaddio, ai quali corrispondevano parte del ricavato che, in parte, veniva utilizzato per l'acquisto di droga e armi. I dodici sono accusati di rapina aggravata dalla finalità di agevolare e favorire l'attività criminale della cosca Giampà. Si tratta di Fernando Gamberale; di 32 anni; Giuseppe Chimirri (31); Giuseppe Saladino (31); Claudio Paola (30), già arrestato nell'operazione Medusa e successivamente condannato per associazione mafiosa; Emiliano Fozza (37), già arrestato nell'operazione Perseo e successivamente assolto; Antonio Donato (47), già arrestato nell'operazione Perseo e successivamente condannato per associazione mafiosa; Salvatore Cosimo (30); Nino Cerra (25), già arrestato nell'operazione Medusa e successivamente condannato per associazione mafiosa; Vincenzo Sacco (55); Antonio Ventura (32), inteso "Pupello", già arrestato nell'operazione Perseo e successivamente condannato per associazione mafiosa; Luciano Cimino (29), già arrestato per omicidio e successivamente condannato; Paolo Paone (29). Il provvedimento è fondato sulle indagini svolte dalla squadra mobile che hanno preso avvio dall'analisi delle dichiarazioni rese a più riprese da diversi collaboratori di giustizia, tra cui Giuseppe Giampà, Umberto Egidio Muraca, Angelo Torcasio, Francesco Vasile e Battista Cosentino. Le informazioni fornite dai collaboratori, in alcuni casi autoaccusatorie, sono state poi riscontrate da un'attenta rivalutazione delle indagini svolte nell'immediatezza dei fatti. Gli obiettivi delle rapine, secondo l'accusa, non erano scelti a caso. In particolare i banditi prendevano di mira supermercati, tabaccherie o agenzie di assicurazioni, contando sulla ragionevole presunzione di trovare denaro contante.

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