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    Dolce "Con soli 6 magistrati eccezionale lavoro della DDA di Catanzaro"

     

     

    Dolce "Con soli 6 magistrati eccezionale lavoro della DDA di Catanzaro"

    08 apr 16 "Non si può non prendere atto dello straordinario lavoro della Procura della Repubblica di Catanzaro, la cui Direzione distrettuale antimafia, benché composta da appena sei sostituti, forza assolutamente inadeguata per un territorio di quattro province, tutte ad altissima presenza di criminalità organizzata, cosa, questa, denunciata dal Procuratore nazionale in tutte le sedi istituzionali, pone, da tempo, in essere, un'azione di contrasto giudiziario fortemente incisiva". Lo ha detto il pm della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Salvatore Dolce, intervenendo a Soverato ad una manifestazione promossa da Libera sui temi della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. "Un'azione - ha aggiunto Dolce - concretizzatasi non solo in centinaia di arresti e conseguenti condanne, ma anche nel sequestro di patrimoni illeciti di notevolissima consistenza, con l'individuazione delle figure imprenditoriali di riferimento delle cosche che costituiscono il pericolo maggiore per il sistema economico lecito, operando, all'interno di esso, nella posizione di supremazia che gli deriva dalla disponibilità di profitti di origine criminosa, la cui aggressione deve, per tale motivo, rappresentare l'obiettivo prioritario dell'azione repressiva dello Stato". "Ho ritenuto, d'accordo con il Procuratore nazionale Franco Roberti - ha detto ancora Salvatore Dolce - di dovere, e sottolineo dovere, prendere parte a questa iniziativa, organizzata da 'Libera' e finalizzata, come leggo nell'invito fattomi pervenire dalla coordinatrice di Catanzaro dell'associazione, Donatella Monteverdi, 'a far sentire la forza dello Stato per dare coraggio alle vittime ed a tutti quei cittadini che non vogliono più piegarsi al ricatto ed alla violenza'. Cosa importantissima in una regione come la Calabria, dove la pervasività della 'ndrangheta ha raggiunto da tempo ogni tipo di appalto pubblico attraverso imprese di comodo imposte quali sub-appaltatrici o fornitrici di mezzi e servizi, ma, troppo spesso, anche grazie ai rapporti, da anni accertati dalle indagini della magistratura calabrese, con esponenti politici e con amministratori locali. Un caso emblematico, per la gravità dell'intreccio politico/mafioso e per la conseguenziale pesantezza delle pene irrogate dai giudici, è quello che ha riguardato il comune di Scalea, in relazione al quale la lunga e complessa attività, investigativa e processuale, della Dda di Catanzaro ha consentito di acclarare come la cosa pubblica fosse, attraverso sindaci ed assessori, gestita dal sodalizio operante su quel territorio. Fortemente preoccupante è anche lo scenario disvelato dalla recente indagine della stessa Dda di Catanzaro relativa al Comune di Rende, scenario caratterizzato anche qui, seppur, allo stato, solo in termini di gravità indiziaria, da un solidissimo intreccio tra esponenti politici anche di livello nazionale e le cosche cosentine. Ma, ripeto, è lunghissimo l'elenco dei procedimenti, anche della Procura di Reggio Calabria, in cui tali situazioni sono state accertate ed hanno portato allo scioglimento di tanti Comuni delle fasce ionica e tirrenica ed anche dello stesso capoluogo di provincia". "La Calabria - ha detto ancora il sostituto della Direzione nazionale antimafia - é una regione umiliata dalla 'ndrangheta, che ne diffonde nel mondo l'immagine di terra di criminali. Cosa che va rifiutata e combattuta da tutti noi calabresi, non solo a parole, ma con comportamenti quotidiani connotati dal rispetto delle regole e dalla denuncia di tutte le situazioni di malaffare in cui ci imbattiamo e di tutti i soprusi che vorrebbero farci subire. Si ha, però, bisogno di un segnale forte da parte dello Stato e si ha necessità di avere fiducia nelle Istituzioni e, in primo luogo, nella magistratura, la cui indipendenza, valore assoluto nella nostra Costituzione, va messa al servizio di tutti i tantissimi cittadini onesti".

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