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    Agguato a Reggio, ucciso un uomo, un pentito è grave

     

    Agguato a Reggio, ucciso un uomo, un pentito è grave

    04 apr 16 Domenico Polimeni, di 48 anni, con precedenti di polizia, é stato ucciso la scorsa notte in un agguato di 'ndrangheta a Calanna, un centro dell'hinterland di Reggio Calabria. Nella stessa circostanza é rimasto ferito in modo grave un pentito di 'ndrangheta, Giuseppe Greco, di 46 anni, che si trovava insieme a Polimeni nel momento dell'agguato. Sul delitto indaga la Squadra mobile di Reggio Calabria coordinata dalla Dda. L'agguato, secondo le prime notizie, é stato fatto mentre Polimeni e Greco erano affacciati ad un balcone. A sparare dalla strada é stata una persona armata di fucile, giunta su posto a bordo di un'automobile che si é poi allontanata. L'ipotesi che appare più verosimile é che l'obiettivo dell'agguato fosse Giuseppe Greco e che Polimeni sia stato coinvolto nell'episodio solo perché si trovava insieme al pentito. Giuseppe Greco é stato ricoverato negli "Ospedali riuniti" di Reggio Calabria. Le sue condizioni vengono giudicate gravi.

    Movente legato a fatti recenti. Sarebbe legato a fatti recenti, e non alla decisione di Giuseppe Greco di collaborare con la giustizia, decisione peraltro che risale ad alcuni anni fa, il movente dell'agguato in cui é stato ferito in modo grave lo stesso pentito di 'ndrangheta ed uccisa la persona che era in sua compagnia, Domenico Polimeni, con precedenti di polizia. É quanto é emerso dalle prime indagini condotte dalla Squadra mobile di Reggio Calabria su quanto é accaduto la scorsa notte a Calanna, nel Reggino. Al momento, inoltre, secondo fonti investigative, non é possibile stabilire chi fosse il vero obiettivo dell'agguato, anche se si é indotti ad ipotizzare, in considerazione del suo spessore criminale di gran lunga superiore rispetto a quello di Polimeni, che chi ha sparato fosse soprattutto intenzionato ad uccidere Giuseppe Greco. Dalle indagini é emerso, inoltre, che l'abitazione nella quale si trovavano Greco e Polimeni é di proprietà del primo e che la persona uccisa era ospite del collaboratore di giustizia. Si tratta adesso di capire perché il pentito ospitasse Polimeni in una casa di sua proprietà e quali fossero i rapporti tra i due soprattutto sul piano criminale. Secondo quanto si é appreso, intanto, Giuseppe Greco, ricoverato con prognosi riservata negli "Ospedali riuniti" di Reggio Calabria, pur essendo in condizioni gravi, non sarebbe in imminente pericolo di vita.

    Pentito era stato sentito da Pm. Ha fatto dichiarazioni davanti alla Dda che hanno consentito l'avvio di inchiesta importanti contro la 'ndrangheta Giuseppe Greco, il pentito ferito in modo grave nell'agguato avvenuto la scorsa notte a Calanna in cui é stato ucciso Domenico Polimeni, con precedenti di polizia. Greco, in particolare, era stato sentito nei mesi scorsi dal pm distrettuale Giuseppe Lombardo, descrivendo importanti scenari di 'ndrangheta e le strategie delle cosche. Il pentito, tra l'altro, é il figlio di Francesco "Ciccio" Greco, boss della 'ndrangheta e trafficante di cocaina, morto di recente a Reggio Calabria per cause naturali. La prima volta che si parlò di "Ciccio" Greco fu negli anni '50 con l'operazione "Marzano", dal nome del questore di Reggio Calabria dell'epoca. In quell'occasione la Polizia "violò" un summit di 'ndrangheta che, su imposizione del boss Mico Tripodo, anziché avere luogo a Polsi, in Aspromonte, fu convocato a "Ponte di Calanna", a poca distanza dal luogo in cui é stato compiuto l'agguato della scorsa notte. Giuseppe Greco, sulle orme del padre, sin da giovanissimo si é costruito un solido 'rispetto' negli equilibri criminali reggini. Poco più che ventenne, aveva tentato di imporre la 'mazzetta' ad alcun locali notturni della Costa azzurra, in Francia, e di assumere il controllo di una bisca 'clandestina' gestita da elementi della 'ndrangheta della Locride. Si presentò in quel locale affollatissimo, mitra in pugno, imponendo ai gestori di pagargli la protezione. Solo grazie alla mediazione del boss Paolo De Stefano, successivamente ucciso, amico del padre, l'episodio non provocò per lui conseguenze. Un altro episodio che consacrò 'Peppe' Greco fra gli emergenti della 'ndrangheta avvenne a Gallico, nella periferia nord di Reggio Calabria. In un supermercato, durante un 'ragionamento' per comporre una lite scaturita per motivi di donne, l'imprenditore edile Domenico Falcomatà sparò alcuni colpi di pistola contro Greco ed un gruppetto di giovani che si trovavano con lui. In quell'occasione fu ucciso Filippo Grillà, titolare del supermercato, e Greco riuscì a scamparla. Successivamente tutta una serie di controlli e di operazioni di polizia e carabinieri fecero emergere la responsabilità di Giuseppe Greco nel condizionamento mafioso sulle Amministrazioni comunali di Calanna, Laganadi e Sant'Alessio in Aspromonte. Quindi, qualche anno fa, la decisione di pentirsi e di parlare con il pm Lombardo. Condannato per mafia nel processo 'Meta', Greco decise poi di collaborare con la Dda di Reggio Calabria. Lunghe settimane di interrogatori davanti al pm Lombardo nel corso dei quali produsse verbali su verbali. In quel periodo Giuseppe Greco venne anche ricoverato in una casa di cura per malattie mentali, un problema che ha rischiato di pregiudicare la sua credibilità di collaboratore di giustizia.

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