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    Operazione antindrangheta nel torinese, traffico di droga, sequestrati beni, anche cavalli

     

    Operazione antindrangheta nel torinese, traffico di droga, sequestrati beni, anche cavalli

    21 ott 15 Una vasta operazione antidroga, nei confronti di persone ritenute affiliate alla 'ndrangheta, è stata portata a termine nel Torinese. Dalle prime ore della giornata, la polizia ha effettuato decine di perquisizioni nel capoluogo piemontese e a Nichelino, comune della prima cintura. L'operazione è stata denominata Hunters prevede l'esecuzione di 17 misure di custodia cautelare per traffico di droga nei confronti di altrettante persone ritenute affiliate alla 'Ndrangheta.

    Tra i beni sequestrati anche sei cavalli da corsa . I cavalli erano intestati alla moglie di uno degli arrestati. Tra questi c'è anche Orilio, figlio del noto Varenne, cavallo campione di trotto.

    Tredici gli arresti. Otto persone in carcere, cinque agli arresti domiciliari e quattro obblighi di firma. E' il bilancio conclusivo dell'operazione Hunters condotta stamattina dalla polizia a Torino per sgominare un traffico di droga gestito dalla 'ndrangheta. Secondo gli investigatori i trafficanti acquistavano gli stupefacenti da famiglie calabresi implicate con le cosche, a cui andavano i proventi finali del traffico. L'indagine è stata coordinata dai pm Paola Stupino ed Enrico Arnaldi di Balme.

    Con traffico droga mantenevano affiliati. Serviva a mantenere alcuni 'ndranghetisti, arrestati nei mesi scorsi con le operazioni 'Crimine' e 'Minotauro', il traffico di droga smantellato dalla Questura di Torino, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo (Sco). Sedici le persone arrestate, a cui sono contestati diversi episodi di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana. Le persone coinvolte nel traffico si rifornivano, secondo gli investigatori, dai principali trafficanti calabresi trapiantati nel Nord Italia e in Spagna. Tra gli indagati anche un noto esponente della 'Ndrangheta di Moncalieri, comune della prima cintura di Torino. Tra i vari capi d'imputazione c'è anche quello di usura ai danni di un tabaccaio di Nichelino, sempre nel Torinese. Gli era stata prestata una somma di denaro con un tasso di interesse superiore al 100% annuo.

    Con la droga finanziavano gli ndranghetisti. Si rifornivano di droga dagli esponenti delle 'ndrine calabresi e piemontesi e la immettevano sul mercato di Torino. E' un vasto traffico di droga quello scoperto dalla polizia, che all'alba di questa mattina ha arrestato 13 persone. Otto sono finite in carcere, altre cinque ai domiciliari, mentre per quattro è scattato l'obbligo di firma. La droga, secondo l'accusa, serviva a mantenere gli esponenti della 'ndrangheta finiti in carcere con le operazioni 'Crimine' e 'Minotauro'. Gli agenti della Questura di Torino, in collaborazione con lo Sco, hanno anche effettuato un maxi sequestro di beni, del valore complessivo di circa 4 milioni di euro. Sigilli sono stati posti a nove immobili, tra la provincia di Torino e quella di Catanzaro. Sequestrati anche due bar a Moncalieri, una ditta di autotrasporti a San Mauro Torinese, tre auto, due moto e 26 conti bancari. Beni acquistati, secondo gli investigatori coordinati dai pm Paola Stupino ed Enrico Arnaldi di Balme, per ripulire il denaro proveniente dal traffico di stupefacenti. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati anche un chilo e 200 grammi di hashish. L'ordine disposto dal gip prevedeva anche il sequestro di sei cavalli da corsa, anche questi acquistati, sempre secondo l'accusa, allo scopo di ripulire il denaro sporco. La polizia, però, non è riuscita a trovarli. Tra loro anche Orilio, uno dei numerosi figli di Varenne, il trottatore italiano più vincente di sempre. Per l'inseminazione della loro cavalla, secondo quanto emerso, una famiglia coinvolta nell'indagine aveva speso 15mila euro. Il traffico di droga era gestito, secondo gli investigatori, da due fratelli di 44 e 48 anni, residenti rispettivamente a Moncalieri e a Nichelino, il secondo dei quali in uno stabile pubblico gestito dall'Atc, l'agenzia territoriale della casa che ha collaborato con l'indagine. "Invitiamo i cittadini a segnalarci i reati - dice il presidente dell'ente, Marcello Mazzù - anche in forma anonima". I due fratelli si rifornivano da esponenti della 'ndrangheta che si sono stabiliti in Spagna o anche dalle cosche piemontesi. Uno di loro è ritenuto anche responsabile di un episodio di usura ai danni di un barista residente nella cittadina, con un tasso di interesse del 100% annuo.

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