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    A Rosarno il ricordo di Falcone dalla Calabria

     

    A Rosarno il ricordo di Falcone dalla Calabria

    23 mag 15 Un albero nel giardino della scuola in ricordo del giudice Giovanni Falcone, della moglie e degli uomini della sua scorta nel 23/mo anniversario della strage di Capaci. A piantarlo sono stati gli studenti del liceo Piria di Rosarno, la città calabrese scelta nella rete delle piazze collegate con Palermo per ricordare la strage per "Palermo chiama Italia" organizzata dalla Fondazione Falcone e dal Miur. Nell'istituto sono confluiti ragazzi provenienti da Cosenza, Crotone, Vibo Valentia, Catanzaro e dalla Basilicata gremendo fino all'inverosimile il piazzale della scuola. Il prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino ha ricordato agli studenti l'importanza della giornata. Quindi si è svolta la premiazione del concorso speciale lanciato in occasione della ricorrenza della strage di Capaci con riconoscimenti consegnati ai ragazzi delle scuole che hanno partecipato. Adriana Musella, presidente dell'associazione Riferimenti, ha ricordato tutte le vittime di mafia uccise nel mese di maggio: da suo padre Gennaro Musella a Giovanni Falcone e alla sua scorta. "Vittime - ha detto Musella - di un periodo particolare della storia d'Italia e che dovrebbero essere ricordate istituzionalizzando una giornata ad hoc". Alla cerimonia hanno partecipato la vicepresidente di Riferimenti e dirigente scolastica del liceo Piria di Rosarno Maria Rosaria Russo; il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, sindaci, il referente di Libera per la piana di Gioia Tauro don Pino Demasi, rappresentanti del mondo dell'associazionismo antimafia e dell'associazionismo culturale.

    Da Milano a Corleone, in sette città italiane oggi si è celebrato il 'Nomafiaday', che nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci ha visto come protagonisti principali gli studenti. Non più a bordo di una nave, come negli anni scorsi, ma in piazza, per "Palermo chiama Italia", manifestazione organizzata dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell'Istruzione.
    PALERMO - 'Cuore' delle celebrazioni è stata, come negli anni passati, la città di Palermo, dove il 23 maggio 1992 si consumò l'eccidio del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca e degli agenti di scorta. Migliaia di studenti hanno animato piazza Politeama e piazza Verdi e due cortei si sono ricongiunti ai piedi dell'albero Falcone. I ragazzi hanno lanciato centinaia di palloncini tricolore. Nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone in mattinata si è svolta la commemorazione istituzionale con il capo dello Stato Sergio Mattarella, il presidente del Senato Pietro Grasso, i ministri della Giustizia Andrea Orlando e dell'Istruzione Stefania Giannini.
    MILANO - Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha commemorato l'anniversario in una cerimonia ai Giardini Falcone e Borsellino. Dal teatro Parenti di Milano sono intervenuti Nando dalla Chiesa (figlio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso il 3 settembre 1982) e Franco La Torre (figlio di Pio La Torre, ucciso il 30 aprile 1982). Ma anche Expo ha celebrato il Nomafiaday, al cluster del Biomediterraneo dal Gal Metropoli Est, che raggruppa 14 Comuni siciliani: la piazza del cluster si è collegata con l'aula bunker di Palermo e il discorso di Mattarella è stato applaudito da centinaia di studenti di istituti superiori siciliani e lombardi, che per l'occasione hanno indossato t-shirt con l'immagine di Falcone e Borsellino.
    FIRENZE - Nel capoluogo fiorentino, dove nel 1993 avvenne la strage di via dei Georgofili, la testimonianza dallo stadio Ridolfi di Betta Caponnetto, vedova del giudice famoso per essere stato il padre del pool antimafia di Palermo. Agli oltre duemila studenti nello stadio ha parlato anche l'ex campione della Fiorentina e della Nazionale Giancarlo Antognoni.
    NAPOLI - A piazza del Municipio, che dal 1997 ospita un albero dedicato al giudice Falcone, è stata scoperta una lapide con i nomi delle vittime delle stragi di Capaci e di via D'Amelio. E proprio oggi la grande piazza napoletana è stata riconsegnata alla cittadinanza dopo un lavoro di riqualificazione, presente il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Tante le scolaresche presenti.
    GATTATICO - Centinaia di persone, soprattutto studenti, a Casa Cervi, a Gattatico (Reggio Emilia), uno dei luoghi simbolo della Resistenza. Presente anche Margherita Asta, che ha perso la madre e i due fratelli nella strage di Pizzolungo (Trapani), nel fallito attentato al magistrato Carlo Palermo nel 1985.
    ROSARNO - Gli studenti del liceo "Piria" della cittadina calabrese simbolo di migrazioni e riscatto hanno piantato un albero nel giardino della scuola in ricordo di Falcone. Nell'istituto sono confluiti ragazzi provenienti da varie città calabresi e lucane. Adriana Musella, figlia di Gennaro Musella, ucciso dalla 'ndrangheta il 3 maggio 1982, ha ricordato tutte le vittime di mafia uccise nel mese di maggio.
    CORLEONE - Nella città siciliana diventata, da storica capitale della mafia, luogo di rinascita civile, centinaia di bambini di 12 scuole del palermitano si sono radunati nella piazza dedicata a Falcone e Borsellino. Ma diversi altri Comuni siciliani hanno organizzato iniziative, dibattiti e cortei in memoria della strage del 23 maggio 1992: a Capaci, ad esempio, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha deposto una corona di fiori sul luogo della strage.

    Gesto simbolico ad Expo in omaggio a Giovanni Falcone e Piero Borsellino: alle 17:58, su iniziativa della Regione Sicilia, è stato osservato un minuto di silenzio sotto l'Albero della Vita. In quel momento anche a Palermo si osservava un minuto di silenzio sotto l'albero di Falcone, in via Notarbartolo. Presenti alla cerimonia di Milano, tra gli altri, l'assessore all'Agricoltura della Regione Sicilia, Nino Caleca, e l'ex procuratore di Torino e Palermo, Gian Carlo Caselli.

    #PalermoChiamaItalia chiama e oltre 40.000 studenti di tutto il Paese, e un centinaio di ragazzi provenienti da Europa e Stati Uniti, rispondono unendosi nel ricordo delle stragi di Capaci e Via D'Amelio. "Le piazze che si uniranno in un solo coro per la legalità sono un segnale importante - sottolinea il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini, presente in Aula Bunker a Palermo - sono la fotografia di un Paese che dice con chiarezza da che parte vuole stare e di una scuola che sa di avere un ruolo chiave nell'educazione alla legalità e lo esercita con passione e grande impegno. Un impegno di cui ringrazio profondamente i nostri insegnanti". "Palermo chiama Italia" è il titolo della manifestazione organizzata dalla Fondazione 'Giovanni e Francesca Falcone', in collaborazione con la Direzione Generale per lo Studente del Ministero dell'Istruzione, in occasione del XXIII anniversario della morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L'iniziativa quest'anno si estende a tutto il Paese. Non si svolgerà solo a Palermo, ma anche in diverse piazze italiane in cui cittadini e studenti saranno presenti per dare testimonianza del loro impegno per la legalità. Per poter soddisfare la richiesta di partecipazione che ogni anno arriva da centinaia di scuole, il Miur e la Fondazione Falcone, grazie alla collaborazione con la Rai, hanno infatti deciso di collegare il capoluogo siciliano con sei piazze di altrettante città (Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Rosarno, Corleone), unendo tutto il Paese nel ricordo di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, del giudice Francesca Morvillo, moglie di Falcone, e degli uomini delle loro scorte Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano. Alle piazze reali si uniranno quelle virtuali, attraverso i profili @MiurSocial e @23maggioitalia. Su Twitter è già partita una 'gara' di selfie di chi vuole dire no alla mafia aderendo alla manifestazione di domani attraverso l'hashtag #PalermoChiamaItalia. "In questo ventitreesimo anniversario delle stragi, che hanno segnato una pagina tristemente indelebile nel nostro Paese, è giunto a compimento l'obiettivo che ci eravamo posti da qualche tempo. L'obiettivo di fare "rete", di portare testimonianza di una cittadinanza attiva e unita contro il sopruso e l'illegalità in tutte le piazze d'Italia - sottolinea Maria Falcone, presidente della Fondazione 'Giovanni e Francesca Falcone' - Abbiamo cominciato con sei città, ma non ci fermeremo. Sono tali e tante le richieste da parte delle scuole italiane di partecipare ai nostri Protocolli di educazione alla legalità da farci ormai considerare il 23 maggio una giornata nazionale, un manifesto trasversale che unisce l'Italia nella lotta civile e culturale per la legalità. I tempi sono maturi. Palermo chiama Italia". A Palermo, l'evento principale si terrà presso l'Aula Bunker del carcere Ucciardone, quella del maxiprocesso alla mafia. Qui, dalle 9.30 alle 12.30, si terrà la cerimonia istituzionale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente del Senato Pietro Grasso, del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, del ministro della Giustizia Andrea Orlando, del sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone, del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, della presidente della Commissione Antimafia Rosi Bindi, del Presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini, del Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Maria Sabelli e di Maria Falcone. A Palermo ci saranno anche altre iniziative, spettacoli teatrali, letture, seminari, mostre, concerti e due cortei aperti a tutta la società civile. Oltre al capoluogo, diverse cittadine in provincia di Palermo, tra cui Partinico, Caccamo e Capaci, hanno organizzato iniziative parallele: cortei, dibattiti, spettacoli e attività che vedranno la partecipazione attiva degli studenti e dei cittadini. Contemporaneamente, in sei città d'Italia si terranno incontri e iniziative con le testimonianze di familiari di vittime della mafia e rappresentanti delle associazioni. Infine, il Miur, attraverso il suo canale @MiurSocial, ha chiamato a raccolta tutti gli studenti e i cittadini d'Italia affinché raccontino le iniziative in corso con gli hashtag #23maggio e #PalermoChiamaItalia. È stato anche attivato il profilo @23maggioitalia.

    "Prima ci furono le parole di Giovanni Falcone, parole che risuonarono nel mondo della Giustizia italiana come campane di bronzo di una cattedrale, armoniose e solenni. Poi ci fu l'amicizia con Paolo Borsellino, il suo compagno ideale di lavoro, attento, caparbio, abituato al sacrificio. Poi ci fu il maxi-processo a Cosa Nostra, un monumento allo Stato che si riprende un territorio usurpato, poi ci fu l'omicidio di mio padre, Antonino Scopelliti, il sostituto procuratore presso la Suprema Corte di Cassazione che doveva sostenere la pubblica accusa nel massimo grado di giudizio per quel maxi processo, poi ci fu l'esplosione di Capaci, e poi ancora quella di via d'Amelio. Ma, per fortuna, poi non venne il silenzio, dopo quelle esplosioni inumane, dopo tutto quel sangue innocente. Poi tornò la vita, lentamente. E la mafia ha fatto solo piangere, ma ha perso". Lo sostiene, in una dichiarazione, Rosanna Scopelliti, deputata del Nuovo centrodestra e presidente del Comitato beni confiscati del Commissione Antimafia. "La mafia ha perso - continua la parlamentare - perché né Palermo, né la Sicilia, né l'Italia sono rimaste in ginocchio, impaurite da quella esplosione. Palermo ha reagito, la Sicilia ha reagito, l'Italia intera ha reagito, soprattutto con la sua migliore gioventù. La mafia ha perso perché finita quell'esplosione non è rimasto il silenzio dei vili, ma è cominciato l'appello a voce alta di chi non ci stava a morire in ginocchio. La mafia ha perso perché ogni 23 maggio di ogni anno che Dio manderà sulla Terra in Italia ci sarà il rintocco di una campana che non smetterà mai di suonare, per ricordarci cosa eravamo, noi italiani, prima di quella esplosione, prima che il sangue di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, che si univa al sangue di mio padre, e poi a quello di Paolo Borsellino e dei suoi angeli della scorta, ed al sangue di tutte le vittime di mafia, ci riscattasse dal giogo mafioso". "La mafia ha perso - dice ancora Rosanna Scopelliti - ma non dimentichiamo che però noi non abbiamo ancora vinto completamente. La nostra vittoria sulla mafia sarà completa e definitiva solo quando avremo estirpato non tanto la mafia che c'è nel cuore dei Riina, dei Provenzano, e di tutti i mafiosi del mondo, ma la mafia che c'è dentro il cuore di ognuno di noi. Noi metteremo fine al triste capitolo della mafia solo quando non ci saranno più persone che vivranno pericolosamente border-line con la propria onestà, che utilizzeranno belle parole per coprire intenti meschini, che diventeranno personaggi pubblici per farsi i propri interessi privati, che non avranno scrupolo di fare business con il dolore e le tragedie, che non avranno pudore di chiedere cospicui contributi pubblici per fare finta antimafia. La mafia avrà perso solo quando tutti noi ne saremo guariti, non quando le avremo solo cambiato nome, luoghi e facce".

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