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    Ritardo in atti d'ufficio, condannato ex Presidente Porto Gioia Tauro

     

     

    Ritardo in atti d'ufficio, condannato ex Presidente Porto Gioia Tauro

    20 mag 15 Il Tribunale di Palmi (presidente Battaglia) ha condannato l'ex Presidente dell'Autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi, alla pena di sei mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e dei danni in favore della parte civile, da liquidarsi, quest'ultimi, in separata sede, al gruppo imprenditoriale Zen. A darne notizia è l'avvocato Giacomo Saccomanno, difensore del Gruppo Zen, che si era costituito parte civile nel processo. "Una decisione attesa da molti anni - afferma, in una nota, l'avvocato Saccomanno - che ha reso giustizia al Gruppo Zen di Gioia Tauro, che ha subito una serie di pesanti vessazioni da parte dello stesso Grimaldi e dell'Autorità portuale che hanno fortemente indebolito e leso l'attività imprenditoriale esistente presso il Porto di Gioia Tauro. La famiglia Zito, imprenditori che hanno sempre lavorato in Lombardia, aveva deciso, nel 2004, di ritornare in Calabria, terra di origine, per iniziare una importante attività nautica. E' così sorta la Zen che ha realizzato una serie di stabilimenti sulla banchina sud del Porto di Gioia Tauro per la costruzione di imbarcazioni di lusso e per il rimessaggio di queste. Il primo anno di produzione l'imbarcazione, di oltre 70 piedi, portata a Cannes ha vinto il primo premio ed in tale anno sono state vendute due di queste, di cui una in Russia ed altra presso gli Emirati Arabi. In tale occasione, vista la linea e l'efficienza tecnologica della stessa, vi sono state anche delle prenotazioni per altre tre imbarcazioni. Al tempo vi erano oltre 120 dipendenti che lavoravano, con ciclo completo, presso gli stabilimenti Zen". "È successo, però - sostiene ancora il legale - che l'Autorità portuale abbia negato la realizzazione della darsena per il ricovero di tali imbarcazioni e per il conseguente rimessaggio, determinando un contezioso che è durato molti anni. Il Consiglio di Stato ha poi riconosciuto il diritto alla realizzazione della darsena, ma, nel frattempo, il mercato aveva perso quell'interesse a causa della crisi economica. Nel luglio del 2007 veniva chiesta dalla Zen la concessione per l'uso di uno specchio d'acqua di circa seicento metri quadrati per poter ormeggiare e poi tirare con la gru sulla banchina le barche da rimessare. Tale concessione che doveva essere rilasciata in 30 giorni veniva, però, trascinata per oltre 915 giorni e consegnata, finalmente, il 4 febbraio del 2010, dopo ben due sentenze del Tar della Calabria che riconoscevano tale diritto. Il Tribunale, con la sentenza di condanna, ha chiuso una triste storia riconoscendo la responsabilità dell'ex presidente Grimaldi". "Grande la soddisfazione per Antonino Zito, amministratore del Gruppo Zen - conclude la nota - per avere ottenuto finalmente giustizia".

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