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    Cavallo di ritorno, 8 arresti dei CC a Cosenza

     

    Cavallo di ritorno, 8 arresti dei CC a Cosenza

    19 mag 15 I Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal GIP del Tribunale di Cosenza, su richiesta del P.M. della Procura della Repubblica di Cosenza - Dr. Antonio Bruno Tridico, nei confronti di otto soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione, ricettazione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria e favoreggiamento personale. Il provvedimento prevede la custodia cautelare in carcere di sei soggetti (tra cui due donne), gli arresti domiciliari per uno e l’obbligo di presentazione alla P.G. per l’ultimo. Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza, hanno permesso di interrompere la condotta criminale di sette degli otto soggetti destinatari di “misura cautelare”, “professionalmente” dediti ai c.d. “cavalli di ritorno”. Infatti, le persone tratte in arresto, dopo aver “acquisito” autoveicoli asportati nelle vie cittadine di Cosenza e Rende, contattavano sistematicamente per telefono le vittime del furto per estorcergli una somma di denaro, variabile in relazione al valore degli stessi, per la restituzione dell’automezzo.

    Gli arrestati: Ivan Trinni 41 anni di Cosenza, Hamid Zoubir 34 anni marocchino, Patrizia Berlingieri 30 anni di Cosenza, Leonardo Berlingieri 33 anni di Cosenza, Anna Manzo 32 anni di Cosenza, Franco Abruzzese 42 anni di Cosenza, Dorin Adrian Teglas 28 anni rumeno. Per loro l'accusa è di estorsione e ricettazione. Una ottava persona, vittima del cavallo di ritorno,è stata sottoposta all'obbligo di firma per reticenza, favoreggiamento, false dichiarazioni e intralcio a indagini.

    --- Video Gli arrestati

    --- Video La conferenza stampa

    A cena fuori era per dire andiamo a rubare. "Stasera andiamo a cena fuori". Era questa la frase in codice che dava il via al furto delle auto secondo quanto emerge dalle intercettazioni dell'operazione Dine out (A cena fuori), condotta dai Carabinieri del reparto operativo di Cosenza, in esecuzione di una ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Cosenza su richiesta del pm della Procura, Antonio Bruno Tridico. Il dato è emerso nel corso della conferenza stampa che si è svolta nella sede del Comando provinciale dei carabinieri. "Nessuno aiuto - ha detto il procuratore aggiunto Marisa Manzini - è venuto da parte delle vittime. E la mancanza di collaborazione impedisce di fare operazioni più importanti. Si è lavorato, quindi, solo su attività tecniche e tra gli indagati c'è anche una delle vittime che ha pagato per riavere la propria autovettura. A questa persona viene contestato il reato di favoreggiamento". Dalle attività tecniche svolte nell'indagine condotta dal Nucleo investigativo del Reparto operativo, in particolare, è venuta fuori l'esistenza di una doppia richiesta estorsiva. Infatti, la richiesta di denaro non riguardava solo la restituzione dell'auto rubata, ma, anche, l'eventuale presenza all'interno della vettura di oggetti di valore. Il centro individuato nel quartiere San Vito. Diversi gli appostamenti con telecamere alle cabine pubbliche di Cosenza da dove partivano le richeiste di riscatto per riavere l'auto.

    “E’ un vero e proprio scacco matto alle attività perpetuate in maniera illecita quello che le forze dell’ordine stanno compiendo sul nostro territorio”. Ad affermarlo è il sindaco Mario Occhiuto, che aggiunge: “Non è nemmeno trascorsa una settimana dall’importante operazione anti racket che ha sgominato un clan dedito a violente estorsioni contro gli imprenditori locali, che il Nucleo operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri ha eseguito oggi diversi arresti permettendo così di interrompere il cosiddetto fenomeno del cavallo di ritorno relativo al furto di autoveicoli. I cittadini – aggiunge Occhiuto – avvertono più che mai la presenza forte dello Stato a tutela della loro sicurezza. Sento pertanto di esprimere ancora una volta gratitudine, a nome di tutta la comunità, al colonnello Giuseppe Brancati, al colonnello Vincenzo Franzese e al capitano Michele Borrelli che hanno guidato i validi uomini dell’Arma in questa ennesima brillante operazione, insieme al procuratore aggiunto Marisa Manzini che ha coordinato le indagini. Credo – conclude il Sindaco – che si possa parlare, a ragione, di un’imponente azione di pulizia che restituisce motivazione alla sinergica azione di crescita che come istituzione comunale stiamo portando avanti”.

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