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    Cooperante cosentino in Nepal "Servono aiuti, quelli arrivati non sufficenti"

     

     

    Cooperante cosentino in Nepal "Servono aiuti, quelli arrivati non sufficenti"

    02 mag 15 "La risposta internazionale è stata positiva ma non è sufficiente. Il problema adesso è assistere i vivi. Ci sono interi distretti rasi al suolo. Nei prossimi 90 giorni ci sarà bisogno di un'assistenza forte per salvare i vivi. Serve cibo, acqua, medici, medicine e tende". Lo ha detto Marco Cavalcante, di Cosenza, che da anni lavora in Nepal come cooperante Onu al programma alimentare. La moglie e le due figlie, che vivevano con lui in Nepal, sono rientrate ieri in Italia con un C130 dell'aeronautica militare. "Dall'Onu - ha spiegato Cavalcante raggiunto telefonicamente - ha stanziato 450 milioni di dollari per i bisogni umanitari urgenti, ma è stimato che servono altri 115 milioni di dollari per poter raggiungere con il cibo 1,5 milioni di abitanti". Il lavoro del cooperante italiano inizia alle 6 e finisce alle 22.30. Con i suoi colleghi si occupa della distribuzione del cibo nei distretti che si trovano all'esterno della vallata di Katmandu dove l'assistenza è garantita dal Governo. "Il problema però - ha detto il cooperante - è che stiamo parlando di zone che già prima del sisma erano difficili da raggiungere. Zone che si trovano su montagne alte oltre 4000. Tra l'altro la stagione dei monsoni è arrivata in anticipo e piove tutti i giorni. Siamo stati costretti ad usare gli elicotteri perché non ci sono più strade per fare passare i camion. Ma così la quantità di cibo che riusciamo a trasportare è decisamente inferiore: 1-1,5 tonnellate contro 40". Nei distretti fuori dalla vallata di Katmandu la situazione "è estremamente difficile. C'è una zona ad una cinquantina di chilometri ad est di Katmandu - ha riferito Cavalcante - che pensavamo non avesse avuto molti problemi visto che l'epicentro è stato 70 chilometri ad ovest della capitale. Ed invece quando siamo arrivati l'abbiamo trovato praticamente raso al suolo. Solo in questa zona ci sono stati più di 2.000 morti e la popolazione rimasta ha un'estrema necessità di tutto". Sino ad ora il programma alimentare Onu ha raggiunto sei dei sette distretti in cui è diviso il Nepal. "Adesso - ha raccontato Cavalcante - stiamo cercando di allargare il nostro raggio. Oltre al cibo servono altre cose primarie come acqua, medicine, medici e tende. Qua la notte fa molto freddo e dobbiamo cercare di dare un riparo ai sopravvissuti".

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