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    Gioco online taroccato, 41 arresti di Gdf, CC e Ps. Sequestrati 2 mld di euro

     

    Gioco online taroccato, 41 arresti di Gdf, CC e Ps. Sequestrati 2 mld di euro

    22 lug 15 Duro colpo al gioco illecito on line controllato dalla 'ndrangheta: in corso di esecuzione 41 ordinanze di custodia cautelare e il sequestro di 56 imprese nazionali ed estere, 1.500 punti commerciali e 82 siti nazionali e internazionali, per un valore stimato pari a circa 2 miliardi di euro. Dalle prime luci dell'alba personale dei comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza, della Squadra mobile della Polizia di Stato e della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Reggio Calabria unitamente al Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) e al nucleo speciale Frodi tecnologiche di Roma della Gdf stanno effettuando su tutto il territorio nazionale un'imponente operazione, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria, volta all'esecuzione di 28 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 13 misure cautelari degli arresti domiciliari, cinque divieti di dimora, cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, nonché al sequestro di 11 società estere, 45 società operanti nel settore dei giochi e delle scommesse operanti sul territorio nazionale, di oltre 1.500 punti commerciali per la raccolta di giocate, di 82 siti nazionali e internazionali di 'gambling on line' e di innumerevoli immobili, il tutto per un valore stimato pari a circa 2 miliardi di euro. I particolari dell'operazione sono statiresi noti nell'ambito della conferenza stampa - presieduta dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e dal procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho tenutasi nella sala Versace del Cedir di Reggio Calabria.

    Sequestrati beni per 2 mld. Ammonta a due miliardi il valore dei beni sequestrati nell'ambito dell'operazione condotta da carabinieri, Guardia di finanza, polizia di Stato e Dia, con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, che ha portato all'esecuzione di 41 provvedimenti cautelari contro affiliati alla 'ndrangheta nel settore delle scommesse online.

    Arresti in carcere: GENNARO Mario; LAGROTTERIA Domenico; VARDE’ Mario; VENTURA Cesare Oscar; RIPEPI Francesco; CIAFFI Alessandro; CHIRICO PRATTICO’ Pasquale; RIPEPI Rocco; NETTUNO Vincenzo; MINNITI Terenzio; FICARA Rocco; FICARA Giovanni fatta eccezione per il capo D; PUNTORIERI Venerando; NOVELLA Antonio; COSTANTINO Cristian Fortunato; TRIPODI Paolo; ALVARO Antonino; GAGNI Luca Battista (iscritto all’AIRE dal 21.05.2014); GIUDETTI Margherita Simona; VIANELLO Andrea; GIULIANO Vincenzo, detto “Vins”; TAHER Davide; CIARFAGLIA Giovanni Battista; PANTISANO TRUSCIGLIO Antonio; ABRAMO Francesco Maria; CARNEVALE Piergiuseppe; REALMUTO Paolo;

    Ai domiciliari: TAVILLA Valentina Maria; MANTI Domenico; SCIUMBATA PAOLO; CARDAMONE Cesare; BRESCIA Luca; PARVENZA Serena; M.C, ; S.F.; CAPORALETTI Luca; MONTEROSSO Pietro; LONGO Alfredo; GENNATIEMPO Marcello; GIARDINO Francesco;

    Divieto di dimora per: A.L.; B.L.; P.M.; V.A.;

    Divieto di dimora in province di Reggio e Messina per L.F., in relazione ai reati allo stesso ascritti ai capi a e b1;

    Obbligo di firma per C.M.;

    Sei italiani arrestati a Malta. Sei cittadini italiani sono stati arrestati dalla polizia maltese su ordine di mandati di cattura (European Arrest Warrants) emessi dalla DDA di Reggio Calabria. Gli arresti sono scattati in relazione all'inchiesta denominata 'Gambling' che ha portato all'arresto di 41 persone tutte legate alla 'ndrangheta e al sequestro di due milioni di euro appartenenti a diverse società di scommesse, la maggioranza delle quali registrate e gestite a Malta. Il governo maltese ha confermato la revoca immediate delle licenze di operazione di tutte le società di gioco coinvolte nell' inchiesta 'Gambling' guidata dalla DDA di Reggio Calabria. 'Appena le autorita' nazionali hanno ricevuto l'intelligence sulle operazioni clandestine e di riciclaggio abbiamo subito provveduto alla revoca immediate delle licenze di operazioni delle societa' in questione', ha detto un portavoce del governo maltese. Sei cittadini italiani sono stati arrestati dalla Polizia maltese su richiesta della magistratura di Reggio Calabria, e saranno presentati davanti al Tribunale de La Valletta alle 17.00 di oggi per convalidare l'arresto.
    Estradizione in Italia. Non hanno contestato l'arresto, per via del mandato di cattura europeo, ed hanno accettato l'estradizione verso l'Italia, le cinque persone, tutte calabresi, arrestate a Malta, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, nell'ambito dell'operazione "Gambling". I cinque, Mario Gennaro, Margherita Giudetti, Francesco Ripepi, Alessandro Ciaffi e Rocco Rippingala, secondo l'accusa, sarebbero gli agganci ed i gestori di una rete di società di gioco online registrate a Malta e riconducibili alla 'ndrangheta. Gli arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Corradino, dove resteranno sotto custodia cautelare per dieci giorni per essere poi estradati in Italia.

    In provincia di Reggio 800 mln di scommesse. Nella provincia di Reggio Calabria, nel 2012, sono stati bruciati 800 milioni di euro per scommesse di varia natura. Una somma che rappresenta il 10% del valore del Pil complessivo della provincia ed evidentemente sproporzionata rispetto alla ricchezza prodotta. Ad evidenziare il dato, che emerge da uno stima dell'Istituto Tagliacarne, è stato il capo centro della Dia di Reggio Calabria, Gaetano Scillia, nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i risultati dell'operazione "Gambling" che ha portato a 41 arresti ed al sequestro di beni per due miliardi per le infiltrazioni della 'ndrangheta nel sistema delle scommesse online. La stima, sicuramente stupefacente - a Pordenone, dove il Pil è 8,2 miliardi, sono stati giocati 380 milioni - per gli investigatori significa una sola cosa: che si è in presenza "di un rilevante sommerso economico". Sommerso che, è l'analisi degli investigatori, non è spiegabile solo con la presenza di lavoro nero. Così come la massa di giocate non può trovare riscontro in fattori sociali come la ludopatia. Il problema della provincia di Reggio, ma più in generale della Calabria, è la presenza della 'ndrangheta. Anche il comandante provinciale della Guardia di finanza reggina, Alessandro Barbera, ha infatti evidenziato "la sproporzione tra i giganteschi volumi di denaro giocato e le percentuali di occupazione e reddito. Mettendo insieme i dati - ha detto l'ufficiale - ne può emergere che una consistente economia occulta. In presenza di un Pil bassissimo, Reggio ma più in generale la Calabria, presentano un volume di gioco assolutamente inspiegabile". Analisi che trova conferma anche nel sequestro effettuato a casa di uno degli indagati. All'uomo sono stati trovati 160 mila euro in contanti, 20 mila dei quali nascosti in una lavatrice. "Voleva fare un lavoro di 'lavaggio' completo" ha detto, usando l'ironia, Barbera e riferendosi all'opera di riciclaggio delle cosche. Ma dietro la battuta ci sono la considerazione e la consapevolezza degli investigatori - suffragata dalle analisi - di istituzioni e importanti centri di ricerca ed, in ultimo, dall'operazione conclusa oggi con due miliardi di beni sequestrati - dell'immenso potere economico delle cosche che dispongono di capitali illimitati e "nascosti" con i quali riescono a drogare il mercato legale a proprio vantaggio, affossando l'economia lecita non solo della Calabria ma anche di altre realtà nazionali.

    Straordinaria collaborazione forze di Polizia. "Dove ci sono interessi economici c'è la 'ndrangheta e questa operazione ne è l'ulteriore riprova". Così il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha sintetizzato l'esito dell'operazione "Gambling", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta da guardia di finanza, carabinieri, squadra mobile e Dia. Un aspetto, quest'ultimo, sottolineato dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, che ha evidenziato la "straordinaria collaborazione tra le varie forze. Mai in passato un'indagine così importante ha visto operare insieme tutte le forze di polizia". Un'inchiesta, ha spiegato il procuratore de Raho, che nasce dalle minacce cui è stato sottoposto il titolare di un punto scommesse affinché accettasse modalità diverse di raccolta del denaro, non più solo in forma telematica, come previsto dalla legge, ma in contanti. E proprio questa, ha spiegato De Raho, era la modalità che consentiva alle cosche di riciclare denaro e di incrementare ulteriormente i propri già enormi profitti grazie ad una raccolta "in nero" di scommesse eludendo il pagamento delle tasse. "La 'ndrangheta - ha detto il questore Raffaele Grassi - è votata agli affari. Ci sono dei settori che vanno esplorati ancora con più attenzione perché vengono aggrediti dalle cosche per riciclare. E' una nuova frontiera, con interessi proiettati all'estero. Per la nostra parte abbiamo attenzionato la parte di Reggio Calabria che fa capo alla cosca dei Tegano che nel tempo hanno creato circoli ricreativi che fungevano da schermo. I proventi dell'attività illecita e del riciclaggio venivano investiti in altre attività, compreso l'ampliamento dei siti per le giocate". Il comandante provinciale dei carabinieri Lorenzo Falferi ha sottolineato come le cosche "si siano infiltrate nei centri scommesse" e come Mario Gennaro, indicato come "il referente del sistema affaristico criminale, fosse deputato a gestire gli interessi della 'ndrangheta intesa nel suo carattere unitario. Gennaro trasforma il sistema e lo fa diventare un'organizzazione affaristico-criminale tentando anche, in passato, un'accreditamento giurisdizionale con un ricorso alla Corte di giustizia di Strasburgo". Il col. Alessandro Barbera, comandante della Guardia di finanza, ha reso noto che in casa casa di un indagato sono stati sequestrati 160 mila euro in contanti, 20 mila dei quali nascosti in una lavatrice. "Un 'lavaggio' totale - ha detto scherzosamente l'ufficiale - ma che dimostra la forza economica delle cosche". Barbera ha poi messo in evidenza la sproporzione dei dati relativi ai flussi economici movimentati per le scommesse rispetto alle possibilità economiche dei soggetti interessati. Un tema, quest'ultimo, ripreso dal col. Gaetano Scillia, capocentro della Dia, che ha evidenziato come, secondo le statistiche, nel 2012, a Reggio Calabria, a fronte di un pil locale di 8 miliardi di euro, ci siano stati 800 milioni di euro di giocate, pari al 10%, "dati che evidenziano - ha detto Scillia - la presenza di un sommerso economico".

    Procuratore Roberti: settore poco attenzionato. "L'operazione di oggi va a toccare un obiettivo di indagine ancora troppo poco attenzionato rispetto alla rilevanza anche economica delle scommesse online". A dirlo è stato il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, in merito all'operazione della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di 41 persone. "Mai come oggi - ha aggiunto - l'attenzione è stata esaltata grazie alla Dda reggina e ad un coordinamento così efficiente tra tutte le forze dell'ordine che hanno operato".

    Riciclati proventi droga. "Il gioco online è certamente il meccanismo privilegiato dalla 'ndrangheta per riciclare i proventi della droga". A dirlo è stato il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. A Roberti ha fatto eco il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che ha messo in evidenza come ai sequestri di droga non faccia seguito l'individuazione del denaro proveniente dal traffico. "Quei soldi - ha detto - non li vediamo. Dove vanno?. E' probabile finiscano anche nel gioco online".

    Meglio evitare di giocare. "Cosa deve fare il giocatore per evitare di alimentare gli introiti della 'ndrangheta? Deve rispettare la legge, che prevede che le scommesse siano fatte online e non in contanti. Poi, ed è la mia valutazione personale, se può fare a meno di giocare è anche meglio". A dirlo è stato il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti commentando l'operazione della Dda di Reggio Calabria.

    Prefetto Reggio:apprezzamento per operazione.Il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, ha rivolto un messaggio di "sincero compiacimento e vivo apprezzamento agli esponenti della magistratura, alle donne e agli uomini del Comando provinciale dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Dia e della Polizia di Stato che, con determinazione e professionalità - sostiene Sammartino - hanno inferto un ulteriore duro colpo alle cosche di 'ndrangheta in un settore, dagli intuibili risvolti sociali", con l'operazione contro le scommesse online che ha portato all'esecuzione di 41 arresti contro i componenti di un'organizzazione legata alla 'ndrangheta che gestiva scommesse online illegali. "Il risultato giudiziario conseguito - è detto ancora nel messaggio del Prefetto - contribuisce a rafforzare la fiducia dei cittadini calabresi nelle Istituzioni dello Stato impegnate, in un costante rapporto sinergico, a prevenire, contrastare e reprimere la pervasività della 'ndrangheta nel tessuto sociale, civile ed economico della provincia, contrastando ogni forma di illegalità che inquini il sistema dell'economia legale e della libera concorrenza"

    Ministro Alfano: Risultati importanti. "Il nostro sistema funziona dal punto di vista della repressione delle dinamiche criminali. Stiamo centrando risultati molto importanti: sono convinto che gli italiani siano consapevoli che governo, forze dell'ordine e parlamento stanno portando avanti ogni sforzo per rendere l'Italia un posto sicuro in cui vivere". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha commentato "l'operazione che oggi, con la regia della procura distrettuale di Reggio Calabria e con la partecipazione di tutte le forze dell'ordine, ha visto il sequestro di beni per due miliardi di euro e 150 siti in cui venivano fatte scommesse clandestine". E' " un'operazione di grandissima importanza - ha concluso Alfano - un colpo alla 'ndrangheta"

    Libera: Spezzare connubio scellerato. Il coordinamento territoriale di Libera Reggio Calabria esprime, in una nota, "un ringraziamento alla magistratura e alle forze dell'ordine per l'importante attività di indagine che ha consentito di far luce sugli affari della 'ndrangheta reggina nel settore del gioco on line". "L'operazione 'Gambling' - aggiunge Libera - conferma, purtroppo, l'ampia e versatile capacità operativa delle cosche e segnala, soprattutto, come il mondo dei giochi e delle scommesse sia diventato uno dei canali prediletti dalla criminalità organizzata per riciclare enormi quantità di denaro e, insieme, produrre nuovi guadagni. Il contrasto al gioco d'azzardo illegale e incontrollato rappresenta sempre più una priorità per le reti di cittadini e associazioni impegnate sul nostro territorio nella lotta agli interessi economici della 'ndrangheta. Questo sistema, apparentemente 'perfetto' quanto perverso, consente infatti alla criminalità, silenziosamente e in un solo colpo, di riciclare i proventi dei traffici di droga, di frodare lo Stato, di immiserire e taglieggiare tante famiglie e imprese reggine. Si tratta di un connubio scellerato che può e deve essere demolito con l'impegno di tutti, prima che sia troppo tardi". "Il coordinamento territoriale di Libera - è detto ancora nel comunicato - continuerà, in questa direzione, ad accrescere la consapevolezza e a stimolare le coscienze dei più giovani ed a spronare tutti i cittadini al controllo e alla denuncia del gioco illegale e delle ingerenze delle cosche. Ma, soprattutto, non smetteremo mai di sollecitare le istituzioni e le categorie produttive, innanzitutto di questo territorio, affinché facciano sino in fondo e rapidamente la loro parte, senza timori e incertezze, per respingere, con tutti gli strumenti a disposizione, questo ulteriore tentativo della 'ndrangheta di asservire e impoverire la nostra città, riducendola, ancora una volta, a campo di manovra dei propri sporchi affari"

    Sel: Plauso a magistratura e forze dell'ordine. "Un plauso alla magistratura e alla forze dell'ordine che sono riusciti a scoprire le mani della 'ndrangheta sul gioco d'azzardo. Più volte esponenti della società civile e della politica hanno denunciato il rischio di riciclaggio e infiltrazioni nel settore dei giochi e delle scommesse, richiedendo attenzione e maggiori controlli. Ho depositato un'interrogazione parlamentare al Ministero dell'Economia e delle Finanze per sapere come sia possibile che in un settore sottoposto a regime di concessione come quello del gioco d'azzardo possa svilupparsi una società come la Betuniq, con sede a Malta e legata alla 'ndrangheta". Lo afferma il deputato di Sel della commissione Finanze di Montecitorio Giovanni Paglia che sulla vasta operazione contro il gioco online controllato dalla 'ndrangheta ha presentato una interrogazione urgente al MEF. "Il Governo Renzi - denuncia Paglia - ha lasciato cadere la riforma del settore prevista dalla delega fiscale, dimostrandosi del tutto disattento ai drammi sociali creati dal gioco e alla possibilità di intervenire per evitare riciclaggio e inflitrazioni. Mai come in casi come questo la negligenza diventa colpa. Fortunatamente dove la cattiva politica si rifiuta di agire interviene la magistratura", conclude Paglia.

    Mirabelli: serve legge più severa su gioco d'azzardo. "L'operazione di questa mattina della Dia di Reggio Calabria, della Guardia di Finanza e dello Scico ha dato un colpo importante alla criminalità organizzata, sgominando un sistema illegale di gioco d'azzardo. Oltre a sottolineare l'apprezzamento per il risultato ottenuto dalle Forze dell'Ordine, va però detto che questa inchiesta conferma la gravità del fenomeno del gioco illecito e il ruolo preponderante che hanno le mafie nella sua gestione, anche in relazione al riciclaggio di denaro 'sporco'": lo dice il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia, primo firmatario del disegno di legge sui giochi. "Il sistema svelato dalla retata di oggi - prosegue Mirabelli - dimostra la necessità di accelerare l'iter di una normativa che riordini l'intero sistema del gioco, così come era previsto con la legge delega. Se non si danno certezze ai cittadini e agli operatori è più facile per l'illegalità infiltrarsi. E se non si aumentano le pene e non si superano le difficoltà applicative della norma penale, così come stabiliva il decreto Baretta e come abbiamo proposto nel nostro progetto di legge, non si riuscirà a sconfiggere la persistente operatività dei centri abusivi del gioco, che anche questa inchiesta ha disvelato". (

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