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    Individuati autori e mandanti omicidio Provenzano: arresti tra Calabria, Umbria e Lazio

    Carabinieri dei ROS

     

    Individuati autori e mandanti omicidio Provenzano: arresti tra Calabria, Umbria e Lazio

    14 gen 15 Ha portato anche a individuare quelli che sono ritenuti mandanti e autori dell'omicidio del muratore calabrese Roberto Provenzano, ucciso alla periferia di Perugia nel maggio del 2005, l'operazione "Trolley-Sotto traccia" condotta dai carabinieri del Ros. Un delitto che per gli investigatori è maturato per debiti legati al narcotraffico. Provenzano venne ucciso con un colpo di pistola alla testa nel bagno del suo appartamento di Ponte Felcino.

    Venti i provvedimenti, 6 gli arresti. Sono sei i provvedimenti di custodia cautelare in carcere eseguiti dai carabinieri del Ros nei confronti di quelli che vengono ritenuti mandanti, organizzatori e autori dell'omicidio del muratore calabrese Roberto Provenzano ucciso a Perugia nella notte tra il 28 e il 29 maggio del 2005. Uno dei tronconi d'inchiesta delle operazioni, coordinate dalla procura distrettuale antimafia del capoluogo umbro, denominate Trolley e Sotto traccia. Indagini distinte tra loro anche se collegate dal coinvolgimento in entrambe di alcuni degli indagati e dagli interessi illeciti legati narcotraffico. Venti i provvedimenti di custodia cautelare eseguiti nelle province di Catanzaro, Crotone, Perugia, Terni, Prato e Roma. I particolari sono stati illustrati oggi in una conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche il comandante del Ros, generale Mario Parente, e il procuratore Antonella Duchini. Tutti gli indagati - secondo gli investigatori - sono risultati collegati con la proiezione umbra della cosca ndranghetista dei Farao-Marincola, già colpita dai 61 arresti eseguiti il 10 dicembre scorso con l'operazione Quarto passo. In particolare per il troncone Sotto traccia sono state eseguite sei ordinanze di custodia cautelate in carcere per omicidio e detenzione e porto di armi da guerra in relazione all'omicidio di Provenzano, ucciso con un colpo di pistola alla testa mentre si trovava nella sua abitazione di Ponte Felcino. Delitto che per gli inquirenti sarebbe scaturito da debiti contratti dalla vittima con l'organizzazione calabrese e per il quale ad oggi l'unico imputato era Gregorio Procopio, già assolto in primo e secondo grado e in attesa della Cassazione. Le indagini - e' stato riferito - sono state svolte attraverso la rivalutazione degli atti e delle intercettazioni relative ad una precedente operazione del Ros. "Grazie anche alle operazioni di filtraggio compiute dal Ris di Roma sulle fonie dell'epoca - ha spiegato il pm Duchini -, è stato possibile individuare elementi di colpevolezza nei confronti dei sei arrestati". Associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, invece, l'accusa contestata nei 16 provvedimenti, 14 in carcere e due ai domiciliari, disposti nell'ambito del filone Trolley. Questo ha riguardato una presunta organizzazione criminale (secondo gli investigatori collegata al sodalizio disarticolato con l'operazione Quarto passo) risultata impegnata nella gestione di un narcotraffico sull'asse Calabria-Umbria e alla distribuzione di ingenti partite di cocaina nelle province di Perugia e di Terni. Tra sette e dieci i chili di cocaina per volta, trasportati in trolley dalla Calabria ogni 15 giorni, a bordo di autobus di linea e prelevati dai complici presso il capolinea del centro di Perugia. Tra i promotori dell'organizzazione - sempre in base all'indagine - anche due degli arrestati per l'omicidio Provenzano. La droga veniva poi distribuita in Umbria attraverso una rete di spacciatori. Secondo i militari l'organizzazione criminale è collegata con il gruppo calabrese che nei primi anni 2000 gestiva il traffico e lo spaccio di droga a Perugia e che avrebbe determinato l'omicidio di Provenzano. Ritenuto "colpevole" di non avere rispettato gli accordi con il sodalizio.

    Intercettazioni: Killer "Non posso dire di no". L'omicidio del muratore calabrese Roberto Provenzano ucciso a Perugia nella notte tra il 28 e il 29 maggio del 2005 è stato pianificato in poche telefonate, ascoltate dai carabinieri dei Ros, le cui intercettazioni hanno permesso di individuare autori e mandanti. In una conversazione tra Francesco Elia (uno dei capi del ramo calabrese di una organizzazione criminale) e Gregorio Procopio (finora l'unico imputato per l'omicidio, il cui giudizio pende presso la Corte di Cassazione) si sente: "lo dovete tummare? - si informa uno degli interlocutori - Lo ha detto Salvatore Papaianni? (altro capo del ramo calabrese, ndr)". E l'altro risponde:"stasera me lo gioco a Robertino" riferendosi appunto al muratore calabrese, che aveva contratto dei debiti legati al narcotraffico e all' l'organizzazione. In un'altra telefonata, due componenti del gruppo discutono dell'ordine impartito dal "capo di Cirò". "Domani mattina devo andare là", dice uno dei due uomini al telefono, presumibilmente Giuseppe Affatato, individuato dai carabinieri dei Ros come uno degli esecutori materiali del delitto Provenzano. Affatato si riferisce ad un viaggio da fare a Perugia dove, appunto, risiedeva Roberto Provenzano. "Tu non puoi rifiutare?" chiede l'altro interlocutore e, dall'altro capo del telefono, si sente Affatato rispondere "no, capisci che vuol dire un rifiuto? La morte istantanea". Ancora più feroce un'altra intercettazione telefonica tra Salvatore Papaianni e Vincenzo Bartolo, entrambi a capo della branca calabrese dell'organizzazione. Il primo grida: "Ah compare, no, ammazza a chistu, va" e Bartolo incalza "compà, ammazza, ammazza a chistu".

    L'operazione. L'operazione è partita alle prime ore di questa mattina, i carabinieri hanno eseguuito nel Lazio, in Umbria e in Calabria delle ordinanze di custodia cautelare, emesse su richiesta della procura distrettuale antimafia di Perugia, nei confronti di 20 indagati per omicidio ed associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Lo riferisce il Ros in una nota. Al centro delle indagini condotte dal Ros, una proiezione della cosca "Farao-Marincola" di Cirò, da tempo operante in Umbria, ritenuta responsabile di un vasto traffico di cocaina, acquistata in Calabria e successivamente distribuita in varie piazze di spaccio. Individuati anche i mandanti e gli esecutori di un omicidio commesso nel 2005, nel capoluogo umbro, per debiti contratti con l'organizzazione oggetto dell'indagine, legati al narcotraffico.

    Infiltrazioni ndrangheta in Umbria. "Con le operazioni portate a termine oggi si evidenzia una situazione di infiltrazione nel territorio umbro delle cosche calabresi, come già era emerso dall'indagine Quarto passo": a dirlo è stato oggi il comandante del Ros, generale Mario Parente, nel corso della conferenza stampa nella quale sono state illustrate le indagini trolley e Sotto traccia. All'incontro con la stampa hanno partecipato anche il procuratore della Repubblica Antonella Duchini, il comandante della Legione Umbria dell'Arma, gen. Roberto Boccaccio, e quello provinciale di Perugia, colonnello Cosimo Fiore. Secondo il gen. Parente le infiltrazioni nel territorio umbro "nel tempo hanno assunto una azione molto incisiva". "L'Umbria a mio parere da almeno un decennio non è più quell'isola felice di cui un tempo si parlava" ha detto il pm Duchini. "L'attenzione su questi fenomeni - ha aggiunto - deve rimanere costantemente molto alta".

    Il sottosegretario all'Interno Gianpiero Bocci esprime "grande soddisfazione" per l'operazione del Ros di Perugia che ha portato oggi in Umbria e in altre regioni all'emissione di 21 ordinanze di custodia cautelare. "Il successo di oggi - rileva Bocci - è la conferma che i cittadini umbri possono contare sulle forze dell'ordine e sulla magistratura della nostra regione, che ancora una volta, con grande professionalità e straordinaria capacità investigativa, sono state all'altezza della sfida. Oggi registriamo una bella vittoria della legalità e dell'efficienza dello Stato nell'azione di contrasto alla criminalità.

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