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    Minacce a giornalisti e a legale, reazioni e commenti

     

     

    Minacce a giornalisti e a legale, reazioni e commenti

    27 dic 15 "Ai giornalisti e cari amici Francesco Mobilito del Quotidiano del Sud e Pietro Comito direttore de LaC, nonché all'avvocato Maro Talarico, esprimo la mia piena e convinta solidarietà per l'intimidazione subita". Lo afferma il consigliere regionale del Gruppo "Oliverio Presidente" Vincenzo Pasqua. "C'è dell'ostinazione in queste vigliaccate con cui forze oscure prendono di mira giornalisti seri ed apprezzati per il lavoro che svolgono nell'interesse generale, ma la Calabria, consapevole dell'importante posta in gioco, saprà sempre schierarsi contro chi intende mettere il bavaglio all'informazione, perché senza libertà di stampa non c'è democrazia e non c'è sviluppo".

    Il presidente della Regione, Mario Oliverio, esprime in una nota solidarietà e vicinanza ai due giornalisti Francesco Mobilio e Pietro Comito e all'avvocato del Foro di Vibo Valentia Marco Talarico a cui è stata recapitata una busta contenente una frase intimidatoria, un proiettile ed il titolo di un articolo del Quotidiano del Sud. "Sono certo - afferma Oliverio - che anche questo tentativo di intimorire uomini che amano la verità e il proprio lavoro, sarà respinto e rispedito al mittente. La Calabria che vuole tenere alta la testa e la schiena dritta, le istituzioni democratiche ed i cittadini perbene, che in questa regione sono la maggioranza e non vogliono cedere alla paura, sono profondamente vicini e solidali a quanti come Mobilio, Comito e Talarico si oppongono ai soprusi e ad ogni tipo di prevaricazione mafiosa". "La nostra regione - ha concluso Oliverio - ha bisogno di liberarsi definitivamente dalla piaga della criminalità e diventare, finalmente, una regione 'normale', una terra libera da paure e minacce. Mi auguro che i responsabili di questo ennesimo, vile atto intimidatorio siano individuati al più presto e consegnati alle autorità competenti".

    "I giornalisti che hanno subito il grave atto intimidatorio hanno bisogno soprattutto delle istituzioni, non solo della solidarietà". Lo afferma il deputato Sebastiano Barbanti in merito all'intimidazione subita dai giornalisti Francesco Mobilio, del Quotidiano del Sud, e Pietro Comito, direttore de La C, e dall'avvocato Marco Talarico, che hanno ricevuto lettere contenenti un proiettile e minacce. "Siamo alle solite - prosegue - due giornalisti fanno il loro lavoro nell'amara terra di Calabria e le cosche, non appena hanno il sentore che siano emarginati dalle istituzioni, colpiscono. In questi casi è giusto che le istituzioni diano solidarietà a chi subisce questi atti meschini, ma ritengo che sia necessario soprattutto far sentire la presenza delle istituzioni con atti concreti, magari con la copertura politico-istituzionale delle indagini giornalistiche che hanno punto sul vivo le cosche". "Detto questo - conclude Barbanti - sono disponibile nel supportare le loro future indagini giornalistiche e quelle in corso ed auspico che la politica tutta faccia seguire alla solidarietà azioni concrete affinché queste azioni deprecabili non abbiano più niente a che fare con la nostra terra e la nostra cultura".

    "Esprimere piena e convinta solidarietà ai colleghi Pietro Comito e Francesco Mobilio ed alle redazioni de LaC e del Quotidiano del Sud, oltre naturalmente all'ex presidente del Consiglio Comunale di Vibo Valentia, Marco Talarico, è un atto scontato e doveroso, ma non basta più". Lo afferma, in una nota, il segretario generale aggiunto della Fnsi Carlo Parisi. "Il ripetersi della medesima intimidazione a distanza di sei anni - prosegue - ripropone, in tutta la sua drammaticità, il fenomeno dell'impunità di coloro che, a vario titolo e nelle più svariate forme, attentano alla libertà personale di quanti sono quotidianamente impegnati ad affermare e diffondere la cultura della legalità soprattutto in territori, come quello vibonese, particolarmente influenzati dal condizionamento mafioso. Territori nei quali c'è ancora chi pensa che basti spedire un proiettile in una busta per tappare la bocca o spezzare la penna ai giornalisti seri e impegnati a svolgere semplicemente il proprio mestiere. Episodi come questo devono indurre seriamente a riflettere giornali e giornalisti sul valore della professione che non può e non deve essere gestita con superficialità, né tantomeno affidata a giovani ed inesperti cronisti mal pagati o non pagati affatto a fronte del rischio della vita o, nella migliore delle ipotesi, del far vivere nella paura le proprie famiglie". "Non è possibile, non è accettabile - aggiunge Parisi - che dopo sei anni il responsabile o i responsabili di un episodio circostanziato come questo non abbiano ancora un nome. La Prefettura di Vibo Valentia, sempre sensibile ai problemi dei giornalisti, stimoli, quindi, forze dell'ordine e magistratura a fare piena luce sull'episodio e ad assicurare i responsabili alla giustizia". "Non è, inoltre, possibile - conclude il segretario generale aggiunto della Fnsi - che validi e stimati giornalisti siano costretti a chiedersi se valga veramente la pena rischiare la vita senza la certezza di uno stipendio a fine mese. E quanto sia giusto dover combattere con un altro 'nemico' che non impugna la pistola, ma ti toglie comunque il sonno e la dignità: l'editore che ti paga a singhiozzo o non ti paga affatto mentre continui, con serietà, professionalità e coraggio, a tenere alta la bandiera della qualità dell'informazione e della libertà di stampa".

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