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    Consiglio Ministri scioglie Comune Nardodipace

     

    Consiglio Ministri scioglie Comune Nardodipace

    04 dic 15 Al fine di consentire il risanamento delle istituzioni locali dove sono state accertate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata, il Consiglio dei ministri ha deciso, su proposta del ministro dell'interno Angelino Alfano, di sciogliere il Consiglio comunale di Nardodipace (Vibo Valentia). Lo rende noto il comunicato stampe del Consiglio dei ministri. La commissione di accesso al Comune di Nardodipace, sciolto oggi per infiltrazioni mafiose, era stata inviata nel febbraio scorso dal prefetto di Vibo Valentia Giovanni Bruno dopo l'inchiesta "Uniti per la truffa" che aveva portato all'arresto ai domiciliari per truffa, tra gli altri, del sindaco Romano Loielo (di Fdi, poi sospeso dal partito) e del vicesindaco Romolo Tassone, figlio di Rocco Tassone, ritenuto dagli investigatori il boss del "Locale di Cassari". Nel marzo successivo Loielo era tornato libero ed era stato poi reintegrato dal Prefetto dopo l'iniziale sospensione. Nardodipace è considerato il comune più povero d'Italia. L'inchiesta riguardava alcune presunte anomalie nella presenza di associazioni che, secondo l'accusa, erano sorte al solo scopo di intercettare i finanziamenti del Por Calabria. Per l'accusa, il sindaco non avrebbe mai reciso il suo rapporto con Romolo Tassone, neppure dopo il precedente scioglimento per mafia avvenuto dopo il coinvolgimento del padre nelle inchieste "Infinito" e "Crimine" delle Dda di Milano e Reggio Calabria. La commissione di accesso insediata all'inizio di febbraio, poco dopo gli arresti, era la terza che faceva visita al Comune in poco meno di dieci anni. La prima volta era stata nel 2008, appena un anno dopo l'insediamento della prima amministrazione Loielo, con il prefetto Ennio Mario Sodano che però non portò allo scioglimento nonostante il successivo responsabile della Prefettura, Luisa Latella, avesse chiesto al Viminale il commissariamento dell'ente. La pratica fu archiviata dall'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni. Diverse le sorti nel 2011 quando ad inviare nuovamente l'organismo fu il prefetto Michele Di Bari. Il Consiglio comunale venne sciolto agli inizi del 2012 e la fase commissariale durò 18 mesi. Nel novembre del 2013 la parola tornò nuovamente ai cittadini, i quali confermarono Loielo con il 57% delle preferenze.

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