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    Operazione contro pedofilia in tutta Italia, perquisizioni anche a Reggio C.

     

     

    Operazione contro pedofilia in tutta Italia, perquisizioni anche a Reggio C.

    30 apr 15 Adescavano minorenni su Internet convincendole a realizzare immagini 'intime' che poi era cedute ad altre persone con le quali erano collegate principalmente con la messaggistica di WhatsApp. La 'rete' era collaudata ed estesa, tanto da coinvolgere 20 indagati residenti in 16 città italiane. Tra loro anche minorenni che hanno poco più di 14 anni e due maggiorenni con precedenti penali in materia di pornografia minorile. E' la scoperta della polizia postale di Catania che ha avviato le indagini dopo la denuncia dei genitori, che in prima istanza si erano rivolti all'associazione Meter, di una sedicenne, che è stata anche minacciata e ricattata, ma che si è confidata con i suoi. Dopo l'esposto, le Procure Distrettuale e quella per i Minorenni di Catania hanno disposto perquisizioni domiciliari in 16 città, eseguite dalla polizia di Stato, nei confronti di 20 indagati per detenzione di immagini di pornografia minorile. Le indagini informatiche hanno consentito di ricostruire le chat e gli invii compiuti dalla minorenne, identificando tutti i 'richiedenti'. Le città interessate dalle perquisizioni sono state: Catania, Siracusa, Ragusa, Palermo, Caltanissetta, Reggio Calabria, Potenza, Avellino, Roma, Reggio Emilia, Lucca, Milano, Torino, Cuneo, Treviso e Venezia. Durante l'operazione sono stati sequestrati smartphone, tablet e computer. Le prime attività svolte nel corso delle perquisizioni da parte del personale specializzato della polizia di Stato hanno confermato la detenzione delle immagini della sedicenne. Alcuni degli indagati avevano anche altre foto di minorenni, anche loro verosimilmente adescate on-line.

    "La violenza in rete è peggio di quella reale, devastante e non risparmia nessuno, soprattutto i bambini fin dalla tenera età". Lo afferma don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore di Meter, l'associazione alla quale si sono rivolti i genitori della sedicenne dalle cui denunce è stata avviata l'operazione 'Sexting' della polizia di Stato. "Queste sono le nuove forme di schiavitù e di sfruttamento sessuale sui minorenni - aggiunge il sacerdote - ma molti sono convinti che la parola 'virtuale' non faccia male. Invece la violenza online esiste e può essere più dolorosa e dannosa di quella fisica, reale. I fatti di oggi lo dimostrano. Ma, quando lo capiranno tutti quelli che spesso parlano senza rendersi conto dei rischi del Web? Delle nuovo periferie digitali dove naufragano e sono vittime milioni di minorenni", in un mondo". Secondo don Di Noto dall'operazione 'Sexting' della polizia postale e delle Procure di Catania emerge "il mondo invasivo e pericolosissimo della pedopornografia e delle nuove forme di schiavitù a cui i minori sono soggetti e 'schiavi', che esistono anche perché ci sono gli 'schiavisti'". Per questo ritiene "urgente applicare una nuova strategia di collaborazione tra la Meter Onlus, le forze Politiche e le autorità giudiziarie e investigative, per agire con tempestività all'individuazione di soggetti pericolosi che sfruttano l'ingenuità dei bambini inconsapevoli, che, non hanno minimamente la percezione della drammatica pericolosità celata sui social network".

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