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    Caso Scajola: iniziato interrogatorio Rizzo, per difesa non competenza DDA Reggio

    La Rizzo all'arrivo nel carcere di Arghillà

     

    Caso Scajola: iniziato interrogatorio Rizzo, per difesa non competenza DDA Reggio

    29 mag 14 E' iniziato da pochi minuti nel carcere reggino di Arghillà l'interrogatorio di Chiara Rizzo da parte del sostituto procuratore nazionale antimafia Francesco Curcio e del pm della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. La Rizzo è assistita dagli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi. I legali hanno ribadito anche stamani l'intenzione della donna di rispondere a tutte le domande dei pm.

    Incompetenza territoriale ed estradizione dalla Francia per un reato diverso da quello contestato nell'ordinanza di custodia cautelare: sono i due principali motivi di contestazione contenuti nel ricorso presentato al Tribunale del riesame di Reggio Calabria dagli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi, difensori di Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena, arrestata nell'ambito dell'inchiesta in cui è finito in manette anche l'ex ministro Claudio Scajola. Il ricorso è stato presentato stamani, a poche ore dall'interrogatorio cui Chiara Rizzo sarà sottoposta nel pomeriggio nel carcere reggino di Arghillà. Al riesame, tra l'altro, oggi vengono discussi i ricorsi di altri tre indagati dell'inchiesta: Raffaella De Carolis e Martino Politi, rispettivamente, madre e collaboratore di Matacena; Roberta Sacco, segretaria di Scajola, e Raffaella De Carolis, madre di Amedeo Matacena. Gli avvocati Candido e Biondi, in particolare, sostengono che anche qualora i reati contestati alla loro assistita, inosservanza della pena e violazione della legge sulle misure di prevenzione, fossero stati commessi, non sarebbero stati compiuti, comunque, in Calabria. Inoltre i legali contestano il mandato di arresto europeo notificato a Nizza a Chiara Rizzo in quanto sull'atto viene indicato il reato di riciclaggio, che non è contestato, sostengono i legali, alla moglie di Amedeo Matacena.

    Zocchi e Procaccini di nuovo da pm Bologna per caso Biagi. E' arrivato in procura a Bologna Luciano Zocchi, ex segretario del ministro dell'Interno Claudio Scajola, per essere nuovamente sentito nell'ambito dell'inchiesta sulla revoca della scorta al professor Marco Biagi, ucciso dalle Br nel 2002. Fermato dai cronisti all'entrata dalla Procura di Bologna, Zocchi ha detto che non intende rilasciare dichiarazioni: "Parlate con il mio avvocato". Nel pomeriggio il pm titolare dell'indagine (per omicidio per omissione contro ignoti) Antonello Gustapane ha in programma di sentire anche l'ex vice capo della polizia Giuseppe Procaccini, arrivato pochi minuti prima di Zocchi. Anche lui risulta che sia stato già sentito nelle scorse settimane e anche da parte sua non c'é stata nessuna dichiarazione ai cronisti. Zocchi é l'autore delle due missive che sarebbero state consegnate a Scajola il 15 marzo 2002, dopo che era stato contattato da Enrica Giorgetti, moglie di Maurizio Sacconi, e dall'allora dg di Confindustria Stefano Parisi, preoccupati per il giuslavorista che poi fu ucciso pochi giorni dopo, il 19 marzo. A Procaccini, Zocchi avrebbe portato fotocopie degli appunti scritti dopo le telefonate.

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