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    DDA "Gravità politica comportaneto Scajola". Nomi eccellenti tra indagati

    Matacena e signora

     

    DDA "Gravità politica comportaneto Scajola". Nomi eccellenti tra indagati. Accolta estradizione Rizzo

    14 mag 14 Dalle risultanze investigative emerge "uno spaccato di drammatica portata, in grado di enfatizzare la gravità 'politica' del comportamento penalmente rilevante consumato da Claudio Scajola". Lo scrivono i magistrati della Dda di Reggio Calabria nella richiesta di ordinanza di custodia cautelare al Gip. Un comportamento il cui "disvalore - proseguono i magistrati della Dda - aumenta a dismisura proprio nel momento in cui lo si mette in correlazione al delitto di concorso esterno in associazione di tipo mafioso posto in essere dal Matacena, da considerare la manifestazione socio-criminale più pericolosa per uno Stato di diritto che un ex parlamentare ed ex Ministro dell'Interno dovrebbe avversare con tutte le sue forze e che, invece, consapevolmente sostiene, agevola, rafforza".
    Diretto protagonista spostamnto Matacena. "La determinazione che caratterizza l'agire di Claudio Scajola dimostra in modo inattaccabile che lo stesso è portatore di un interesse autonomo verso la pianificata conservazione dell'operatività diretta del Matacena". Lo scrivono i magistrati della Dda di Reggio Calabria nella richiesta di ordinanza di custodia cautelare al Gip. "Ecco spiegata - aggiungono - la ragione che spinge Scajola ad essere diretto protagonista di una serie di incontri finalizzati a programmare lo spostamento di Matacena". Lo spostamento di Matacena doveva avvenire "dall'Emirato di Dubai - scrivono i magistrati della Dda - verso la Repubblica del Libano, Stato individuato per la presenza di relazioni personali in grado di garantire il rigetto della richiesta di estradizione, attraverso il passaggio formale costituito dalla possibilità di chiedere ed ottenere 'asilo politico' a favore del Matacena". "Non occorre rimarcare - concludono - in queste brevi considerazioni finali la portata gravemente indiziaria delle conversazioni intercettate, dalle quali emerge un ruolo di Claudio Scajola che va ben oltre la veste di tramite a favore del Matacena e della Rizzo".

    Scajola sereno. incontra legale e familiari. Claudio Scajola è "in buona forma, sereno, fiducioso di poter spiegare tutto nell'interrogatorio di venerdì". L'ex ministro dell'Interno, in carcere a Roma da una settimana, viene descritto così dal suo avvocato, Giorgio Perroni, che l'ha visto ieri e oggi a Regina Coeli. Il legale non è voluto entrare nel merito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Scajola, accusato di aver favorito la latitanza dell'ex parlamentare Pdl Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Scajola sarà interrogato venerdì in carcere dai pm di Reggio Calabria.
    Claudio Scajola ha incontrato ieri nel carcere di Regina Coeli la moglie, Maria Teresa Verda, e i due figli, ha riferito l'avvocato dell'ex ministro dell'Interno, Giorgio Perroni. Il legale ha detto che presenterà ricorso al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria contro l'ordinanza d'arresto che ha portato Scajola a Regina Coeli giovedì scorso con l'accusa di aver favorito la latitanza dell'ex deputato Pdl Amedeo Matacena.

    Accolta richiesta estradizione della Rizzo. La Corte d'Appello di Aix en Provence ha accolto la richiesta di estradizione di Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena arrestata lunedì all'aeroporto di Nizza. Chiara Rizzo potrebbe tornare in Italia venerdì prossimo. Secondo quanto appreso, Chiara Rizzo potrebbe lasciare il carcere delle Baumettes di Marsiglia già nelle prime ore di venerdì e essere estradata attraverso la frontiera terrestre di Ventimiglia. Qui Chiara Rizzo sarà presa in carico dagli uomini della Dia e trasferita nel carcere di Imperia o in quello di Genova Pontedecimo dove dovrebbe rimanere per qualche giorno.
    Abbraccia la figlia in lacrime:Chiara Rizzo, visibilmente provata, ha accolto in lacrime la decisione favorevole all'estradizione della Corte d'appello del Parquet di Aix en Provence alla quale aveva ribadito la volontà di tornare al più presto in Italia. Subito dopo la pronuncia del giudice, alla Rizzo è stato consentito di vedere la figlia, che ha abbracciato piangendo. Chiara Rizzo è stata quindi riaccompagnata al carcere delle Baumettes. Secondo l'avvocato Carlo Biondi, che assiste Chiara Rizzo con gli avvocato Bonaventura Candido di Reggio Calabria e Geraldine Flory nominata d'ufficio dal Parquet, la donna dovrà attendere ancora un paio di giorni prima di lasciare definitivamente il carcere di Marsiglia per tornare in Italia.
    Ti prego perdonami. Chiara Rizzo e sua figlia Francesca, 21 anni, si sono viste per una manciata di secondi in aula al termine dell'udienza della Corte d'appello del Parquet di Aix en Provence durante la quale i giudici hanno consentito l'estradizione in Italia della moglie di Amedeo Matacena. La donna, in lacrime, ha abbracciato la ragazza dicendole "ti prego, perdonami". Poi è stata portata via con le manette ai polsi. La donna, in jeans, camicetta e capelli raccolti, si è mostrata visibilmente provata.

    Scorta Scajola riassegnata ad altri uffici. Sono stati riassegnati ad altri uffici, in Questura a Imperia, i quattro agenti della scorta dell'ex ministro Claudio Scajola, attualmente in carcere a Regina Coeli. Non si tratta, tuttavia, di un provvedimento disciplinare, ma di una normale 'aggregazione', fanno notare fonti della Questura, segnalando che il personaggio sul quale dovevano vigilare gli agenti è agli arresti. Continua l'ispezione del consigliere ministeriale aggiunto, Raul Carnevale, per verificare il regolare uso della scorta.

    Riunione Dia-PM a Reggio. E' in corso nella sede della Dia di Reggio Calabria una riunione operativa tra i magistrati e gli investigatori che indagano sulla vicenda che ha portato all' arresto dell'ex ministro Claudio Scajola. All'incontro partecipano oltre ai magistrati della procura reggina, il capo della Dia di Reggio Calabria, il responsabile del Reparto investigazioni giudiziarie della Dia e alcuni funzionari e ufficiali della direzione centrale di Roma giunti a Reggio su disposizione del direttore della Dia Arturo De Felice. Al vaglio degli investigatori ci sono i numerosi documenti acquisiti durante le numerose perquisizioni effettuate agli indagati e agli arrestati.

    Nomi eccellenti tra indagati: Ci sarebbero anche i figli di Amintore Fanfani, la sorella di Claudio Scajola e l'ex parlamentare Dc Emo Danesi tra gli altri indagati dell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto dell'ex ministro. E' quanto scrivono alcuni quotidiani. I nomi di Giorgio e Cecilia Fanfani, Maria Teresa Scajola, e Danesi, insieme a quelli di Pierluigi Bartolini, Giuseppe Speziali (padre di Vincenzo Speziali), Giovanni Morsenti, Daniele Santucci e Elisabetta Hoffmann, erano contenuti nel decreto di perquisizione eseguito giovedì scorso a loro carico in qualità di "soggetti di interesse investigativo".

    A Mps saltarono sulle sedie al nome della Rizzo. Quando alla sede centrale del Monte dei Paschi di Siena videro il nome di Chiara Rizzo "saltarono sulla sedia" e subito dopo uno dei conti correnti di cui era beneficiaria fu bloccato. E' quanto emerge da una intercettazione telefonica registrata il 23 settembre 2013 tra Chiara Rizzo ed il factotum di Matacena, Martino Politi. La trascrizione della conversazione è contenuta nella richiesta di ordinanza di custodia cautelare avanzata dalla Dda al gip di Reggio Calabria. Nel corso della conversazione Politi spiega che "il conto risultava bloccato - è riportato nella richiesta della Dda - e che ha parlato con il direttore della banca, il quale lo ha invitato ad andare nel pomeriggio perché, alla sede centrale di Siena, quando hanno sentito il nome di Chiara Rizzo sono saltati dalla sedia perché stanno facendo un'indagine interna per avere certezza che lei sia la beneficiaria del conto della società, in quanto è stata nominata tale da Amedeo". "Prosegue la conversazione - aggiunge la Dda - dicendo che l'indagine nasce anche dal fatto che, da più di quattro anni, Amedeo aveva detto che non andava più d'accordo con lei e si stavano lasciando. Martino dice che oggi parleranno con l'avvocato per chiarire la cosa e Chiara vuole essere informata in quanto lei dice di non aver fatto mai niente di male nella sua vita".

    Matacena: rientro se ricorsi vanno male. ''L' ho promesso a mia moglie e io le promesse le mantengo: se dovessero andar male i due ricorsi che abbiamo presentato, uno in Cassazione e l' altro alla Corte europea dei diritti dell' uomo, io rientrerei in Italia''. Lo afferma Amedeo Matacena in un' intervista al Messaggero in cui respinge l' accusa di ''separazione apparente''. ''Da quando sono a Dubai mia moglie è venuta due o tre volte, mi ha fatto anche rivedere mio figlio. Ed è venuta sempre per le pratiche del divorzio, altro che separazione apparente. Il suo è stato il giusto risentimento per averla io abbandonata'', dice Matacena. ''La promessa di rientrare l' ho fatta a mia moglie perché voglio comunque provarci a recuperare un rapporto finito. Quanto al Libano non ci sono stato mai in vita mia, non ho neanche un amico laggiù. Come qui a Dubai, del resto''. Sui rapporti tra la moglie e Claudio Scajola, ''penso che Chiara a un certo punto s' è trovata sola, spaventata e ha chiesto aiuto a lui'', dichiara Matacena. ''Di Scajola posso solo dire che è un uomo di grande cuore, di grande intelligenza. Quando si affeziona a qualcuno lo fa a 360 gradi. Credo che anche lui sarà presto in grado di chiarire tutto''. ''Se un errore l' ho fatto - aggiunge l' ex deputato di Forza Italia - è stato alla radice. Ho sbagliato a fare politica, e a farla nell' area del centrodestra. Se mi fossi schierato a sinistra a quest' ora sarei ministro''.

    Intercettazioni con la Rizzo:
    Pappa e ciccia non si fa.
    "Pappa e ciccia non si fa!". E' una delle frasi pronunciate dall'ex ministro Claudio Scajola in una conversazione telefonica con la moglie di Amedeo Matacena, Chiara Rizzo. La conversazione è contenuta nella richiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Scajola ed altre sette persone. Era il 6 agosto 2013 quando Rizzo e Scajola esprimono la "loro delusione - annotano i Pm - per la manifestata impossibilità d'intervento da parte di 'Max', sul quale avevano evidentemente poggiato le loro aspettative al fine di poter concretare, verosimilmente, un'operazione finanziaria della quale i due interlocutori sono bene attenti a celare gli estremi informativi". Chiara Rizzo riferisce a Scajola che "no, lui mi ha solo detto, forse è l'unica cosa che puoi fare, falla, stasera chiamami, mi fai sapere ... ora mi ha accompagnato che io mi dovevo comprare gli asso... cioè, mi voleva accompagnare qua dentro, poi io ho evitato, che una volta eravamo qua dentro, gli ho detto, scusa ma sai, devo fare delle cosine ... cioè, mi mettevo a fare ... che me ne fregava, no ... io ho cose da fare, sei d'accordo? Mi metto a fare con lui ...". E l'ex ministro le risponde che "non c'è dubbio, per carità!". La moglie di Matacena aggiunge che "gli ho detto, scusami ma io sai devo fare ..." e Scajola pronuncia la frase "ma pappa e ciccia non si fa, pappa e ciccia non si fa". La Rizzo insiste sostenendo di aver detto a Max che "ecco! Gli ho detto, scusa ma io ho delle cosine da fare, gli ho detto, devo comprare delle cremine ..." e Scajola ribadisce che "pappa e ciccia non si fa!".
    Vieni subito da me: Poche ore prima dell' arresto a Dubai di Amedeo Matacena, la moglie dell'imprenditore, Chiara Rizzo, chiama l'ex ministro Claudio Scajola e piangendo gli dice: "devi venire da me... subito se puoi". La telefonata, avvenuta il 28 agosto 2013 alle 9.06, è contenuta nella richiesta della Dda di Reggio Calabria al Gip per l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare. Chiara Rizzo (C) piangendo chiede a Scajola (S) di raggiungerla immediatamente nel Principato di Monaco.
    C = Pronto?
    S = Ecco qua, dimmi tutto
    C = Cioè, una cosa è certa, devi venire oggi se puoi.
    S = Che cosa è successo?
    C = Va be', non posso dirtelo!
    S = Va bene, senti ... allora, ti chiamo dopo e faccio in modo di raggiungerti, ti chiamo dopo.
    C = Meglio oggi perché ...
    S = Quando preferisci?
    C = ... può darsi che domani mattina parto presto, quindi, se tu vuoi ...
    S = A che ora preferisci?
    C = Ora, subito, quando vuoi tu ... poi quando vuoi ...
    S = Va bene, ti chiamo dopo.
    C = ... perché alle tre, le quattro devo andare via, okay?
    S = Ciao, ciao.
    Basta balle. Ci sono anche momenti di tensione ed un litigio nelle conversazioni tra Claudio Scajola e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo. In una telefonata intercettata il 18 gennaio 2014 l'ex ministro dice alla Rizzo che deve fare delle scelte e lei risponde "che scelte devo fare?". A questo punto Scajola dice alla donna "senti figliola, basta balle e sotterfugi, su...". La conversazione si conclude con la Rizzo che tronca il dialogo chiudendo la telefonata bruscamente. Nella conversazione, allegata alla richiesta della Dda di Reggio Calabria al gip per l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare, Chiara Rizzo (C) parla con Claudio Scajola (S).
    C = ... e allora, non ti preoccupare ... guarda, stai sereno ... tu, le tue ... stai sereno, tutto quello che fai, che dici, questa bontà, questa cosa, perché una vuole bene, perché vuole fare, perché dire, non è possibile perché ogni volta la butti sempre come una cosa ... allora, lasciamo perdere ... cioè, dico, se per te questo, dico ... io ti dico le cose e poi tu fai le tue scelte ... ma che scelte devo fare? Cioè, che cosa vuoi dire?
    S = Bè, ci sono delle cose da definire che devi sapere ... che devi sapere!
    C = Ma che cosa devi sapere, da ieri a oggi cosa è cambiato?
    S = Ti vai a ... parli di queste cose senza sapere! Parli senza sapere, cosa parli se non sai?
    C = No, parli tu senza sapere ... ogni volta mi dici delle cose e mi dici, "ah, no, devi fare delle scelte oggi ... eh, no, tu così ... eh, no, tu colà... tu qua, tu là ... " ...
    S = Tu hai già fatto una scelta, figliola mia ...
    C = E qual è questa scelta?
    S = ... dobbiamo rendere conciliabile questa scelta con le altre cose, tutto qua! L'hai già fatto no, non è che devono essere ... fare degli intrugli ...
    C = Che c'entra la mia scelta ...
    S = ... ma basta! ... Senti, figliola, basta balle e sotterfugi, su ... uno dice le cose com'è, ognuno ha il coraggio delle sue posizioni nella vita, no ... nella vita ...
    C = Ma và!
    Chiara riattacca e tronca la conversazione.
    Siamo al telefono: Claudio Scajola temeva di essere intercettato e parlando con Chiara Rizzo le ricorda che "siamo al telefono, siamo al telefono" in modo da evitare che durante la conversazione si faccia riferimento a fatti o vicende esplicite. La conversazione tra i due è stata registrata il 18 gennaio 2014 ed è inserita nella richiesta della Dda di Reggio Calabria al Gip per l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Scajola ed altre sette persone. Chiara Rizzo riferisce a Scajola "no, guarda, non mi dire niente ... allora, facciamo una cosa, tu sai che ... ho capito che le tue scelte sono ... non sono ... siccome tu mi dici sempre, 'no, io aiuto, io faccio ...', le tue scelte sono condizionate da altre cose ... allora, sai che ti dico? ... Allora, lasciami perdere, perché se questo ogni volta ti deve fare venire e ti deve fare dire, "ah, no, devi fare le tue scelte!" ... ma quale scelta posso fare io? Cioè, ma dimmi, tu che le cose le sai benissimo, quale scelta posso fare ...". Scajola a questo punto le ricorda: "siamo al telefono ... siamo al telefono ..." e insiste ancora "... siamo al telefono!".
    Documenti sotto i materassi. Così come si usava anni fa, anche dall'inchiesta su Amedeo Matacena emerge che i documenti importanti vengono custoditi sotto il materasso. In una conversazione del 23 settembre 2013, Chiara Rizzo chiama la mamma di Matacena, Raffaella De Carolis, che le dice di "mettere sotto il materasso la cosa della casa. Chiara, seccata, dice che si tratta del documento che lei non ha e che, comunque, ne devono parlare di persona appena si incontreranno".

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