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Disegno di legge del CdM ridisegna Agenzia beni confiscati
Disegno di legge del CdM ridisegna Agenzia beni confiscati 08 mag 14 Sede unica a Roma, con le prefetture a funzionare da articolazioni sul territorio. Misure per non far fallire le aziende inquinate sottratte alle mafie. Stretta sugli amministratori giudiziari dei beni che potranno ricevere un solo incarico. Questi i punti principali del disegno di legge - firmato da Interno e Giustizia - che ridisegnerà l'Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata. A riferirli è il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, a margine della sua audizione in commissione Antimafia. L'intervento sull'Agenzia è contenuto nel ddl - dovrebbe andare domani in Consiglio dei ministri - che reca 'Misure per rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata ed ai patrimoni illeciti' e che introduce - tra l'altro - il reato di autoriciclaggio e nuove norme sullo scioglimento degli enti locali infiltrati dalle mafie. L'Agenzia, voluta nel 2010 dall'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha attualmente la sede principale a Reggio Calabria e sedi distaccate a Roma, Palermo, Napoli e Milano. Da allora l'organismo ha dimostrato una serie di criticità ed il Governo ha deciso quindi di intervenire con una massiccia revisione. A guidare l'Agenzia, col direttore, prevede il ddl, secondo quanto anticipa Bubbico, "sarà un Comitato direttivo cui prenderanno parte anche rappresentanti del ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, mentre la presidenza del Consiglio darà gli indirizzi". Si punterà, ha proseguito, "ad affrontare uno dei problemi fondamentali emersi in questi anni: la gestione delle aziende sottratte alla criminalità. Bisognerà distinguere gli assetti produttivi dalla proprietà per evitare che le aziende muoiano durante l'amministrazione giudiziaria. Quando un'azienda ha potenzialità, ma è inquinata dalle mafie, deve esserne liberata ed affidata a terzi con procedura di evidenza pubblica oppure assegnata ai lavoratori". Saranno inoltre più selettivi i criteri per accedere all'Albo degli amministratori giudiziari dei beni confiscati e ciascun amministratore non potrà avere più di un incarico.
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