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    Scorta a giornalista di Gioia Tauro, reazioni e commenti

     

     

    Scorta a giornalista Gioia Tauro, Oppido non c'entra; reazioni e commenti

    18 lug 14 Non è legata alle vicende di Oppido Mamertina, ed all'inchino fatto fare alla statua della Madonna delle Grazie nel corso della processione davanti la casa del boss agli arresti domiciliari Peppe Mazzagatti, la decisione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Reggio Calabria di assegnare una scorta ed un'auto blindata al giornalista del Quotidiano del Sud Michele Albanese. È quanto si apprende da fonti investigative. L'ipotesi di un possibile collegamento con i fatti di Oppido, che è stata smentita, deriva dal fatto che Albanese è stato l'autore, con un articolo pubblicato proprio sul Quotidiano del Sud, dello scoop sull' inchino della statua della Madonna al boss Mazzagatti. Dalle stesse fonti si è appreso che la decisione di sottoporre a protezione Albanese è legata ad altri fatti e, in particolare, ai possibili pericoli cui è esposto il giornalista per quanto ha scritto su vicende ed affiliati di alcune cosche di 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro. Vicenda ed affiliati che nulla hanno a che vedere con i fatti di Oppido e con le polemiche che ne sono scaturite.

    "Il mio lavoro proseguirà con la stessa determinazione e lo stesso impegno di prima". Lo ha detto, in una dichiarazione, Michele Albanese, il giornalista del Quotidiano del Sud al quale è stata assegnata la scorta ed un'auto blindata per la condizione di pericolo in cui si trova a causa della sua attività professionale. "Voglio dire grazie alle tantissime persone - ha aggiunto - che hanno voluto esprimermi la loro vicinanza per la vicenda che mi riguarda". "Mi riferisco - ha aggiunto Albanese - a colleghi, rappresentanti delle istituzioni ed esponenti del mondo politico e dell'associazionismo, uno per tutti don Luigi Ciotti, oltre che ai semplici cittadini che hanno voluto esprimermi la loro vicinanza". "Colgo anche l'occasione - ha detto ancora il giornalista - per ringraziare il prefetto ed il procuratore di Reggio Calabria, Claudio Sammartino e Federico Cafiero de Raho, oltre che il questore ed i comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di finanza, che hanno dimostrato il volto di uno Stato attento e attivamente presente".

    "E' davvero inquietante il fatto che un giornalista sia costretto a muoversi su un'auto blindata e con due uomini di scorta. Accade a Michele Albanese, giornalista del 'Quotidiano del Sud', autore dello scoop sull'inchino della statua della Madonna delle Grazie davanti alla casa di un boss ad Oppido Mamertina". Lo afferma il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri. "Le organizzazioni criminali dell'area di Gioia Tauro - aggiunge Soluri - 'attenzionano' da tempo Michele Albanese se è vero come è vero che ha subito intimidazioni e minacce di vario genere. Intimidazioni e minacce evidentemente assai serie se il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria ha ritenuto di assegnargli una tutela di terzo livello. Significa che gli elementi di cui magistrati e forze dell'ordine dispongono vanno inequivocabilmente in una direzione: Michele Albanese è a rischio. Il fatto sottolinea in maniera plastica le condizioni di difficoltà e di pericolo in cui operano tanti colleghi calabresi, in particolare quelli che si occupano di cronaca giudiziaria o che sono impegnati nel giornalismo d'inchiesta. Innumerevoli i casi di minacce e di intimidazioni, ma non si era finora mai arrivati ad un livello di allarme tanto preoccupante da determinare la necessità di mettere sotto scorta l'interessato". "Nel ringraziare - prosegue - il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria, i vertici delle forze dell'ordine ed il Procuratore di Reggio, Cafiero De Raho, per la tempestività e la sensibilità con cui hanno affrontato e risolto il problema della sicurezza del collega, il Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria esprime la massima solidarietà possibile a Michele Albanese. Vivere sotto scorta, infatti, non è certo un privilegio; è invece un fatto che sconvolge i normali ritmi di vita, crea allarme e tensione, impedisce di lavorare con serenità, determina preoccupazione ed ansia tra i familiari. Siamo sicuri che Michele Albanese, giornalista serio, scrupoloso, bravo e coraggioso, avrà comunque la forza e la capacità di vivere questa fase come un ulteriore sprone per amplificare, se possibile, il suo impegno nella ricerca della verità e nella denuncia di fatti che offendono la coscienza civile e sociale di tutti i calabresi onesti".

    Il Cdr dell'ANSA esprime ''vicinanza e solidarietà'' al collega Michele Albanese, redattore del Quotidiano del Sud e collaboratore dell'ANSA dalla piana di Gioia Tauro, che da ieri è sotto scorta. Il CDR dell'ANSA ricorda che ''Albanese è un giornalista impegnato in prima linea e auspica che quanto prima vengano assicurati alla giustizia gli autori delle insopportabili e inaccettabili minacce''. ''Siamo certi - prosegue la nota del comitato di redazione - che Michele Albanese continuerà nel suo lavoro con la professionalità di sempre sapendo anche di poter contare sulla solidarietà dei suoi colleghi''.

    Gli Arcivescovi e ed i Vescovi della Calabria esprimono solidarietà al giornalista Michele Albanese, cronista della provincia di Reggio Calabria, "da ieri sotto scorta - è detto in un comunicato - per un presunto pericolo di minaccia da parte della criminalità organizzata". Già ieri la Conferenza Episcopale Calabra, riunita a Paola sotto la presidenza dell'arcivescovo mons. Salvatore Nunnari, è scritto in una nota, "ha formulato un forte monito, condannando e respingendo ogni forma di criminalità e di peccato che offusca la verità e l'amore di Cristo. Nella viva speranza che la Parola di Dio possa toccare il cuore di ogni persona smarrita, i Pastori di Calabria invitano tutta la comunità ecclesiale alla riflessione e alla preghiera".

    "In Calabria il quadro che emerge è quello di una arretratezza di 30 anni. Ecco perché serve una forte reazioni dei sindaci. Il risveglio, infatti, deve partire da un maggior coraggio". Lo ha detto la presidente della commissione parlamentare d'inchiesta del Senato sul fenomeno delle intimidazioni contro gli amministratori locali, sen. Doris Lo Moro, nel corso di una conferenza stampa al termine delle audizioni svoltesi nella Prefettura di Catanzaro. "Anche su questo fenomeno - ha aggiunto - esistono le 'Calabrie', tanto che non c'è uniformità su tutto il territorio regionale. Nel reggino, ad esempio, secondo quanto ci ha detto il Procuratore Cafiero de Raho, le intimidazioni sono legate alla 'ndrangheta. Altrove, invece, la situazione è diversa e spesso i fatti sono legati ad altre vicende. Su quest'ultimo fronte ci sono casi vicini alla soluzione e questo accende un faro su tutto il fenomeno. Dalle audizioni abbiamo avuto una lettura capillare della situazione che ci è stata fornita dai Prefetti e dai carabinieri che sono presenti ovunque ed hanno conoscenza del fenomeno". "Purtroppo dobbiamo registrare - ha proseguito Doris Lo Moro - una scarsa collaborazione da parte delle parti offese. Non abbiamo quel risveglio per una nuova primavera perché le vittime che collaborano sono poche. E' necessario, invece, un risveglio ed una discontinuità rispetto al passato"

    "Michele è un giornalista serio e coraggioso, un professionista di prim'ordine. Sono convinto che, nonostante i pericoli a cui si espone quotidianamente con le sue denunce a tutela della legalità in Calabria, andrà avanti nella lotta che conduce da anni per l'affermazione dei principi di libertà e di giustizia". Sono le parole del segretario del Psi e vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, appresa la notizia dell'assegnazione della scorta al giornalista del 'Quotidiano del Sud', Michele Albanese, per aver ricevuto minacce e intimidazioni. "A Michele, che ho avuto modo di conoscere e a cui mi lega un rapporto di stima - ha concluso Nencini - esprimo la mia solidarietà e vicinanza. Un giornalista libero non può e non deve essere lasciato solo".

    La presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha telefonato al giornalista Michele Albanese del Quotidiano del Sud, al quale ha espresso solidarietà e vicinanza per le minacce subite. "Ad Albanese, che con rigore e coraggio segue i fatti di 'ndrangheta nella sua terra - fa sapere Bindi - ho assicurato l'attenzione della Commissione alla sua personale vicenda e più in generale alla condizione dei cronisti minacciati o intimiditi dalle mafie. Un gruppo di lavoro, presieduto dal vicepresidente Fava - aggiunge - ha iniziato proprio oggi ad approfondire questo versante della lotta alla criminalità organizzata". "Le mafie - conclude la presidente della commissione - prosperano grazie all'omertà e al silenzio e il giornalismo d'inchiesta ha spesso giocato un ruolo essenziale per fare luce su fatti e vicende anticipando il lavoro degli stessi inquirenti".

    "Esprimo la mia piena solidarietà al giornalista del Quotidiano del Sud Michele Albanese, costretto a vivere sotto scorta e in un'auto blindata per aver fatto semplicemente il suo dovere. Quello di raccontare correttamente i fatti ed informare onestamente i cittadini, come ogni operatore dell'informazione dovrebbe sempre fare" Lo afferma, in una dichiarazione, il Ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta. "Lavorare e vivere in una regione come la Calabria, con il quotidiano condizionamento della criminalità organizzata - aggiunge il Ministro - diventa sempre più complicato, ma proprio il coraggio e la tenacia del giornalista nell'esercizio della professione dimostrano come la strada da seguire per i cittadini calabresi sia quella di mettersi sempre dalla parte giusta, quella della legalità e del rispetto delle regole".

    "Esprimo viva preoccupazione per la decisione presa dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria di assegnare la scorta al giornalista del Quotidiano del Sud Michele Albanese". E' quanto afferma il deputato di Forza Italia Giuseppe Galati. "E' estremamente grave - aggiunge - che il giornalista Albanese sia costretto a ricorrere a tale forma di tutela per potere esercitare il sacrosanto diritto della libertà di stampa. Non è possibile che la criminalità ostacoli il libero e legittimo esercizio dell'informazione in una regione dove il dibattito democratico dovrebbe caratterizzare ogni settore della società civile. Rivolgo al Quotidiano del Sud, al giornalista Michele Albanese ed al condirettore Rocco Valenti la mia solidarietà e ribadisco la mia condanna verso ogni forma di criminalità diffusa che impedisce anche agli organi di informazione di svolgere il loro delicato compito al servizio della collettività".

    "Il M5S esprime solidarietà al giornalista del Quotidiano del Sud, e collaboratore dell'Ansa dalla piana di Gioia Tauro, Michele Albanese, che da ieri è costretto a vivere sotto scorta. E' stato lui per primo a denunciare l'inchino davanti alla casa del boss durante la processione di Oppido Mamertina". Lo afferma, in una nota, il senatore del movimento Francesco Molinari, componente la Commissione antimafia. "Una solidarietà più sentita - prosegue - in quanto Albanese non è nuovo a questo tipo di situazioni: già in passato, infatti, il giornalista era stato oggetto di attenzioni particolari da parte della 'ndrangheta, essendo stato vittima di intimidazioni, e per questo motivo, oggi, è costretto ad essere scortato da militari. Tali fatti di cronaca ci ricordano, purtroppo, che fare veramente il giornalista in Calabria porta a confrontarsi con un'ombra scura che cerca di manovrare anche l'informazione libera. Un'ombra che prova in tutti i modi di zittire tutti coloro che vogliono far chiarezza sui fatti, denunciando con coraggio le azioni mafiose che altrimenti rimarrebbero sepolte sotto una cappa di omertà. E' un prezzo troppo alto che la società non può permettersi di pagare. Ed è gravissimo che nel nostro Paese ci siano ancora territori, Calabria compresa, in cui chi cerca di agire, con onestà, secondo il principio della legalità, rischia di vedere la propria vita e quella dei propri cari in pericolo. Noi del M5S stiamo dalla parte della giustizia e continueremo ad affermare a gran voce che sono 'loro' che devono aver paura di noi, sono 'loro' che devono nascondersi. Le loro azioni intimidatorie non riusciranno a fermare la voglia di riscatto di tutti quelli che sognano una Calabria libera dalla criminalità". "In questo percorso non facile, per renderlo possibile - conclude Molinari - fondamentale sarà la presenza delle istituzioni che devono, oggi più che mai, far sentire la loro presenza. I cittadini non devono e non possono essere lasciati soli, preda di chi pensa che con la violenza si può comprare il silenzio. E' arrivato il tempo di rimanere uniti, camminando a testa alta, per dimostrare che non è minacciando le voci libere che si può spegnere la voglia di cambiamento dei calabresi".

    "Come giornalista e come parlamentare sono vicina a Michele Albanese, cronista calabrese costretto a vivere sotto scorta per le minacce di 'ndrangheta ricevute dopo il recente scoop sull'inchino della statua della Madonna delle Grazie alla casa del boss Giuseppe Mazzagatti, a Oppido Mamertina". Lo afferma la deputata M5S Dalila Nesci. "Albanese - aggiunge - non è da solo né può essere lasciato in solitudine. Il Movimento Cinque Stelle difende in parlamento chiunque abbia il coraggio di raccontare i fatti per contrastare la violenza della criminalità organizzata. È fondamentale alimentare il circuito della solidarietà e della parola. La 'ndrangheta deve percepire che la voce della coscienza pubblica è più forte del silenzio che le 'ndrine impongono con minacce, intimidazioni e strategie sottili". "Il presidente del Consiglio, che in agosto verrà a Gioia Tauro, dovrà considerare - conclude Nesci - in primo luogo la sicurezza come priorità della Calabria, in cui lavoro e sviluppo sono bloccati dalle pressioni della 'ndrangheta".

    "E' di eccezionale gravità il fatto che un giornalista venga messo sotto scorta su disposizione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Evidentemente il livello di attenzione della criminalità su Michele Albanese è elevatissimo". Lo afferma la coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole Santelli. "Al valido redattore del Quotidiano del Sud - aggiunge - e collaboratore dell'agenzia Ansa esprimiamo tutta la nostra vicinanza: attorno a lui dobbiamo fare quadrato. Albanese, giornalista stimato e competente, non deve essere lasciato solo. Il mondo politico, al di là delle enunciazioni di principio e delle espressioni rituali di solidarietà, ha il compito di sostenere nei fatti il diritto di cronaca ed impedire che gli operatori dell'informazione vengano esposti alle reazioni di chi, in maniera subdola, con la violenza o con il discredito, vuol impedire ai giornalisti di fare il proprio lavoro"

    "Piena solidarietà a Michele Albanese, giornalista del Quotidiano del Sud. E' assurdo dover commentare ancora oggi notizie di cronisti che, nel pieno dell'esercizio della libertà di stampa, sono costretti a vivere sotto scorta". E' quanto dichiara il vice capogruppo Ncd alla Camera, Dorina Bianchi. "Va dato merito ad Albanese - prosegue - di aver raccontato sempre con grande coerenza e coraggio anche gli ultimi famigerati fatti di cronaca legati alla 'ndrangheta, senza farsi condizionare dal contesto mafioso. Allo stesso tempo la necessità ravvisata dal comitato provinciale per l'ordine a la sicurezza di prevedere la scorta, dimostra che le 'ndrine vogliono continuare ad esercitare la propria influenza su tutti i settori della vita pubblica. Siamo sicuri che Albanese riuscirà ad andare avanti con lo stesso impegno nel suo lavoro d'inchiesta". "Gli attestati di stima ricevuti - conclude Bianchi - testimoniano che la parte sana della società civile non ha alcuna intenzione di piegarsi o di inchinarsi alla 'ndrangheta e ai suoi metodi".

    "Esprimo la mia solidarietà al giornalista Michele Albanese, da oggi costretto a vivere sotto scorta". Lo afferma - informa una nota dell'ufficio stampa - la Presidente facente funzioni della Regione Calabria, Antonella Stasi. "È un fatto preoccupante - aggiunge - perché ritengo inaccettabile che chi svolge il proprio lavoro con impegno e serietà, peraltro in un settore molto delicato come quello dell'informazione, debba diventare un bersaglio della criminalità organizzata. Mi rincuora il fatto che gli inquirenti abbiano assunto questo provvedimento con grande tempestività, ennesima dimostrazione di professionalità da parte delle forze dell'ordine". "Ribadisco la mia totale vicinanza al giornalista Albanese - conclude Antonella Stasi - e lo esorto ad andare avanti, perché le istituzioni e cittadini non lo lasceranno solo".

    "Piena solidarietà, mia e di tutto il Consiglio regionale che rappresento, al giornalista del Quotidiano del Sud Michele Albanese, cronista d'esperienza e professionista di valore, costretto a vivere sotto scorta proprio in ragione della sua professione, alla sua famiglia ed alla sua testata". Lo sostiene il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico. "Vivere sotto scorta - aggiunge - è un'esperienza dura. Perciò auspico che siano presto individuati coloro che hanno provocato tale provvedimento. In questa terra, per una serie di ragioni, espletare il proprio mestiere è diventato difficile, vale per i giornalisti come per i tanti politici che quotidianamente sono minacciati e per magistrati e forze dell' ordine, cui non saremo mai grati a sufficienza per la loro dedizione contro la criminalità". "L'attenzione dello Stato, su questo delicatissimo fronte - conclude il presidente Talarico - sono del parere che debba essere incentivata al fine di garantire la sicurezza di tutti coloro che difendono la democrazia ed il diritto dei cittadini ad essere informati".

    "Vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza a Michele Albanese, giornalista del "Quotidiano del Sud" al quale il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha dovuto assegnare ieri sera la scorta perché ne ha ravvisato la necessità. Lo afferma don Pino Demasi, referente di Libera nella Piana di Gioia Tauro. "Ancora una volta - aggiunge - l'informazione corretta e limpida finisce nel mirino delle mafie a conferma del fondamentale ruolo di sentinella nei territori più difficili, strumento di conoscenza e quindi di libertà. Proprio quello che le mafie non vogliono. Albanese, giornalista vero e uomo impegnato, ha raccontato le storie di un territorio difficile ed intriso di 'ndrangheta, quale quello della Calabria in generale e della Piana di Gioia Tauro in particolare, con attenzione e sensibilità. Il sapere che, per questo motivo, un giornalista sia costretto a vivere sotto scorta diventa per tutti noi un motivo di profonda inquietudine ma anche voglia di maggiore impegno per il cambiamento del nostro territorio, soprattutto in questo momento in cui la tensione è molta alta e da più parti si vorrebbe costringere i giornalisti al silenzio per permettere alla ndrangheta ed ai suoi alleati, occulti e meno occulti, di continuare a realizzare i loro sporchi affari". "In un momento così delicato - conclude don Pino - vada dunque a Michele e alla sua famiglia tutto il sostegno nostro e di quanti intendono difendere un'informazione sempre più libera e attenta ai segnali di cambiamento dei nostri così difficili territori. 'Siamo tutti Michele Albanese'".

    L'ex Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, ha espresso solidarietà al giornalista del Quotidiano del Sud Michele Albanese. "So cosa vuol dire - ha affermato Scopelliti - vivere con la scorta. Per questo capisco cosa possa provare in questi delicati momenti. Con Albanese dividiamo la comune amicizia di don Pierino Gelmini e spesso, a Ferragosto, nel corso del consueto appuntamento a Zervò, abbiamo avuto modo di rafforzare il nostro rapporto". "A Michele - ha concluso - va la mia piena solidarietà, convinto che continuerà a raccontare con equilibrio ed amore della verità i fatti della nostra Calabria".

    In un editoriale che sarà pubblicato domani su Il Quotidiano del Sud, il direttore, Gianni Festa, prende posizione sulla vicenda del cronista del giornale Michele Albanese, per il quale il Comitato per l'ordine e la sicurezza di Reggio Calabria ha disposto la scorta dopo le minacce subite. "Ci sono tanti modi per fare il giornalista. Quello scelto da Michele Albanese - scrive Gianni Festa - onora l'intera categoria. I suoi reportage trasudano verità sofferte e, in essi, il coraggio del racconto è sempre al centro dell'indagine del reale. Ma è il contesto, avrebbe detto Leonardo Sciascia, a rendere tutto più difficile. Qui, dove la melma del malaffare e dei poteri nascosti conosce solo la strategia della violenza e della morte, indagare per svelare connivenze e latrocini, diventa molto più che difficile: un azzardo". "Porsi come testimoni del tempo - aggiunge il direttore de Il Quotidiano del Sud - diventa un oltraggio. Testimoni, Michele come altri colleghi minacciati, di un tempo in cui la lotta tra uno Stato ancora fragile e cosche sempre più agguerrite nel controllo del territorio, produce una sequela agghiacciante di morti ammazzati, di colletti bianchi con le mani sporche, di politicanti soggiacenti alle regole del più forte. Un Sud povero, arretrato, dimenticato dall'agenda del governo, con una classe dirigente non sempre all'altezza del compito, diventa preda del malaffare che vuole imporre o protrarre la propria egemonia, mortificando l'intelligenza e l'onestà di chi crede nel cambiamento". "Non siamo soli, non ci facciamo intimorire - conclude - e, come Michele, crediamo che il nostro mestiere abbia senso soltanto se svolto con rigore e al servizio del giusto e del vero".

    "Abbiamo appreso che il Comitato Provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha assegnato la scorta al giornalista de "Il Quotidiano", Michele Albanese. Non sappiamo i motivi di questa decisione ma conosciamo il lavoro di denuncia e il coraggio dell'impegno giornalistico di Michele a cui ci stringiamo con affetto e solidarietà. La Calabria e la Piana di Gioia Tauro hanno bisogno di uomini e donne che con coraggio denuncino la tracotanza ndranghetista, si oppongano con fermezza alla mafia e costruiscano una nuova Calabria". Lo afferma in una nota il segretario generale della Cgil di Gioia Tauro, Nino Costantino.

    "In terra di 'ndrangheta, non c'è vergogna, non c'è pudore, non c'è civiltà. Non vorrebbero libertà di pensiero nè di espressione nè di stampa. La democrazia in una terra come la Calabria viene soffocata nelle sue espressioni vitali. Essere giornalisti in Calabria non è affatto facile". Lo afferma in una nota la Presidente del Coordinamento antimafia Riferimenti, Adriana Musella. "Raccontare una terra difficile - aggiunge - i suoi usi e costumi ancestrali, la sottomissione ad una subcultura secolare, diventa una colpa passibile di morte. Ci sono giornalisti e giornalisti. C'è chi collude col potere, chi è servo del potere stesso ed è parte di quella zona grigia, vera linfa della 'ndrangheta, e chi, invece, fa il proprio mestiere di cronista. Ma questo non piace a gente finora abituata al silenzio complice. C'è chi critica alcuni magistrati antisistema e chi, invece li sostiene, assolvendo al proprio compito. Così avviene che un giornalista per aver riportato nient'altro che la cronaca di una processione viene intimorito e costretto a girare sotto scorta mentre c'è dall'altra parte qualcuno che critica il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria per aver dichiarato che la stampa è uno strumento valido nella lotta alla criminalità organizzata ma non tutti i giornalisti ne fanno un buon uso. Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà al giornalista del Quotidiano della Calabria, Michele Albanese, costretto da ieri a vivere sotto scorta per aver denunciato l'inchino nella famosa processione di Oppido".

    "Ho appreso dalla stampa che il giornalista calabrese Michele Albanese è da stamattina sotto scorta. E' molto triste che un giornalista per esprimere liberamente il suo pensiero debba fare una vita blindata e magari vivere anche in una situazione economicamente precaria. Purtroppo non è il solo, ormai, dopo i magistrati sono sempre di più, gli imprenditori, i giornalisti, gli amministratori e persino i sacerdoti, che vivono sotto la protezione delle forze di polizia che ringraziamo". Lo afferma in una nota il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza.

    "Rinascita per Cinquefrondi si stringe al fianco del proprio concittadino Michele Albanese, giornalista del "Quotidiano del Sud", al quale è stata assegnata la scorta dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza". Lo affermano in una nota i consiglieri comunali Michele Conia e Flavio Loria. "Nell'esprimere - aggiungono - la nostra non rituale solidarietà e vicinanza anche alla famiglia dello stesso per la prevedibile serenità perduta, Rinascita vuole allo stesso tempo incoraggiare Albanese a continuare il suo impegno professionale volto alla denuncia di quei tanti lati oscuri che imprigionano il nostro territorio. Noi saremo sempre al fianco di quanti si battono quotidianamente per far emergere i principi della legalità e della trasparenza contro ogni forma di malaffare e di criminalità che scombinano il vivere civile della nostra terra: questa rappresenta la base fondante della nostra mission quale soggettività politica locale. Invitiamo, altresi, le forze dell'ordine, così come efficacemente deciso in tale circostanza, a vigilare sull'intero territorio affinchè ogni cittadino si possa sentire protetto da quanti tentano in ogni modo di turbare le vite dei calabresi onesti".

    "I direttivi provinciali di Confindustria e Ance esprimono piena solidarietà a Michele Albanese, redattore de Il Quotidiano del Sud e corrispondente dell'agenzia Ansa. L'assegnazione della scorta al giornalista, decisa dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica sulla base di alcuni gravi elementi che fanno temere per la sua incolumità, è fonte di profondo sconcerto e di vivo allarme". Così gli industriali e i costruttori edili reggini manifestano la loro vicinanza al cronista "costretto, per il solo fatto di svolgere con onestà, rigore e serietà il proprio lavoro, a esporsi a gravi rischi e sottoposto a un regime limitativo della libertà personale. Nel rinnovare ad Albanese il nostro sostegno - proseguono gli imprenditori reggini - auspichiamo un celere lavoro investigativo volto a neutralizzare le fonti di pericolo per il giornalista. L'attività di Albanese, come quella di tutti gli altri operatori del mondo dell'informazione, è fondamentale per vincere la dura battaglia contro la criminalità, che impedisce a Reggio e alla Calabria di intraprendere la strada dello sviluppo sociale ed economico".

    "Esprimo solidarietà e vicinanza a Michele Albanese, giornalista attento e fortemente radicato in un territorio che, anche grazie all'azione di controllo e denuncia dei mass media, fa registrare importanti crepe nel sistema di piccole e grandi illegalità che ne limitano lo sviluppo sociale, culturale ed economico". Lo afferma il Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa. "Pensare che un giornalista libero e competente come l'amico Albanese - aggiunge - debba vivere sotto scorta è qualcosa che violenta il principio della libertà individuale, la professionalità e il coraggio di un operatore dell'informazione che nei suoi numerosi reportage, anche a difesa del Porto di Gioia Tauro, non si limita alla solita denuncia ma fa un'attenta analisi sui mali del comprensivo gioiese e delle cause che li determinano. Quello di Michele Albanese è un giornalismo d'inchiesta che rifugge dall'ormai consolidato cliché della trascrizione delle cosiddette veline. Al cronista de 'il Quotidiano del Sud' e alla sua famiglia rivolgo i sentimenti di stima e di amicizia e lo incoraggio a non lasciarsi intimidire da chi vuole impedire a questa terra di uscire dal tunnel del sottosviluppo e della negazione dello stato di diritto".

    "Michele Albanese è una persona perbene, un giornalista serio, un operatore dell'informazione scrupoloso e attento. A lui esprimiamo tutta la nostra solidarietà". Con queste parole il consigliere provinciale di Reggio Calabria Francesco D'Agostino (A Testa Alta) manifesta la propria vicinanza al redattore de Il Quotidiano del Sud e collaboratore dell'agenzia Ansa, messo sotto scorta su disposizione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. "Albanese rappresenta un modello di passione civile, prima ancora che di competenza - aggiunge - e capacità professionale, che tutti noi abbiamo il dovere di tutelare. Dalla libertà di stampa dipende anche in larga misura il futuro riscatto della Calabria e della provincia di Reggio".

    Il direttore Giampaolo Latella e tutti i giornalisti dell'agenzia Labecom esprimono la piena solidarietà e i sensi della loro sincera amicizia al collega Michele Albanese, al quale è stata assegnata la scorta a causa della situazione di pericolo cui è esposto per via del proprio lavoro. "La decisione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che ha disposto questa forma di protezione nei confronti del giornalista de Il Quotidiano del Sud e dell'agenzia Ansa, testimonia la condizione di assoluta emergenza che contraddistingue l'operato di quanti in Calabria assolvono il difficile compito di informare. Siamo vicini a Michele Albanese e ai suoi cari: è un collega competente e coraggioso, che con il suo lavoro contribuisce quotidianamente allo sforzo collettivo per rendere migliore la regione in cui opera e per formare un'opinione pubblica libera e consapevole. Siamo con lui e con i colleghi che tutti i giorni, faticosamente e nel rispetto della deontologia professionale, lavorano per liberare la Calabria dalla 'ndrangheta".

    "Solidarietà e vicinanza al giornalista Michele Albanese" vengono espresse, in un comunicato, da Maria Grazia Laganà Fortugno. L'esponente del Pd evidenzia come "la necessità di mettere sotto scorta un operatore dell'informazione costituisca, di per sé, una privazione della libertà personale e dunque una forma inaccettabile di violenza. I timori sull'incolumità di Albanese sono molto fondati - prosegue Laganà Fortugno - se il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza si è dovuto spingere al punto di attivare immediatamente la protezione nei suoi confronti. Al giornalista de Il Quotidiano del Sud e dell'Ansa giunga il mio pensiero di stima e di piena condivisione delle sue battaglie contro ogni forma di illegalità in una delle aree più difficili del Paese"

    Slega la Calabria manifesta piena solidarietà e umana vicinanza al giornalista Michele Albanese, alla sua famiglia e al quotidiano. Michele Albanese è una figura che ha dimostrato passione, impegno civile, competenza professionale, attenzione verso il territorio della Piana e scrupolosità e correttezza nel suo lavoro di cronista. Una persona perbene e seria che si batte per dare all’opinione pubblica una informazione tempestiva, oggettiva e libera. Un professionista coraggioso che pur di garantire la libertà di stampa si espone a rischi che limitano la libertà personale e della sua famiglia. Ecco perché va sostenuto e difeso facendo quadrato attorno a lui e alla sua famiglia sia da parte delle istituzioni e delle Forze dell’Ordine sia del mondo politico e della società civile. E’ in questi momenti di acutezza dello scontro con la criminalità che bisogna far massa critica e battersi per garantire la libertà di stampa e delle persone nell’interesse generale del territorio della Piana e dell’intera comunità calabrese. Come Slega seguiremo con attenzione lo sviluppo di questa vicenda e parteciperemo ad auspicabili iniziative di solidarietà e di sostegno all’impegno civile e professionale di Miche Albanese.

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