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    Procuratore De Raho a Tabularasa: Gente ha più fiducia nello Stato e denuncia

     

    Procuratore De Raho a Tabularasa: Gente ha più fiducia nello Stato e denuncia

    16 lug 14 "Abbiamo lavorato costantemente ed i risultati si sono visti. La gente ha più fiducia e si sente protetta. Per questo denuncia. Siamo stati accusati di volere il male della Calabria, ma chi lo afferma dice di essere vicino ai calabresi e invece è vicino alla 'ndrangheta". Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho intervenendo alla rassegna culturale Tabularasa nel corso di una conversazione con gli organizzatori dell'iniziativa, Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, sul suo anno di attività nella città calabrese. "Se tutti i calabresi capissero che ciascuno è in grado di ottenere le cose con le proprie ricchezze personali, senza doversi rivolgersi ad un potentato e soggiacere ad una limitazione della propria libertà - ha aggiunto - allora si otterrebbero dei grandi risultati. Sono sicuro, però, che grazie al percorso che stiamo facendo con i giovani sulla legalità e grazie al fatto che si iniziano ad apprezzare i modelli positivi che hanno detto 'no' alla criminalità e non quelli che hanno detto 'sì', riusciremo a farcela". "Non bisogna avere paura - ha concluso il procuratore - e non bisogna averne mai, nemmeno di pronunciare la parola 'ndrangheta ad alta voce".

    Sacerdoti isolino cosche. "Il ruolo dei sacerdoti è fondamentale. Loro devono osservare la regola del Vangelo, prendere ad esempio Gesù ed isolare la 'ndrangheta". A dirlo è stato il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho intervenendo alla rassegna culturale Tabularasa e tornando sul problema degli "inchini" davanti le case dei boss fatti nel corso di alcune processioni religiose. "La Calabria - ha aggiunto Cafiero De Raho - partorisce geni che riescono a mostrare ai massimi livelli le proprie potenzialità solo fuori. Chi resta viene annientato perché qui c'è un male che distrugge tutto. La 'ndrangheta tutto distrugge e tutto annienta". "Paura e confusione sono - secondo il Procuratore di Reggio - le armi più potenti della 'ndrangheta. La paura che incute per ottenere il controllo e la confusione che utilizza a suo piacimento in alcune circostanze per far passare messaggi diversi dalla realtà. Prendiamo il caso di Oppido. La processione non ha seguito il percorso stabilito. Ad un certo punto ha deviato perché la Madonna si inchinasse davanti alla casa del boss. Questa è blasfemia e deve essere condannata in maniera assoluta, senza trovare giustificazioni. La 'ndrangheta cerca di utilizzare tutto ciò che c'è di buono e di meglio nella società per sfruttarlo a proprio piacimento. Ovunque ci sia da dimostrarsi potente e capace, il boss è presente, in chiesa come in altre situazioni, per dimostrare la supremazia". "Il boss della 'ndrangheta, quello vero - ha detto ancora Cafiero De Raho - si sente al di sopra di tutto, al di sopra del Papa, come fosse Dio. Questo è paganesimo e come tale va condannato, dalla Chiesa prima e dalla giustizia, se il caso lo richiede, poi".

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