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    Umbria Jazz 2014, che la festa cominci! A Perugia dall'11 luglio

     

    Umbria Jazz 2014, che la festa cominci! A Perugia dall'11 luglio

    08 lug 14 Si riaccendono i riflettori su Umbria Jazz, giunta quest’anno alla sua 41° edizione. Dall’11 luglio il gotha del jazz internazionale sarà nuovamente di scena a Perugia. Fino a domenica 20 luglio all’Arena Santa Giuliana e sugli altri palcoscenici del Festival (dal Teatro Morlacchi a Palazzo della Penna, a Piazza IV Novembre, ai Giardini Carducci, con l’aggiunta quest’anno della Sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria) sfileranno i giganti del jazz, i veterani del festival perugino, i musicisti in cerca di consacrazione, ma anche quelle giovani promesse che potrebbero rivelare tutto il loro talento ed imporsi, negli anni a venire, sulla scena jazzistica nazionale ed internazionale.
    Umbria Jazz funziona anche per questo. Non solo per riapprezzare le leggende della musica internazionale, autentiche icone del panorama jazzistico mondiale, ma anche per quanto di imprevedibile è in grado di riservare, con sorprese e rivelazioni sempre dietro l’angolo. E il programma messo a punto anche quest’anno da Carlo Pagnotta e dai suoi collaboratori ne è lo specchio fedele.

    Abbiamo provato ad immaginare una sorta di guida all’ascolto che possa orientare non solo il grande pubblico, ma soprattutto le schiere di jazzofili che saltano da un capo all’altro del centro storico perugino, tra le due estremità del Festival, dall’Arena Santa Giuliana al Teatro Morlacchi, attraverso quell’arteria sempre più brulicante di musica che è Corso Vannucci, teatro en plein air non solo per gli artisti di strada, ma soprattutto per la pluriconfermata street band dei Funk Off, presenza irrinunciabile di quel grande circo musicale che è Umbria Jazz.
    Tra i nomi di maggior richiamo c’è senza’altro il duo formato da Herbie Hancock e Wayne Shorter che saranno il 16 luglio all’Arena Santa Giuliana nel concerto che ha tanto il sapore della reunion, evocando i tempi in cui i due musicisti, erano gli anni ’60, militavano entrambi nel quintetto di Miles Davis.

    Paolo Fresu

    Paolo Fresu

    E’ il piano, in effetti, a far la parte del leone, tra gli strumenti principe di questa nuova edizione del Festival. Lo conferma anche il secondo set del 16 luglio all’Arena S.Giuliana, protagonista il pianista jamaicano Monty Alexander che con il suo Harlem Kingston Express mescolerà i grandi classici del jazz con un omaggio al re incontrastato del reggae Bob Marley. I tasti bianchi e neri saliranno in cattedra anche con la vocalist e regina del pianismo brasiliano Eliane Elias (arena Santa Giuliana – 14 luglio) che si esibirà con il suo quartetto. Nella stessa serata, a seguire, protagonista ancora il piano, grazie al concerto di Stefano Bollani, immancabile presenza anche quest’anno a Perugia (a lui toccò lo scorso anno far da cerimoniere al concerto del duo composto da Chick Corea ed Herbie Hancock). Bollani all’Arena Santa Giuliana sarà affiancato da uno dei suoi partner ricorrenti, il virtuoso del bandolim Hamilton de Holanda, sodale di vecchia data e artefice di quel progetto che ha partorito il disco “O que será”, considerato dall’autorevole rivista americana “Downbeat” come uno dei migliori album dello scorso anno. Special guest del concerto di Bollani e de Holanda la fenomenale clarinettista israeliana Anath Coen che il pianista italiano tenne a battesimo dagli schermi televisivi di Raitre della fortunata trasmissione “Sostiene Bollani”. Autentico trionfo del pianoforte quello che si preannuncia per la sera del 17 luglio all’Arena Santa Giuliana. Il primo set sarà occupato dal concerto del cubano Gonzalo Rubalcaba, leader di questo nuovo progetto, dal titolo “Volcan” che promette pirotecnie eruttive grazie anche all’apporto di altri tre musicisti all-stars: il chitarrista Josè Armando Gola, il batterista Horacio “El Negro” Hernandez e Giovanni Hidalgo alle percussioni. Nel secondo set si fronteggeranno altri due pianisti di particolare rilevanza e spessore che ritroveremo anche in altri festival jazz, in Italia, durante tutta l’estate: è la “strana coppia” formata dal dominicano Michel Camilo del quale è ancora vivo il ricordo del concerto dello scorso anno al “Morlacchi”, in coppia con il chitarrista flamenco Tomatito (una delle migliori esibizioni dell’edizione del quarantennale) e la pianista giapponese Hiromi, sulla cresta dell’onda già da qualche anno e ormai in piena ascesa.

    Cecile McLorin Salvant

    Fin qui i concerti dedicati al pianoforte. Poi le grandi voci femminili. In cima alla lista e alla nostra guida all’ascolto c’è senza dubbio Natalie Cole. Imperdibile il suo concerto in programma all’Arena il 18 luglio anche per il repertorio che la figlia del leggendario Nat King Cole proporrà ad Umbria Jazz, frutto del suo ultimo album “En Espagnol” con canzoni in lingua spagnola. Ma l’esibizione di Natalie Cole non sarà l’unica perla della sera del 18 luglio. A salire, dopo di lei, sul palco sarà Fiorella Mannoia. Chi segue da anni le evoluzioni della rossa per eccellenza della canzone italiana ha sempre immaginato cosa potrebbero diventare le sue canzoni riplasmate in chiave jazz con l’ausilio di musicisti del settore. L’occasione la offre proprio il concerto che terrà all’Arena S.Giuliana, accompagnata da due veterani di Umbria Jazz come il pianista Danilo Rea e il trombettista Fabrizio Bosso, In repertorio, oltre ai classici della cantante, un omaggio al Brasile e a Lucio Dalla, già celebrato dalla cantante nel disco “A Te”.

    E sempre a proposito di voci femminili, non si potrà rinunciare a cuor leggero al concerto di Cecile McLorin Salvant, il 17 luglio al Teatro Morlacchi. Lo scorso anno, nell’edizione del quarantennale, entrò in punta di piedi nel bel mezzo del concerto di Wynton Marsalis e della Jazz at Lincoln Center Orchestra all’Arena Santa Giuliana e con poche incursioni fece capire di che pasta era fatta. Indicata come una delle voci più interessanti del momento, quest’anno, anche dopo Orvieto, la cantante di Miami ha già scatenato, a soli ventiquattro anni, gli entusiasmi e qualche paragone con le ladies del jazz, da Billy Holiday a Ella Fitzgerald, ovviamente atteso alla prova dei fatti e che speriamo non possa nuocerle. Ne avremo un’ulteriore riprova. Per capire se realmente è nata una stella.

    Camilo

    Tra le altre interessanti proposte dell’edizione di quest’anno da non mancare il concerto di Paolo Fresu nel round midnight del 17 luglio, sempre al Morlacchi. Grande ritorno il suo dopo la memorabile esibizione dello scorso anno in duo con Omar Sosa. Stavolta il trombettista di Berchidda sarà alla testa del suo storico quintetto (con Tracanna, Zanchi, Cipelli e Fioravanti) con il quale ha appena sfornato il bellissimo album “30!”, dal titolo che evoca gli anni di un granitico e prolifico sodalizio.
    Dal Cile non arrivano soltanto le giovani promesse della pedata calcistica come accaduto al Mundial del Brasile, ma anche quelle della musica.
    Si tenda l’orecchio per averne la prova il prossimo 15 luglio (ancora una volta al Morlacchi) per il concerto di Melissa Aldana, sassofonista cilena di cui si dice un gran bene, già vista ad Orvieto lo scorso inverno e vincitrice nel 2013 del “Thelonious Monk International Jazz Saxophone Competition”. Il suo sound soffice ed accattivante ricorda molto da vicino le atmosfere newyorchesi. E’ a New York, infatti, che Melissa, allieva di George Garzone e Joe Lovano, si è stabilita. Del jazz della Grande Mela risulta impregnato anche il suo album “Free fall”, inciso per l’etichetta “Inner Circle Music” di Greg Osby. A Perugia sarà accompagnata dal Crash Trio e da due ospiti come Pablo Menares e Francisco Mela.
    Da segnalare ancora, senza rischiare la bulimìa musicale, lo “Yatra Quartet” con Enzo Pietropaoli, accompagnato dalla delicatissima tromba di Fulvio Sigurtà, da Julian Olivier Mazzariello e Alessandro Paternesi, formazione dal solido amalgama, già sperimentato con successo nei due capitoli del disco omonimo, “Yatra”, nei quali spiccava una struggente versione di “Gracias a la vida”. E poi l’esibizione, il 18 luglio, a mezzogiorno in punto e nella riscoperta Sala Podiani della Galleria Nazionale, del trio del pianista toscano Alessandro Lanzoni, vincitore nel 2013 del Top Jazz della rivista Musica Jazz e da più parti indicato come interessantissima promessa del jazz nazionale.

    A proposito di promesse, val bene, se resta qualche spazio libero tra le pieghe dei concerti principali, una puntata a Palazzo della Penna dove, grazie alla rinnovata collaborazione tra Umbria Jazz e il folignate “Young Jazz” di Giovanni Guidi, sarà possibile apprezzare la vetrina aperta sui giovani talenti provenienti da ogni dove. Accanto alle nuove leve del jazz spiccano poi alcuni senatori che con la loro esperienza nobilitano le giornate del Festival. E’ il caso del grande Renato Sellani (quotidiano il suo appuntamento alla “Bottega del vino” con l’inseparabile sodale Massimo Moriconi), ma è anche il caso di Franco Cerri che, nonostante le sue 88 primavere, tante quante quelle di Sellani, torna a Perugia, dopo aver fatto lo scorso anno da special guest nel concerto di Simona Molinari, con un disco nuovo di zecca, “Barber shop”, condensato di immarcescibili evergreen e splendidamente accompagnato da Dado Moroni, Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli. La formazione che lo affiancherà nella Sala Raffaello dell’Hotel Brufani (il 12 e il 13 luglio) è, invece, composta da Alberto Gurrisi, Daniele Mencarelli e Andrea Melani.

    Franco Cerri

    E quale migliore chiusura della schiera dei cosiddetti senatori il concerto di domenica 20 luglio, proposto dall’Orchestra di Dino e Franco Piana in memoria di un altro “grande vecchio” del jazz come Armando Trovajoli, scomparso nel 2013 a 95 anni, le cui colonne sonore, che hanno fatto la storia del cinema italiano, saranno riproposte grazie anche ad uno stuolo di ospiti speciali come Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto e Danilo Rea? Siamo certi che non mancherà tra i brani che saranno eseguiti quel “Profumo di donna”, dal film di Dino Risi, che resta, insieme a poche altre, una delle migliori rivisitazioni in chiave jazz che sia stata mai fatta di una colonna sonora cinematografica. (Giuseppe Di Donna)

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