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    Armi chimiche al porto di Gioia, iniziative e reazioni

     

     

    Armi chimiche al porto di Gioia, iniziative e reazioni

    18 gen 14 La questione delle armi siriane sarà discussa martedì nella commissione Ambiente del Consiglio regionale. A darne notizia è il il presidente della quarta commissione consiliare Ambiente e Territorio della Regione, Gianluca Gallo. "Apriremo una finestra conoscitiva - ha dichiarato Gallo - per approfondire la questione. Una decisione assunta anche a seguito della volontà manifestata dal presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, di sottoporre alla conferenza dei capigruppo, in calendario per lunedì prossimo, l'opportunità di fissare una seduta per discutere il caso delle armi chimiche siriane destinate ad essere stoccate nel porto di Gioia Tauro. Il presidente della quarta commissione, ha annunciato che, della questione, si occuperà anche la commissione Ambiente, al fine di avviare un'attività conoscitiva e di confronto che possa essere propedeutica e di sostegno alle iniziative che il Consiglio riterrà di assumere e portare avanti. Anche per dare risposte alle richieste e sollecitazioni che giungono da sindaci, associazioni e forze politiche, intendiamo favorire l'avvio di un percorso di conoscenza e interazione istituzionale che fin qui, per i silenzi del Governo, è mancato". La vicenda sarà discussa in seduta congiunta con la Terza commissione Sanità, presieduta da Salvatore Pacenza, in occasione di una serie di audizioni sul tema delle possibili correlazioni tra l'inquinamento ambientale e l'insorgenza di patologie neoplastiche.

    I Vescovi calabresi osservano con "preoccupazione la vicenda della nave che attraccherà nel porto di Gioia Tauro e che trasporta le armi chimiche della Siria". "Se è vero - è scritto in una nota - che tale operazione può essere letta in una prospettiva di rilancio del porto calabrese, è altrettanto vero che solo ora il Governo italiano si è accorto della necessità di valorizzare tale presidio". In ogni caso i Vescovi denunciano "l'assoluta mancanza di comunicazione delle operazioni alle autorità locali preposte alla sicurezza e chiamate a rappresentare la popolazione, auspicando che tali delicatissime procedure siano fatte nella più assoluta sicurezza al fine di garantire l'incolumità dei cittadini e del territorio. Si auspica inoltre che da tale vicenda si guardi al futuro di questo porto, volano per l'economia del Sud, con una attenzione diversa". "Cogliendo le sue opportunità, si valorizzino - dicono ancora i Vescovi - i suoi punti di forza rifuggendo luoghi comuni e stereotipi che, purtroppo, da tanti, troppi anni, accompagnano questa infrastruttura strategica per il domani di questa terra. E' giunto il momento di riservare alla Calabria quella attenzione non più procrastinabile per i suoi annosi problemi. I calabresi non possono più sopportare che la gestione del quotidiano sia sempre e solo emergenziale".

    "Fanno bene gli amministratori locali a dire no al trasbordo delle armi chimiche nel porto di Gioia Tauro e mi auguro che non ci sia stato un avvallo preventivo da parte di qualcuno". Lo ha detto a Reggio Calabria Maurizio Gasparri, di Forza Italia. "Trovo sconcertante - ha aggiunto Gasparri - la decisione del Governo, che si ricorda della Calabria solo se c'è da utilizzare Gioia Tauro per questa ambigua e forse rischiosa operazione. L'esecutivo deve correggere immediatamente questa decisione. Questa scelta è offensiva nei confronti della Calabria. Non so se il Governo avesse informato le autorità locali, ma in ogni caso la convocazione dei Sindaci da parte di Letta è tardiva".

    "Da sempre convinti sostenitori delle grandi potenzialità del Porto di Gioia Tauro, riteniamo che la scelta, operata dal Governo Italiano in sintonia con i vari soggetti internazionali interessati, vada affrontata, valutata e valorizzata con l'obiettivo di sostenere la strategicità della nostra infrastruttura in un più ampio ed efficiente 'sistema dei trasporti e della logistica integrata' in ambito nazionale, europeo ed internazionale". E' quanto affermano, in una nota congiunta, Paolo Tramonti e Annibale Fiorenza, rispettivamente segretario generale della Cisl e segretario generale della Fit-Cisl calabresi. "Con queste premesse - proseguono Tramonti e Fiorenza - e fatta salva l'adozione delle più rigorose procedure a salvaguardia della sicurezza dei lavoratori e dell'ambiente, nel richiamare la massima 'vigilanza di security' su tutti aspetti organizzativi ed operativi che coinvolgeranno i lavoratori portuali e marittimi, unitamente all'insieme del contesto territoriale e marino in cui le stesse operazioni di trasbordo verranno svolte, la Cisl e la Fit calabrese ritengono che ci siano tutte le condizioni infrastrutturali e le capacità professionali per compiere una parte importante di un percorso di pace mondiale. Nel salutare positivamente l'annunciata convocazione dei nostri rappresentanti delle istituzioni locali, del Governo regionale, dell'Autorità portuale e di tutti i soggetti coinvolti, si auspica che gli stessi riescano a valorizzare questa opportunità di confronto per rendere operativa una più adeguata attenzione dello stesso Governo nazionale e del parlamento europeo, sulle prospettive di crescita e di sviluppo non solo dell'Hub portuale ma dell'intera area retro portuale che, come più volte rivendicato, va inserita a pieno titolo nel 'Piano Nazionale della Logistica integrata' riconoscendo alla stessa le prerogative di essere classificata 'Zona Economica Speciale'". "La rappresentanza politica ed istituzionale - sottolineano i due dirigenti della Cisl - avrà quindi l'opportunità di dimostrare di essere 'classe dirigente' in grado di guidare le comunità e i territori e non farsi trascinare dalle confuse reazioni che, se pur animate da tanta buonafede, creano facili ed incontrollati allarmismi alimentati da una 'politica' che, non governando i processi e non dialogando, resta lontana dalla gente e dalle rappresentanze territoriali, rendendo altresì marginali le nostre comunità territori e le nostre infrastrutture. Noi pensiamo che la Calabria e l'area della Piana sono realtà che hanno in sè enormi potenzialità che attendono di essere valorizzate ed integrate nel sistema paese".

    Una delegazione di Forza Italia, capeggiata dal vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, e dal coordinatore regionale, Jole Santelli, ha incontrato un gruppo di sindaci della Piana di Gioia Tauro in merito al trasbordo di armi chimiche siriane nel porto di Gioia tauro. "Abbiamo espresso e continueremo a manifestare il nostro dissenso al Governo - afferma il deputato di Forza Italia Giuseppe Galati, che ha partecipato all'incontro - sul transito delle armi chimiche della Siria presso il Porto di Gioia Tauro. Nella visita fatta oggi al porto dalla delegazione di Forza Italia abbiamo espresso ai sindaci del Comuni ricadenti nell'area di Gioia Tauro tutta la nostra contrarietà verso la decisione del Governo che riteniamo assolutamente inopportuna, per le conseguenze che può arrecare al territorio, ed irrispettosa delle istituzioni locali e di riflesso della comunità calabrese, per le modalità in cui è maturata". "Oggi di colpo il Governo Letta - sottolinea ancora il deputato di Forza Italia - ritiene il porto di Gioia Tauro dotato dei requisiti migliori per realizzare questa operazione. Ci auguriamo che il Governo riconosca gli stessi requisiti di eccellenza nell'attivare politiche che possano favorire lo sviluppo economico dell'importante infrastruttura. Forza Italia si batterà affinché la decisione del Governo di fare transitare le armi chimiche nel porto calabrese venga al più presto revocata".

    "E' giusto che il Governo si faccia carico delle ansie dei cittadini che risiedono nei territori interessati alle operazioni di trasferimento delle armi chimiche provenienti dalla Siria". Lo sostiene, in una dichiarazione, Arturo Parisi, ex Ministro della Difesa, commentando le iniziative intraprese dal Governo in risposta all'allarme espresso da più parti in Calabria. "Confido che lo stesso impegno - aggiunge - sarà messo per coinvolgere e sensibilizzare le stesse popolazioni sull'utilità dell'operazione nella difesa della pace nel mondo e nel Mediterraneo". "Mi auguro - conclude Parisi - che questo impegno possa essere condiviso dal Governo nazionale, oltre che con le autorità del governo locale, con le organizzazioni di volontariato e innanzitutto con quelle che si sono votate alla difesa della pace".

    "L'attenzione riservata in questi giorni verso il porto di Gioia Tauro deve certamente essere accompagnata da misure concrete. Così come lo stesso presidente Scopelliti ha ribadito, è necessario un segno di attenzione da parte del governo nazionale". E' quanto afferma, in una dichiarazione, la vicepresidente della Regione, Antonella Stasi. "Da mesi - prosegue Stasi - la Giunta e poi il Consiglio regionale all'unanimità hanno approvato la nascita della Zes, la Zona economica speciale nel porto di Gioia Tauro, promuovendo nei confronti del governo nazionale una proposta di legge.Questo importante provvedimento è fermo nelle varie commissioni parlamentari. Se lo scalo gioiese viene definito da tutti unico e strategico per le sue caratteristiche, l'approvazione della Zes sarebbe un modo per dimostrare al territorio che il governo nazionale e l'Europa ritengono il porto calabrese non solo come area di stoccaggio di merci pericolose ma, soprattutto, come infrastruttura strategica europea e volano di sviluppo dell'economia nazionale". "Sono queste le risposte concrete che ci attendiamo dall'esecutivo nazionale - ha aggiunto Antonella Stasi - e il Presidente Scopelliti su questo provvedimento specifico ha scritto recentemente una missiva al Premier Letta e proprio qualche giorno fa il Ministero degli Affari europei ha dato la disponibilità ad aprire un tavolo, disponibilità che si deve tradurre operativamente. La sicurezza dei territori viene prima di ogni altra cosa e nessuna azione sarà realizzata in Calabria nel caso in cui dovesse ipotizzarsi un minimo rischio per i cittadini ed i lavoratori del porto. Ma oggi, più di prima come governo regionale, siamo determinati ad andare avanti sull'istituzione della Zes, molto di più in questi giorni dopo che il governo ha gridato al mondo intero il valore e l'importanza di questo porto. Adesso il Premier Letta dovrà dimostrarlo con i fatti".

    "Il dibattito acceso di questi ultimi giorni relativamente alle armi chimiche provenienti dalla Siria, ci ha permesso di apprendere da fonti autorevoli quali sono i ministri Bonino e Lupi ciò che realmente accade ed è accaduto al Porto di Gioia Tauro e possiamo affermare che non è bello scoprire che, in assoluto silenzio e senza alcuna tutela sanitaria e di sicurezza, nel nostro porto siano transitati materiali pericolosi". Lo afferma in una nota il segretario nazionale del Sul, il sindacato dei lavoratori del porto di Gioia Tauro, Antonio Pronestì "La notizia - aggiunge - è di quelle che fanno nascere tante domande e tante preoccupazioni. Dopo queste certezze, avendo assistito a diversi manifestazioni tumorali tra gli operatori del porto, stiamo valutando con i nostri studi legali se vi sono le condizioni per far aprire un'inchiesta per accertare responsabilità oggettive in merito alle perdite registrate e alle malattie manifestate tra gli operatori. Non si può pensare che qualcuno possa giocare con la salute e con la vita dei portuali gioiesi, ed è altrettanto improponibile che si possa pensare di fare "bella figura" con il Mondo sacrificando la nostra gente. La professionalità dei portuali di Gioia Tauro, dimostrata negli anni, ha reso lo scalo uno dei più importanti del Mondo e se ancora si regge in piedi non lo deve al Governo italiano che lo ha escluso dal Piano Nazionale della Logistica e non ha varato alcun provvedimento per tentare di rilanciarlo". "Il Ministro Lupi - prosegue Pronestì - che, insieme al ministro Bonino, vuole onorare gli impegni del governo italiano con l'Europa e l'Onu, oltre a riconoscere l'eccellenza del porto gioiese conosce quali sono le criticità? Conosce le proposte che da anni vengono inoltrate al Governo per non far morire questa realtà? Ha intenzione di prendere nella giusta considerazione la necessità di salvare l'occupazione in questa area e di rilanciare questa realtà? Se avessimo voluto affrontare con faziosità o superficialità il problema ci saremmo limitati a contestare e basta, ma la responsabilità ci impone di essere razionali e pragmatici e ribadiamo che Gioia Tauro è un porto di eccellenza che ha bisogno di interventi per il suo rilancio".

    "Il danno d'immagine e di credibilità che la vicenda di Gioia Tauro sta arrecando alla Calabria è gravissimo". E' quanto afferma, in una nota, il segretario regionale di Italia dei Valori, Mario Caligiuri. "Per quanto ci riguarda - prosegue Caligiuri - continueremo a denunciare con forza la scarsissima considerazione di cui gode la Calabria in questo momento a livello nazionale e internazionale. Mentre, infatti, la Sardegna e il suo presidente Cappellacci, dopo aver battuto i pugni sul tavolo oggi possono esultare per aver scampato il pericolo di diventare teatro delle operazioni di trasbordo delle sostanze chimiche siriane, la nostra regione, che è una regione denuclearizzata, continua ad essere considerata una sorta di "pattumiera", in cui chiunque può venire a "scaricare" i propri veleni, senza che nessuno, neanche il Governatore, ne sappia nulla e, soprattutto, senza ottenere dal governo nazionale assicurazioni e risposte chiare e convincenti rispetto ad una serie di domande che, come nel caso di Gioia Tauro, sorgono spontanee e che qui mi permetto di formulare organicamente: Qual è la necessità di trasbordare le sostanze chimiche a Gioia Tauro sulla nave americana Cap Ray? Perché non caricarle direttamente nel porto siriano di Latakia evitando il transito da porti terzi?". "Risulta vera o no la notizia - dice ancora Caligiuri - secondo la quale a Gioia Tauro si dovrà necessariamente far passare le merci attraverso le banchine, atteso che le navi coinvolte non sono navi-container, ma navi Ro-Ro, ovvero con portellone a carico orizzontale? Se ciò dovesse rispondere al vero, le operazioni di trasbordo avverrebbero, al contrario di quanto è stato detto, con sbarco a terra e stoccaggio, con tutti i rischi che tutto ciò comporta? Perché un porto come Gioia Tauro, che viene additato, spesso strumentalmente, assai pericoloso in termini di sicurezza per la sua posizione all'interno di un territorio controllato dalla 'ndrangheta, oggi viene improvvisamente giudicato come il porto più sicuro d'Italia? Non sarebbe stato più sicuro individuare un porto militare, considerato che i rischi dell'operazione sarebbero più legati alla sicurezza (atti terroristici) che non alla manipolazione delle sostanze, dichiarata a basso rischio? Il presidente Scopelliti era a conoscenza del fatto che nel 2013 il porto di Gioia Tauro ha gestito 30 mila tonnellate di sostanze tossiche di categoria 6.1 (su 1500 container) che è la stessa quantità del materiale in arrivo dalla Siria? Se è vero che vi sono molti porti che dal punto di vista della gestione e dello smaltimento di sostanze tossiche surclassano di gran lunga il porto di Gioia Tauro in termini di volumi e di prestazioni, perché non scegliere uno di questi?". "Se è vero - afferma ancora Caligiuri - che Scopelliti sapeva, come sostengono alcuni organi di stampa, che la scelta sarebbe ricaduta su Gioia Tauro sin dal 9 gennaio scorso, come mai in tutto questo tempo non ha detto una sola parola per far sentire le proteste della Calabria e dei calabresi? E se, come lui stesso sostiene, non ne sapeva nulla, non dovrebbe prendere atto della totale assenza di peso e relazioni con un governo sostenuto da un partito nel quale egli stesso aspira a diventare uno dei leader nazionali, dando immediatamente le proprie dimissioni?". "Mi auguro che dal tavolo convocato del premier Letta per martedì prossimo a Roma - conclude - arrivino risposte chiare e convincenti a queste sette domande e che, soprattutto, giungano impegni precisi su quale dovrà essere il ruolo del governo nazionale e di quello regionale per rilanciare questa grande infrastruttura posta nel cuore del Mediterraneo le cui potenzialità, se solo vi fosse un minimo di attenzione in più, sarebbero straordinarie".

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