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    Armi chimiche al Porto di Gioia, situazione tranquilla. Diverse le reazioni

    Porto Gioia Tauro

     

    Armi chimiche al Porto di Gioia, situazione tranquilla. Diverse le reazioni

    17 gen 14 Prosegue normalmente l'attività nel porto di Gioia Tauro all'indomani dell'annuncio dell'arrivo della nave danese Ark Futura carica delle armi chimiche siriane. Dalla barriera della dogana, dalla quale si accede allo scalo, il movimento di tir carichi di container e merce è ininterrotto. Le operazioni all'interno del porto vanno avanti a pieno regime. Anche se, spiega un portuale uscendo, tra i lavoratori c'è molta tensione. ''Ieri, saputa la notizia - racconta - tremavano tutti. Erano tutti preoccupati. Il fatto è che non abbiamo idea di cosa sia il materiale in arrivo''.

    A fine mese arriva la nave danese. E' previsto per la fine del mese l'arrivo nel porto di Gioia Tauro della nave danese Ark Futura che trasporta 60 container con 560 tonnellate di armi chimiche siriane. Una data certa ancora non c'è, ma secondo fonti bene informate in ambienti dell'Autorità portuale di Gioia Tauro l'arrivo dovrebbe avvenire dopo il 23 gennaio.

    Letta convocherà le parti. Il presidente del Consiglio Enrico Letta convocherà a Palazzo Chigi una riunione con tutte le parti coinvolte (Regione, sindaci, autorità portuali e Ad di Mct) dalla vicenda delle operazioni di trasbordo delle sostanze chimiche trasportate dalla Siria. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio Enrico Letta - si legge nella nota diffusa - convocherà a Palazzo Chigi il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, i sindaci dei Comuni di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, e di San Ferdinando, Domenico Madafferi, il presidente dell'Autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi, il comandante della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, Davide G. Barbagiovanni Minciullo, e l'amministratore delegato di Mct, Domenico Bagalà per la vicenda delle operazioni di trasbordo delle sostanze chimiche trasportate dalla Siria. La riunione servirà a chiarire i precisi termini dell'operazione e in particolare: - Negli anni 2012-2013 il porto di Gioia Tauro ha movimentato 3.048 container contenenti sostanze tossiche 6.1, per un totale di 60.168 tonnellate. - 28.075 tonnellate nel 2012 e 29.802 tonnellate nel 2013 sono state trasbordate da nave a nave; - 817 tonnellate nel 2012 e 827 tonnellate nel 2013 sono state sbarcate; - 264 tonnellate nel 2012 e 382 tonnellate nel 2013 sono state imbarcate.
    IL CARICO Il carico da trasbordare da nave e nave senza sbarco a terra e senza stoccaggio è costituito da circa 60 contenitori da 20 piedi contenenti merci pericolose appartenenti alla classe 6.1 (materie tossiche), classificazione in base al codice internazionale relativo al trasporto di merci pericolose adottato dall'Organizzazione marittima internazionale. Si tratta quindi di materiale appartenente alla medesima classe 6.1 di materia tossiche trattate in via ordinaria nel porto di Gioia Tauro
    LE NAVI Le navi impiegate sono un'unità danese che può movimentare il carico sia ro/ro (roll on - roll off) che lo/lo (lif on - lift off) e una unità americana che può imbarcare solo rotabili (ro-ro). a. La nave danese Ark Futura lunga 183,1 metri e larga 25,2 metri ha un pescaggio di 7,35 metri e 5 può sbarcare a mezzo gru di terra e/o a mezzo rotabili (mafi/truck) tramite rampe situate lateralmente e a poppa. Le rampe, sia poppiera che laterale, sono lunghe 15,5 metri (incluso il flap che ha una lunghezza di 3 metri). La rampa poppiera è larga 13,33 metri, mentre quella laterale 7 metri. b. La nave U.S. Cape Ray, lunga 197,5 metri e larga 32,2 metri, ha un pescaggio di 10,05 metri e può caricare solo a mezzo rampa poppiera orientabile fino a 33° (rampa orientabile "al quarto"). La rampa, lunga 44 metri e larga 7,3, essendo orientabile permette alla nave di poter ormeggiare, oltre che con poppa in radice, anche con lato dritto o con lato sinistro a banchina.
    IL PORTO DI GIOIA TAURO Le navi ormeggeranno alla banchina del MCT (Medcenter Container Terminal) di Gioia Tauro lunga 3.145 metri e con un pescaggio medio di 15,5 metri. Il terminale MCT è dotato di strutture sia fisse che mobili: 22 gru di banchina su rotaia, 1 gru su gomma gottwald, 90 straddle carrier, 3 reach stacker, 6 empty handler, 4 multitrailer (motrici + trenini), 7 ralle (motrice+trailer sia normali che mafi). Il terminalista ha confermato la possibilità di impiegare almeno due forklift da 40t adatti ad operare a bordo di navi. Il terminal è raggiungibile, per eventuali esigenze logistiche, attraverso la SS 18 e l'autostrada A3, senza interferire con la città. La scelta del porto di Gioia Tauro è stata operata, oltre che per le sue caratteristiche, anche in virtù delle informazioni e delle indicazioni fornite dal Comandante del porto circa la fattibilità tecnica dell'operazione. La scelta ha tenuto conto anche del fatto che il porto di Gioia Tauro attualmente già svolge attività di trashipment di merci pericolose classificate 6.1. Come si è detto, infatti, negli anni 2012-2013 il porto di Gioia Tauro ha movimentato 3.048 container contenenti sostanze tossiche 6.1, per un totale di 60.168 tonnellate. Il carico in arrivo dalla Siria, circa 60 container per un peso di circa 560 tonnellate, (la quantificazione precisa sarà possibile solo dopo la comunicazione da parte della nave danese che ancora deve ultimare il carico) può essere trasbordato sulla nave americana in un tempo stimato dalle 10 alle 24 ore.
    CONDIZIONI DI SICUREZZA La sicurezza per sostanze tossiche 6.1 è data dal sistema di packaging che avviene nell'assoluto rispetto delle norme internazionali in materia. Nel caso specifico il packaging viene effettuato da personale siriano addestrato all'uopo in Libano da funzionari dell'Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) che ne ha certificato la preparazione. Ispettori internazionali (non siriani) dell'Organizzazione vigileranno sulle procedure di packaging che prevedono tre strati di imballaggio. Una volta imballate le sostanze verranno caricate in appositi container totalmente stagni (come previsto dalla normativa internazionale). Prima del carico sulla nave danese è previsto il controllo da parte del Comandante delle certificazioni rilasciate dall'Opac, la quale ha assicurato una costante vigilanza nel corso delle navigazione per verificare l'insussistenza di fuoriuscita di sostanze. Nel porto di Gioia Tauro sarà, ovviamente, assicurata la necessaria vigilanza di security, sia lato terra che lato mare, per tutta la durata delle operazioni. Ispettori internazionali dell'Opac, con tecnici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e funzionari del Ministero degli Affari esteri, nonché con rappresentanti danesi e americani faranno prossimamente un sopralluogo nel porto di Gioia Tauro.

    Scopelliti: ascoltato appello. "E' stato accolto il mio appello e questo è importante". Lo ha detto parlando con i giornalisti a Lamezia Terme, a margine di un incontro col Ministro per la Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Alia, il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, commentando la decisione del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, di fissare un incontro per lunedì sul trasbordo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. "Noi arriveremo a quell'incontro - ha aggiunto Scopelliti - per chiedere garanzie e avere certezze e, quindi, per capire e per comprendere. Vogliamo interloquire con esperti internazionali che dovranno fornire risposte ai tanti dubbi e alle tante perplessità che nutrono sia le istituzioni che il territorio. E anche in quella circostanza, visto che si parla di Gioia Tauro come un porto sicuro e che può diventare il porto del disarmo internazionale, quale migliore occasione affinchè il Governo e il presidente Letta accolgano la richiesta della Regione Calabria, approvata in modo bipartisan dal Consiglio regionale, di istituire la zona economica speciale a Gioia Tauro". "Questo significherebbe - ha concluso il Governatore - dare una risposta seria e concreta ad una comunità, come quella calabrese, che per tanti decenni è stata trascurata dai Governi nazionali".

    Sindaco Bellofiore: apettiamo informazioni da Letta. "Aspettiamo di ricevere le informazioni ufficiali da parte del presidente Letta sulle operazioni che si andranno ad effettuare nel porto per lo smantellamento delle armi chimiche". Lo ha detto il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, dopo avere appreso dell'incontro fissato per lunedì dal Presidente del Consiglio. "Allo stato - ha aggiunto Bellofiore - rimaniamo preoccupati e vogliamo che venga scongiurato il potenziale pericolo che si appalesa per il nostro territorio"

    Palazzo Chgi: Porto Gioia attrezzato. Il porto di Gioa Tauro è attrezzato a operazioni come quella che si appresta a compiere per il trasbordo delle sostanze chimiche trasportate dalla Siria. Lo precisa Palazzo Chigi facendo presente che negli anni 2012-2013 il porto ha movimentato 3.048 container contenenti sostanze tossiche 6.1, per un totale di 60.168 tonnellate. La scelta del porto di Gioia Tauro - si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi - è stata operata, oltre che per le sue caratteristiche, anche in virtù delle informazioni e delle indicazioni fornite dal Comandante del porto circa la fattibilità tecnica dell'operazione. La scelta ha tenuto conto anche del fatto che il porto di Gioia Tauro attualmente già svolge attività di trashipment di merci pericolose classificate 6.1. Come si è detto, infatti, negli anni 2012-2013 il porto di Gioia Tauro ha movimentato 3.048 container contenenti sostanze tossiche 6.1, per un totale di 60.168 tonnellate. Il carico in arrivo dalla Siria, circa 60 container per un peso di circa 560 tonnellate, (la quantificazione precisa sarà possibile solo dopo la comunicazione da parte della nave danese che ancora deve ultimare il carico) può essere trasbordato sulla nave americana in un tempo stimato dalle 10 alle 24 ore. La sicurezza per sostanze tossiche 6.1 è data dal sistema di packaging che avviene nell'assoluto rispetto delle norme internazionali in materia. Nel caso specifico il packaging viene effettuato da personale siriano addestrato all'uopo in Libano da funzionari dell'Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) che ne ha certificato la preparazione. Ispettori internazionali (non siriani) dell'Organizzazione vigileranno sulle procedure di packaging che prevedono tre strati di imballaggio. Una volta imballate le sostanze verranno caricate in appositi container totalmente stagni (come previsto dalla normativa internazionale). Prima del carico sulla nave danese è previsto il controllo da parte del Comandante delle certificazioni rilasciate dall'Opac, la quale ha assicurato una costante vigilanza nel corso delle navigazione per verificare l'insussistenza di fuoriuscita di sostanze. Nel porto di Gioia Tauro sarà, ovviamente, assicurata la necessaria vigilanza di security, sia lato terra che lato mare, per tutta la durata delle operazioni. Ispettori internazionali dell'Opac, con tecnici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e funzionari del Ministero degli Affari esteri, nonché con rappresentanti danesi e americani faranno prossimamente un sopralluogo nel porto di Gioia Tauro.

    Opac: Con Gioia Tauro grande contributo Italia. "L'Italia ha dato un importante contributo agli sforzi internazionali per eliminare le armi chimiche siriane, da ultimo fornendo l'uso del porto di Gioia Tauro" per il trasbordo degli agenti chimici più pericolosi sulla nave Cape Ray che dovrà distruggerli. Lo ha ribadito il direttore generale dell'Organizzazione per le armi chimiche Ahmet Uzumcu, oggi a Bologna dove ha ricevuto il Sigillum Magnum d'oro dell'Università di Bologna e la Medaglia d'onore dell'Accademia delle Scienze.

    Sindaco San Ferdinando incontra Prefetto. Il sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi, incontrerà stasera il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, in merito all'arrivo della nave carica di armi chimiche siriane. E' stato il prefetto a convocare il sindaco per stasera. Madaffari ieri aveva profilato la possibilità, tra l'altro, di chiudere il porto. Un'eventualità, però, non percorribile. Oggi, invece, il sindaco, tornando sull'argomento, ha detto che "non è intenzione di nessuno fare le barricate, ma la nostra voce la faremo sentire''

    Lunedì incontro tra Sindaci reggino. Una grande assemblea dei sindaci della provincia di Reggio Calabria è in programma lunedì prossimo nella sala consiliare del Comune di San Ferdinando. A convocarla è stato il presidente dell'associazione dei sindaci della Piana ''Città degli Ulivi''. All'incontro, nel corso del quale sarà affrontato il problema relativo all'arrivo della nave con le armi chimiche siriane, è prevista la partecipazione anche di sindaci della provincia di Vibo e di Catanzaro. Anche il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, presidente del Comitato regionale delle autonomie locali, si è messo in contatto con il primo cittadino di San Ferdinando, Domenico Madafferi, per chiedere informazioni.

    Mons. Milito: Ci vuole molta attenzione. "Occorre, seppur dinanzi a notizie che non si aspettavano, essere un po' cauti e meno tempestivi. Non credo che le nostre autorità italiane, e quindi il governo, possano permettere che un'operazione di questo genere vada non a beneficio dell'Italia, che si tratti di Gioia Tauro o di un altro posto". Lo afferma il vescovo Oppido Mamertina-Palmi, mons. Francesco Milito, commentando a Radio Vaticana la questione dello smaltimento delle armi chimiche siriane. "Come credo che ci voglia molta attenzione, molta prudenza a non lasciarsi prendere dai titoli altisonanti. Bisogna rifarsi invece alle dichiarazioni del ministro Lupi, che su tutta la gamma delle problematiche, ha dato le spiegazioni giuste", ha aggiunto, spiegando che "va dato credito al governo. Bisogna stare tranquilli, perché il trasbordo delle armi intanto non avverrà a terra, ma avverrà nave per nave, e poi la stessa distruzione, per quanto come sempre apprendiamo dai giornali, avverrà in acque internazionali. E' comprensibile l'apprensione da parte di tutti, perché non si tratta di "regalini", però da qui a creare un disagio o a parlare di rischio di guerra civile, secondo me ce ne corre. E stiamo attenti che i titoli non siano più pesanti delle armi". Secondo mons. Milito, "se la Calabria fosse oggetto continuo, e in modo operativo, di tante attenzioni, chiaramente non vi sarebbe tanto clamore e tanto chiasso in alcune occasioni". E sui possibili interventi della criminalità organizzata, il vescovo ha aggiunto che in questo caso come in altri, le forze dell'ordine, e chi è competente in questi settori, vigileranno, come hanno fatto in altre occasioni: "Se qualcuno vuole metterci lo zampino, lo può mettere anche nelle cose più sante, e immaginiamoci in quelle che rappresentano delle problematiche, questo è evidente"

    Sindaco Gioia: Preoccupano parole Ministro. "Le dichiarazioni del ministro Lupi sui tremila container contenenti materiale chimico movimentati in due anni a Gioia Tauro sono gravissime". A dirlo è stato il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, che anche stamani si trova davanti alla dogana del porto di Gioia Tauro. ''Non so - ha aggiunto - quali siano le sue fonti, ma se tutto questo è vero crea ulteriore panico nella popolazione". "Noi non siamo a conoscenza di queste cose - ha aggiunto Bellofiore - anche se non abbiamo competenza sul porto. Anche se, in caso di incidenti, le conseguenze in presenza di agenti chimici non sarebbero limitate allo scalo''. Bellofiore ha anche espresso perplessità sulla possibilità di chiudere il porto avanzata ieri dal suo collega di San Ferdinando, Domenico Madafferi. ''Non è nella nostra giurisdizione'', ha detto.
    ''Mi fanno piacere le parole del ministro Lupi. Adesso predisponiamo subito un piano di precauzione al di là delle chiacchiere. E comunque ancora non abbiamo ricevuto alcuna notizia ufficiale''. Lo ha detto il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, in merito all'affermazione di stamane del ministro Lupi sul coinvolgimento dei sindaci. ''I cittadini - ha aggiunto - sono arrabbiati e preoccupati perché non sanno quello che succederà e si rivolgono al sindaco, che ancora non ha notizie ufficiali''.
    ''Dicono che il porto di Gioia Tauro sia stato scelto per il transito delle armi chimiche siriane perché è una delle migliore infrastrutture in Italia. Ed allora perché non mandano qui la Concordia per lo smantellamento?''. E' l'interrogativo che si pone il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore. ''A Gioia Tauro - ha aggiunto - ci mandano di tutto. Però, quando si è trattato di parlare di un'operazione che avrebbe un indubbio riscontro economico per il territorio quale quello della Concordia, il nostro porto non è stato neanche preso in considerazione''.

    Portuali: se così bravi perchè in cig? ''E' da ieri che sento dire che i portuali di Gioia Tauro sono tanto bravi e che per questo mandano qui le armi chimiche. Ma se è così, perché da anni ormai siamo tutti in cassa integrazione a rotazione?''. E' lo sfogo di un operaio portuale di Gioia Tauro all'uscita dallo scalo calabrese. ''I politici - aggiunge - invece di fare tante parole dovrebbero intervenire. Attualmente ci sono 456 colleghi su 1.200 dipendenti del terminalista Medcenter che si trovano in cassa integrazione. Nonostante questo a gennaio, nella prima settimana, abbiamo battuto tutti i record movimentando 52 mila container. E ci sono navi che restano in porto perché per mancanza di personale non vengono scaricate''. Secondo il portuale il numero di container che giungeranno dalla Siria, 65, potrebbero essere scaricati e caricati sulla nave statunitense in un paio d'ore.

    "Se il governo vorrà dialogare con la Regione Calabria dovrà avviare anche un tavolo coinvolgendo esperti internazionali e facendo chiarezza con tutte le istituzioni locali. In quel tavolo si dovrà discutere di tutto ciò che è necessario per dare una risposta alla Calabria". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, in merito al trasbordo nel porto di Gioia Tauro delle armi chimiche dalla Siria. "Se qualcuno vorrà parlare con i calabresi e con la Calabria - ha detto ancora Scopelliti - non basterà più soltanto chiarire solo in termini di sicurezza. A quel tavolo saranno fatte da parte nostra ulteriori proposte rispetto ad una mancanza di correttezza che il Governo ha messo in campo nei confronti di questo territorio".
    "Il ministro Lupi è un uomo che ha cultura di governo, quindi avverte la necessità che prima di muoversi rispetto a determinati scenari, vengano rispettati i livelli istituzionali". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti rispondendo ad una domanda sulle dichiarazioni del ministro delle infrastrutture che aveva parla di confronto con istituzioni locali e Regioni. "Il ministro Lupi - ha aggiunto Scopelliti - ha dato la disponibilità dei porti italiani, ma non si è occupato dei contatti con le organizzazioni internazionali che hanno siglato l'accordo. Il Presidente del Consiglio ed il Ministro degli Esteri avrebbero dovuto investire il territorio. Credo che in questo ci sia stata un'enorme carenza di comunicazione che ovviamente ha messo in difficoltà tutti quanti noi". "Che Lupi poi dica che quello di Gioia Tauro è un porto che ha determinate condizioni di sicurezza e che qui si realizzano carichi e scarichi di tonnellate di sostanze e che nessuno sappia questa cosa - ha concluso il presidente della Regione Calabria - è un discorso che apprendiamo da lui".

    "Dinanzi a scelte dal così forte impatto sociale come quella del trasbordo dell'arsenale chimico siriane nel porto di Gioia Tauro, occorre osservare la massima attenzione e procedere con il massimo rispetto delle più che legittime preoccupazioni espresse dalla popolazioni direttamente interessate". Lo sostiene, in una dichiarazione, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico. "Una soddisfacente e preventiva informazione, attraverso canali trasparenti, tra Governo e istituzioni regionali e locali - aggiunge - avrebbe evitato le reazioni vibrate di queste ore ed anche gli allarmismi che una simile notizia giustamente solleva. E' assolutamente imprescindibile, tuttavia, a questo punto, riattivare l'interlocuzione mancata tra centro e periferia e fare in modo che siano offerte al territorio le garanzie più assolute di difesa dell'ambiente e per l'incolumità dei lavoratori". "Della vicenda, ad ogni modo - conclude il presidente Talarico - lunedì prossimo a Reggio Calabria si occuperà la già convocata Conferenza dei presidenti dei Gruppi consiliari regionali. Gioia Tauro, il porto e l'intera area vanno considerati come punto di forza del Paese, non certo come luogo residuale".

    "Il Governo nazionale non può assumere decisioni che riguardano la Calabria senza una preventiva consultazione, o quantomeno fornire la dovuta informazione alle popolazioni ed alle amministrazioni locali". E' quanto afferma il Segretario Questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera. "A parte la decisione presa dall'alto senza alcuna consultazione e informazione, già di per sé grave - aggiunge - è fortemente preoccupante l'assoluta garanzia di sicurezza che dovrà accompagnare questa delicata operazione. Non è possibile che la Calabria sia ogni volta la scelta migliore solo quando si tratta di effettuare operazioni pericolose o quantomeno, come in questo caso, altamente rischiose per la popolazione. Sul porto di Gioia Tauro si sono spesi fiumi di parole, inerenti la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo, le sue potenzialità, ma al di là dei progetti, degli intendimenti, delle prospettive, compresa l'istituzione di una Zes, zona economica speciale, che rilancerebbe davvero lo scalo portuale calabrese, l'unico risultato finora è quello della sua scelta come luogo 'adatto' al trasbordo di materiale chimico altamente tossico destinato ad essere smaltito nell'oceano". "Per questo - prosegue Nucera - approvo pienamente l'indignazione e la protesta sollevata da alcuni Sindaci della Piana, che si dicono preoccupati da questa improvvisa decisione, sulla quale vige l'assoluta segretezza, anche in ordine alle misure di sicurezza che saranno intraprese durante il trasbordo dei container da una nave all'altra. Fortunatamente non si tratta di un'operazione imminente. C'è tutto il tempo, quindi, per avviare una seria consultazione che coinvolga le popolazioni residenti nell'immediato hinterland del porto. E' loro pieno diritto decidere sulla legittimità o meno di utilizzare parte del territorio dove vivono per una operazione internazionale dove l'Italia, purtroppo, è costretta a svolgere la parte più spiacevole e rischiosa". "Chiediamo che il Governo rispetti la Calabria, conceda a proprie spese l'istituzione di un referendum consultivo con il territorio, da tenersi entro trenta giorni. E' il solo modo, a mio parere, per rispettare la volontà popolare, e giungere ad una condivisione di una decisione che l'Italia, suo malgrado, ha dovuto assumere a livello internazionale. Ma soprattutto pretendiamo che, nel caso la scelta dello scalo portuale di Gioia Tauro sia confermata, siano assicurate tutte le necessarie garanzie di sicurezza, che riguardano sia i lavoratori portuali che saranno impegnati nel trasferimento dei container, sia per le popolazioni residenti nelle immediate vicinanze del Porto di Gioia Tauro, che in futuro dovrà essere considerato e valorizzato per le sue effettive capacità e potenzialità, e non come terra di confine dove svolgere incombenze, seppure di livello internazionale, che nessun altro vorrebbe che fossero svolte nel proprio territorio".

    "E' sacrosanta la preoccupazione e la protesta dei sindaci e dei cittadini della piana di Gioia Tauro, nonché di tanti cittadini calabresi, per la decisione presa dal governo Letta-Alfano, con il silenzio-assenso di Scopelliti, di fare approdare a bordo di due navi danesi trecentocinquanta tonnellate di armi chimiche siriane nel porto di Gioia". Lo afferma, in una dichiarazione, il coordinatore regionale di Sel, Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme. "La Calabria - aggiunge - viene puntualmente considerata come luogo a sovranità limitata, pronto ad ingoiare di tutto, dai rifiuti tossici alle armi chimiche, senza che il Governo e la politica regionali battano colpo. La salute dei cittadini, ed in primo luogo dei lavoratori del porto di Gioia Tauro, non può essere barattata e la nostra regione non può essere trattata sempre come luogo nel quale tutto deve essere subìto senza proteste. Mi auguro un sussulto di dignità perchè si mettano al primo posto la salute dei calabresi e del territorio". "Chiederò ai nostri parlamentari - conclude Speranza - di dare voce a queste preoccupazioni e alle proteste di queste giorni".

    "Il porto di Gioia Tauro è stato individuato dagli organi competenti per la sua eccellenza nel sapere trattare le sostanze di cui si sta parlando e che non sono armi chimiche". E' quanto sottolinea il ministro della Difesa Mario Mauro, lasciando Palazzo Chigi. A chi gli chiede di commentare la preoccupazione del presidente della Calabria Giuseppe Scopelliti il ministro replica: "Per chi ospita" una vicenda simile "é sempre un compito delicato e serio". Ma Mauro ci tiene a ribadire come "questa volta si tratti di movimentare 560 tonnellate mentre nell'ultimo anno sono oltre 30 mila tonnellate" di sostanze analoghe.

    "Il porto di Gioia Tauro deve essere considerato dal Governo un'eccellenza per i commerci non per lo smaltimenti dei veleni". Lo afferma il sindaco di Catanzaro e presidente del Comitato delle autonomie locali, Sergio Abramo. "Come presidente del Comitato delle Autonomie Locali - aggiunge - e come sindaco della Città Capoluogo di Regione, sono accanto ai sindaci di Gioia Tauro, San Ferdinando, Rosarno e di tutta la fascia tirrenica reggina nella loro giusta e sacrosanta protesta contro una decisione verticistica del Governo che mortifica ed umilia, ancora una volta, la nostra terra. Ovviamente, qui non è in discussione la missione di pace e di disarmo della Siria, né il ruolo che l'Italia deve avere in questa delicata fase. Il problema è che la Calabria è stata considerata quasi una pattumiera, una regione dove è possibile fare tutto e dove scaricare ogni questione spinosa, senza nemmeno avvertire la necessità di interpellare le istituzioni locali". "Devo ricordare - prosegue Abramo - alcuni precedenti davvero impressionanti, come l'ipotesi della centrale a carbone, sempre a Gioia Tauro, e l'installazione ad Isola Capo Rizzuto della base per i caccia F16. E' ora che la Calabria si faccia rispettare dal Governo. Sono a disposizione dei colleghi sindaci per ogni iniziativa che vorranno adottare per garantire la sicurezza alle popolazioni e salvaguardare l'ambiente naturale".

    "I sindaci di Gioia Tauro, S.Ferdinando e Rosarno non cedano alle proprie ambizioni come purtroppo e' sempre avvenuto in Calabria". Lo afferma in una nota l'ex parlamentare Aurelio Misiti. "Una battaglia- aggiunge - contro l'attracco delle navi provenienti dalla Siria può diventare un trampolino di lancio per politici locali senza alcun vantaggio per le popolazioni. E' questa invece l'occasione per dimostrare di essere sindaci moderni e attenti agli interessi reali della propria gente. Essi sanno come il semplice trasbordo di container, contenenti anche sostanze pericolose, nel porto avviene ogni giorno. Se si reagisse irrazionalmente bisognerebbe chiudere definitivamente il porto. La ragione invece consiglia di tenerlo aperto, anzi di incrementarne le attività. I sindaci e la Regione non devono spaventare i cittadini nel caso in discussione ma richiedere che l'operazione sia effettuata nella massima sicurezza come sempre e nello stesso tempo trattare col governo affinché i benefici economici siano tutti indirizzati nelle casse degli enti locali della piana".

    "La notizia che il Porto di Gioia Tauro accolga le armi chimiche provenienti dalla Siria, seppure nel contesto di un'operazione di disarmo sotto l'egida della Comunità internazionale, lascia sinceramente sgomenti". Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Pd Nino De Gaetano. "Non solamente - aggiunge - per la pericolosità dell'operazione sulla quale, in queste ore, si rincorrono le voci più disparate, ma soprattutto per il metodo della scelta del Porto della nostra Regione. Perché proprio Gioia Tauro? Le motivazioni addotte, che abbiamo appreso in queste ore, appaiono risibili. Ci si ricorda del Sud e della Calabria solo ed esclusivamente quando ci sono da stoccare rifiuti o compiere operazioni ad altissimo rischio per il territorio. Non è il solito piagnisteo meridionalista, ma è la pura verità dei fatti. Ancora una volta si passa sulla testa e la dignità dei Calabresi, ovviamente tenuti all'oscuro di tutto fino a quando la decisione non è, improvvisamente, balzata all'onore delle cronache. Tutto ciò è avvenuto nel silenzio totale da parte delle Istituzioni regionali. Il Presidente della Giunta Scopelliti, almeno fino a quando non è emerso il caso e si sono levate le indignate proteste della popolazione locale e dei Sindaci del Comprensorio, non ha ritenuto opportuno opporsi a questa decisione e neppure fare sentire la sua voce nei palazzi romani".

    "Sono pienamente condivisibili le serie preoccupazioni che da più parti giungono in merito al trasbordo nel porto di Gioia Tauro delle armi chimiche dalla Siria". Lo dichiara il consigliere regionale Tilde Minasi. "Le apprensioni manifestate - aggiunge - dagli amministratori locali, dai lavoratori portuali, dai cittadini, dall'associazionismo e dalle forze politiche - ben sintetizzate dalle dichiarazioni del presidente Scopelliti- e soprattutto la mancanza di comunicazioni ufficiali rese con una giusta tempistica e l'assenza di dettagli rilevanti sulle modalità di questa delicatissima operazione impongono un'assunzione di responsabilità del Governo centrale. Si sarebbe dovuto avviare un dialogo proficuo, strutturato e approfondito con le Istituzioni locali e regionali chiarendo, appunto, tutti i termini della vicenda in maniera trasparente ed innanzitutto ricercando il placet del territorio rispetto a tale procedimento. Il presidente della regione Sardegna ha affidato alla stampa dichiarazioni di soddisfazione per la contingenza che l'isola da lui governata abbia visto allontanarsi definitivamente il rischio di vedere attuato 'un vero e proprio delitto', ricordando agli organismi centrali dello Stato che le attenzioni verso la Sardegna, invece, dovrebbero essere concentrate sulle sue bellezze e peculiarità. Credo sia legittimo che il medesimo ragionamento venga attuato nei confronti della Calabria da parte delle amministrazioni che la guidano a vari livelli e dai calabresi, soprattutto per ciò che concerne rassicurazioni inerenti la salute pubblica e la sicurezza. In merito alle operazioni di transito e trasferimento delle armi chimiche - conclude Tilde Minasi- auspico che si riesca a mettere in moto un pool di natura tecnico - politica, che insieme a figure altamente specializzate ed al ministro degli Esteri, riesca ad essere presente al più presto in Calabria per fornire tutti i chiarimenti che, con urgenza, chiediamo a gran voce".

    "Indipendentemente dalle nobili e condivisibili finalità volte a garantire la pace universale, proprio per l'altissimo spessore della delicatissima operazione, nell'Olimpo politico qualcuno avrebbe dovuto intuire che, all'uopo, qualsiasi opzione geografica e segnatamente quella particolarmente peculiare di Gioia Tauro non s'impone ma caso mai si concorda con le espressioni politiche territoriali". Lo afferma in una nota il presidente della Commissione di vigilanza e controllo del Consiglio regionale, Aurelio Chizzoniti. "Non posso - aggiunge - non ricordare a me stesso che se a livello governativo si fosse profuso lo stesso determinato impegno anche per la vicenda dei Marò letteralmente "sequestrati" in India, probabilmente gli stessi sarebbero da tempo rientrati in Italia. Il cui potere negoziale, nel caso di specie, resta molto vicino allo zero. Non posso non allinearmi, senza se e senza ma, con i Sindaci dell'area di Gioia Tauro che, evidentemente, conoscono la realtà ambientale molto meglio di tanti soloni la cui distrazione rischia di scontrarsi con innegabili fattori di rischio, non escluse criticità criminali che, ex se, avrebbero dovuto suggerire un responsabile ed opportuno approfondimento della frettolosa scelta del porto calabrese".

    "Trovo francamente preoccupanti e molto poco istituzionali le parole espresse dal presidente della Regione Calabria, Scopelliti". Lo afferma in una nota il segretario generale della Filt-Cgil della Calabria, Nino Costantino. "Preoccupanti - aggiunge - per il riferimento alla guerra civile: quelle armi saranno distrutte proprio per evitare guerre civili e distruzione e morte in altre parti del mondo. E se dovessi riconoscere un solo merito al governo nazionale è proprio quello di essere stato, assieme ad altri Paesi, uno degli artefici di una operazione militare internazionale in grado di operare una imponente distruzione di armi chimiche. E' in corso, insomma, una grande operazione internazionale per la pace ed il disarmo in linea con i principi di cooperazione internazionale e di pace che la Cgil ha da sempre propugnato". "Ecco perché come Cgil, a tutti i livelli - prosegue Costantino - abbiamo espresso con nettezza una posizione chiara senza farci prendere dall'irrazionalità ma chiedendo, ovviamente, che l'intera operazione si svolga con la certezza della massima sicurezza per i lavoratori e le popolazioni. E se la scelta è ricaduta su Gioia Tauro vuol dire che è uno degli hub tecnologicamente più avanzati e, probabilmente, l'unico a poter garantire il trasbordo da nave a nave senza stoccare i containers nei piazzali. Ci appare, invece, sensato e importante chiedere al Governo nazionale, per le stesse ragioni per cui ha individuato il porto di Gioia come il più adatto per questa delicata operazione, di rafforzarne la capacità commerciale e di garantirne lo sviluppo industriale. Anche perché da tempo noi chiediamo il rientro dei circa 500 lavoratori in cassa integrazione".

    "Non possiamo non guardare con favore alla più grande operazione di disarmo degli ultimi anni, probabilmente dalla fine della Guerra fredda". Lo afferma in una nota il referente del Coordinamento Piana di Gioia Tauro di Libera, Don Pino Demasi. "Un'operazione, quella del disarmo chimico della Siria - aggiunge - che ha messo d'accordo Russia e Stati Uniti, Assad e le Nazioni Unite, le potenze Sciite e quelle Sunnite. Un'operazione che va nella direzione della costruzione della pace, da noi sempre auspicata. Ed è positivo che l'Italia non si sia tirata indietro e abbia scelto di schierarsi concretamente dalla parte di chi, sempre più, intende fare del Mediterraneo un mare di Pace. Registriamo anche con favore il fatto che Gioia Tauro sia stato visto come un porto di eccellenza con tutti i requisiti per ospitare l'operazione di trasbordo. Anche se non possiamo non esprimere il nostro rammarico per tutte quelle volte che il porto di Gioia Tauro non viene tenuto in considerazione, specie quando si tratta di programmare il suo potenziamento e lo sviluppo dell'indotto". "In merito all'operazione ed alla scelta di Gioia Tauro - prosegue Demasi - non possiamo, però, non criticare il metodo. Denunciamo con forza la mancanza di una consultazione seria e pacata con i sindaci e le istituzioni del territorio allo scopo di verificare non solo la fattibilità del porto, su cui non abbiamo dubbi, ma anche la fattibilità, in caso di malaugurate situazioni di criticità, delle strutture sanitarie del territorio, sulle quali invece nutriamo seri dubbi. A questo punto auspichiamo che il Governo corra ai ripari soprattutto mettendo in atto una completa e continua informazione sulle misure di sicurezza e su tutte le fasi dell'operazione".

    "Se è vero che non bisogna tirarsi indietro davanti agli impegni internazionali, ancor più vero è che prima bisogna pensare a tutelare il nostro Paese e poi tutti gli altri". Lo afferma il senatore di Forza Italia Domenico Scilipoti. "Il porto di Gioia Tauro - aggiunge - è nato, senza risultati, purtroppo, per rilanciare una politica industriale del sud. Al ministro Bonino ricordo che avere una popolazione tranquilla, mite e pronta alla collaborazione con il Governo non significa essere cittadini di serie B. Il porto di Gioia Tauro non è adatto a ricevere materiale chimico e quindi non è uno scalo pronto per trattare sostanze micidiali e per questo dovremmo solo dedicarci al controllo e pattugliamento delle navi in transito e non ad altro". "La cosa più grave, come ha ricordato il ministro Lupi - conclude Scilipoti - è stata che durante il Governo Monti il porto è stato già usato per trattare materiali simili e chi in Calabria doveva sorvegliare non l'ha fatto.

    L'europarlamentare di Forza Italia Sergio Silvestris sarà domani a Gioia Tauro alle 13 per incontrare nella sede del Comune i sindaci di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, e di San Ferdinando, Domenico Madafferi, e la vicepresidente della Regione Calabria, Antonella Stasi. "L'individuazione di stazioni di stoccaggio per operazioni così importanti e delicate - afferma Silvestris - dovrebbe avvenire nella massima garanzia di sicurezza per il territorio. E se il porto di Gioia Tauro fosse un approdo sicuro, non si capisce perché il Governo italiano non abbia preventivamente acquisito il parere delle istituzioni e delle popolazioni del territorio. Sono molto impressionato anche dalla reazione del presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che ha addirittura annunciato il rischio di guerra civile dopo che il ministro competente Maurizio Lupi aveva pubblicamente confermato sia l'operazione che i requisiti di sicurezza". "Sono solidale - aggiunge - con il presidente Scopelliti che è stato ignorato dal Governo, che non lo aveva né consultato né informato su una simile scelta. Questa umiliazione dei cittadini della Calabria ad opera del Governo nazionale non è minimamente tollerabile. Per questo domani ascolterò le ragioni dei sindaci per farmene immediatamente portavoce presso le Istituzioni europee. Il Governo italiano non pensi di poter umiliare la Calabria e il sud nel silenzio e nell'indifferenza generale".

    "Vogliamo sapere perché viene sempre scelta la Calabria per certi lavori e non per altri". Lo affermano in una nota stampa i parlamentari M5S calabresi Dalila Nesci, Federica Dieni, Nicola Morra e Paolo Parentela, con riferimento al trasbordo navale di armi chimiche siriane che avverrà nel porto di Gioia Tauro. "Al momento - aggiungono - occorre frenare il terrore diffuso provocato dalla tardiva e improvvida comunicazione del governo e da dichiarazioni politiche di pancia, anche di nostri colleghi. Si tratta di un'operazione internazionale di pace che riguarda il passaggio in mare da nave a nave di container con gas per uso bellico. Abbiamo sentito degli esperti, che ci hanno spiegato l'assenza di rischi nell'operazione, se adeguatamente condotta e gestita logisticamente". "Tuttavia - sottolineano i parlamentari Cinque Stelle - ciò non solleva il governo dal dovere di riferire compiutamente ai sindaci, che sono i responsabili della salute sui territori, e di fornire tutte le informazioni necessarie perché la popolazione comprenda i fatti. Per questo motivo abbiamo chiesto al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi di recarsi a Gioia Tauro, al fine di fornire tutti gli elementi che rassicurino gli amministratori locali e quindi i cittadini. Non ci sarà alcun tipo di problema, come hanno sottolineato e analizzato con competenza i colleghi M5s della commissione Esteri. Resta fermo che ci interesseremo direttamente della vicenda affinché tutto sia fatto nel rispetto delle regole e dei cittadini della Piana di Gioia Tauro". "La Calabria - concludono - non può essere utilizzata per il trasbordo di armi chimiche e dimenticata, ad esempio, per lo smaltimento della nave 'Concordia', che potrebbe avvenire nel porto di Gioia Tauro, portando lavoro ed economie. Concordiamo sul punto con Renato Bellofiore, sindaco di Gioia Tauro, auspicando che il governo compensi la popolazione calabrese per l'agitazione che sta subendo, magari annullando il progetto del rigassificatore nell'area".

    "Non ho mai avuto dubbi sul fatto che nessun membro del Governo italiano avrebbe accettato l'operazione di trasbordo delle armi chimiche siriane se questa operazione avesse rappresentato un rischio per i cittadini residenti in quei territori, ma decidere l'operazione senza coinvolgere nella decisione i rappresentanti istituzionali delle popolazioni coinvolte è stato un errore gravissimo ed ingiustificabile". Lo afferma, in una dichiarazione, la deputata del Nuovo Centrodestra Rosanna Scopelliti. "Anch'io - aggiunge - ho appreso la notizia dalla stampa, ed attivandomi immediatamente per aver ulteriori informazioni ho avuto nella serata di ieri ampie rassicurazioni personalmente dal ministro Lupi, informazioni peraltro oggi presenti sul quotidiano La Repubblica. Il ministro mi ha messa a conoscenza del fatto che nel biennio 2012/2013 nello stesso porto di Gioia Tauro sono state trasbordate ben 60 mila tonnellate, pari a circa tremila container) di sostanze chimiche dello stesso tipo di quelle che verranno trasbordate a Gioia Tauro nei prossimi giorni, che saranno pari a 560 tonnellate, e che quindi la scelta del porto calabrese è stata fatta proprio in virtù di questa grande professionalità ed esperienza che ha acquisito rispetto ad altri scali. Per la verità, avrei voluto apprendere che i lavoratori del porto di Gioia Tauro sono i migliori d'Italia e forse d'Europa nel contesto del riconoscimento di più gratificanti retribuzioni per loro e più grandi ricadute economiche per il territorio calabrese, e non per la capacità di gestire operazioni a rischio di livello mondiale, ma non è mai troppo tardi: i riflettori accessi su Gioia Tauro da questa vicenda potrebbero servire a definire un più giusto rapporto di costi e benefici tra i grandi interessi nazionali, come in questo caso, o in quello della realizzazione del rigassificatore o del termovalorizzatore, ed i cittadini residenti nella Piana di Gioia Tauro, che dovrebbero quanto meno vedersi riconosciuti concretamente i loro meriti e l'assunzione di tanti rischi rispetto al bene comune. Sono molto d'accordo con il sindaco di Gioia Tauro, ad esempio, sul fatto che si potrebbe cominciare con l'assegnare al Porto di Gioia Tauro la demolizione della nave Concordia, naufragata all'isola del Giglio, con tutto l'indotto occupazionale, sia pure temporaneo,che questo compito comporterebbe". "Non sono invece assolutamente d'accordo, ed anzi stigmatizzo fortemente - dice ancora Rosanna Scopelliti - con chi gioca cinicamente con le paure anche giustificabili della popolazione ignara della realtà, ed in questo concordo pienamente con il ministro Lupi, secondo il quale lo Stato chiede serietà e senso di responsabilità a tutti coloro che lo rappresentano, sia a livello nazionale che locale, e che non si può spaventare la popolazione, o giocare a terrorizzare nessuno su un'operazione certamente delicata, eppure simile a quelle che ogni giorno vengono condotte nei porti della penisola. Lo stesso ministro Lupi ha però concordato pienamente con me sul gravissimo ed ingiustificabile errore di non aver informato e debitamente coinvolto i sindaci del territorio e tutti i rappresentanti delle istituzioni calabresi, errore di cui chi l'ha commesso dovrebbe farsi carico facendo ammenda e convocandoli immediatamente ad un tavolo che intanto sia di informazione scientifica e diretta per questa vicenda, al fine di tranquillizzare la popolazione residente ed i lavoratori del porto, ma anche di opportuna sintesi tra l'interesse nazionale ed il legittimo interesse di autotutela e riconoscimento dei propri diritti inalienabili da parte dei rappresentanti delle popolazioni della Piana di Gioia Tauro e della Calabria intera".

    Quelle che verranno svolte nel porto di Gioia Tauro "sono operazioni non pericolose". Lo ha detto Ferruccio Trifirò, del comitato scientifico dell'Opac (Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche), intervenuto a Effetto Giorno, su Radio24, secondo quanto riferisce un comunicato dell'emittente. "L'attività che viene fatta in Italia - ha aggiunto - è solo il trasbordo di alcune cisterne che contengono sostanze chimiche tossiche. Devono essere operazioni fatte sotto controllo, quello che dà garanzia è la presenza di esperti dell'Opac che fanno da garanti. Poi l'eventuale pericolo riguarda anche loro. Quindi sono persone esperte, che in più stanno anche attente. E' un'operazione di trasbordo, non un'operazione chimica".

    La propria "assoluta contrarietà alla scelta del Governo di far transitare sul porto di Gioia Tauro le navi danesi contenenti le armi chimiche siriane che altre regioni italiane e altri Stati nazionali invece hanno rifiutato" è stata espressa da una delegazione di Forza Italia della Calabria nel corso di un incontro che ha avuto oggi pomeriggio col presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. "Tale contrarietà sarà manifestata da Forza Italia - è detto in un comunicato dell'ufficio stampa della Giunta - sia in sede regionale che in sede nazionale davanti al Governo". "Lo stesso presidente Scopelliti - si afferma ancora nel comunicato - ha condiviso lo spirito della discussione in merito alla vicenda del porto di Gioia Tauro".

    "Non abbassate la guardia e continuate, piuttosto, a tenere alta l'attenzione su una vicenda che riguarda non solo la Calabria, ma l'intero Paese". E' l'appello che il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e vicesegretario della Fnsi, Carlo Parisi, rivolge "a tutti gli organi di informazione, locali e nazionali", in riferimento all'annunciato trasbordo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. Un appello, quello del vicesegretario della Federazione Nazionale della Stampa, che si aggiunge a quelli degli amministratori locali e degli stessi vertici della Regione Calabria, "tutti unanimemente preoccupati - sottolinea Parisi - per una vicenda di cui fino a ieri non si sapeva nulla e che, anche per questo, ora desta ancor più preoccupazione tra i lavoratori interessati dall'operazione e la popolazione calabrese. Una paura ragionevolissima che rischia di diventare panico, se alimentata da informazioni scarse e approssimative che, a quanto pare, sono le uniche arrivate sinora ai media". "Cari colleghi - afferma ancora il vicesegretario della Fnsi - siate consapevoli del ruolo strategico e fondamentale che svolgete e dovete svolgere in questa vicenda: informatevi, chiedete, scrivete, raccontate, fate da limpida cassa di risonanza alla voce del popolo e a quella del governo, locale e centrale, da cui attendiamo risposte, a questo punto, trasparenti e sicure".

    Del trasbordo a Gioia Tauro dell'arsenale chimico siriano si è discusso nel corso della riunione del gruppo di Forza Italia tenutasi a Lamezia Terme alla presenza del coordinatore regionale, on Iole Santelli. "Forza Italia - si legge in una nota diffusa a conclusione dei lavori - consapevole che la pace nella tormentata area mediorientale sia obiettivo ineludibile, e tenuto conto del grande sforzo prodotto dalle istituzioni internazionali e dalle grandi potenze per assicurare la tenuta della pacificazione tra le parti belligeranti, tuttavia, non può sottacere il grave comportamento assunto dal Governo Letta, costretto ad ammettere la verità sull'operazione 'Gioia Tauro' dopo le vibrate proteste provenienti dai sindacati dei portuali e da tutte le istituzioni locali del territorio pianigiano. Al di là di ogni, pur opinabile, rassicurazione tecnologica sul buon esito dell'operazione di bonifica delle armi di distruzione di massa siriane che saranno stoccate temporaneamente a Gioia Tauro, rimane tutta l'incapacità politica di Letta e dei suoi ministri per non aver coinvolto in maniera consapevole i rappresentanti delle istituzioni locali". "Con questi intendimenti - si afferma ancora nel comunicato - la coordinatrice regionale Jole Santelli con un'ampia delegazione composta da parlamentari, consiglieri regionali, provinciali ed amministratori locali, domani si recherà alle ore 13 all'autorità portuale di Gioia Tauro per rappresentare non solo l'assoluto dissenso ma anche per imporre chiarezza al Governo su una vicenda i cui tratti, sotto molti aspetti, si profilano appannati e sottolineano, ancora una volta, l'andamento ondivago. Forza Italia si dichiara nettamente contraria a questa operazione e si impegna ad avviare le opportune iniziative per diradare ogni ombra su un'operazione che rappresenta un vero pericolo per la sicurezza di intere comunità".

    "Il trasbordo nel porto di Gioia Tauro di materiale chimico sensibile è fuor di dubbio, per come abbiamo già rilevato ieri, che possa rappresentare un rischio per la salute delle comunità della Piana. A voler tacere dei rischi per la sicurezza, in considerazione che le sostanze oggetto del trasbordo hanno un valore anche dal punto di vista militare". E' quanto afferma in una nota il presidente del gruppo del Pd in Consiglio regionale, Sandro Principe. "Ribadiamo la nostra vicinanza e solidarietà - prosegue Principe - alle comunità interessate ed ai sindaci che stanno conducendo una legittima ed apprezzabile battaglia. Ribadiamo, altresì, la nostra richiesta al Governo di tutelare nel modo più assoluto la salute dei cittadini calabresi e di garantire la massima sicurezza dell'area. Riteniamo, però, incredibile che il trasbordo in Gioia Tauro di questo materiale, che da quanto è dato sapere ha luogo da circa un anno, sia avvenuto senza che il Presidente della Regione sia stato informato. Questa considerazione non può non dar luogo a gravi valutazioni politiche ed istituzionali. Bene fa il Presidente del Consiglio ad assumere direttamente ogni decisione su questa delicata questione". "Al Presidente Letta - aggiunge - chiediamo ancora di garantire i calabresi rispetto ai gravi pericoli di cui si è detto. Non è questo il momento di porre in essere polemiche interne al sistema politico calabrese. E' fuor di dubbio, però che nessuno può disconoscere la lunga battaglia dei democratici calabresi perché Gioia Tauro venga riconosciuta una eccellenza dell'intero Paese e che ciò comporta investimenti nelle infrastrutture per meglio collegare il porto all'Italia ed all'Europa, sgravi fiscali e contributivi ed una riduzione sostanziale delle accise sul carburante e delle tasse di ancoraggio. E' parimenti indubitabile la battaglia in Consiglio Regionale condotta dai democratici per contribuire a proporre che Gioia Tauro diventi zona economica speciale. Richiesta che ribadiamo con forza sul piano politico".

    "Come Acli non possiamo, ovviamente, non essere d'accordo con i principi su cui si fonda l'Onu, come la pace mediante il mantenimento della sicurezza internazionale, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti gli individui e la promozione del disarmo". Lo afferma il presidente regionale delle Acli, Saverio Sergi. "Non concordiamo però - aggiunge - sulle modalità messe in atto dal Governo italiano rispetto alla scelta del Porto di Gioia Tauro per lo stoccaggio di aggressivi chimici. Possibile che ci si ricordi di questa importante infrastruttura per il Mediterraneo in questa occasione? Possibile che la Calabria debba essere messa a rischio solo perché è la regione d'Italia più debole economicamente? Ma non si può prescindere dal territorio. Si sarebbe dovuto avviare un percorso di condivisione con le Istituzioni territoriali, Regione e Comuni coinvolti e con l'autorità Portuale. Solidarizziamo con quei lavoratori che dovrebbero avere a che fare con materiale così pericoloso e che si rifiutano di farlo. É necessario sapere nel dettaglio, da subito, come si dovrebbero svolgere le operazioni, conoscere i rischi che tali operazioni comportano, e almeno stipulare tramite questa occasione un accordo di collaborazione internazione continua e costante per altro tipo di scambi e commerci".

    "La decisione assunta dal Governo, in accordo con le autorità internazionali, di destinare al porto Gioia Tauro il carico contenente le armi chimiche siriane, costituisce un danno gravissimo per la nostra regione". Lo afferma il presidente di Federturismo della Calabria, Giuseppe Nucera. "Tale scelta, peraltro, è stata appresa - aggiunge - dalle istituzioni locali e da tutti i soggetti interessati solo all'ultimo momento e attraverso gli organi di informazione, a riprova della sconcertante incapacità di dialogo, da parte degli organi di governo nazionale, con il contesto calabrese. Non si riesce davvero a comprendere come sia possibile che alla nostra regione vengano puntualmente imposte dall'alto decisioni così importanti senza il necessario coinvolgimento del suo tessuto sociale. Nel caso specifico, il governo, ha deciso di assumersi una responsabilità a dir poco enorme sia sotto il profilo della sicurezza per la popolazione che della tutela ambientale. Non è ammissibile accettare supinamente che la Calabria diventi una sorta di Chernobyl d'Italia. Non rimarremo immobili di fronte a una vicenda che rischia di infliggere un colpo durissimo ai già faticosi sforzi in atto, per rilanciare le politiche di sviluppo turistico".

    "Dopo anni di silenzio e malcelata indifferenza, il Governo riscopre l'importanza strategica del porto di Gioia Tauro". Lo afferma in una nota Giuseppe Soriero, già Presidente del Comitato interministeriale per l''area e il porto di Gioia Tauro presso la Presidenza del Consiglio. "Ma la Calabria - aggiunge - non può essere sempre "la figlia prediletta del giorno dopo", "Hub del Mediterraneo", "eccellenza italiana" e via così a sperticarsi in elogi per l'unico porto in grado, secondo il Ministro Lupi, di accogliere in sicurezza il set da piccolo (dittatore) chimico di Assad. Sia chiaro: se il porto di Gioia è all'altezza di ogni sfida, perché tirarlo fuori dal cassetto della disattenzione nazionale solo in questa circostanza? Ora che finalmente si sono riaccesi i riflettori, è importante che non vengano spenti subito dopo la conclusione delle delicatissime operazioni preannunciate. E' questo il momento di suscitare, innanzitutto, una forte mobilitazione di energie sociali, civili, culturali in grado di vigilare affinché tutto avvenga in completa sicurezza. E i diversi livelli istituzionali devono saper tenere alta l'attenzione, con continuità, per stroncare altri traffici illegali che, annualmente, "animano" l'area portuale e non solo. Infine, è auspicabile che gli amministratori regionali e locali e le organizzazioni sindacali sappiano interpretare questa nuova sfida per ottenere dal Governo e dal Parlamento il riconoscimento immediato di misure eccezionali a sostegno della strategicità logistica dell'area"

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