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    Vescovo Catanzaro "Troppe violenze, serve cultura disarmo"

     

     

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    10 gen 14 "C'è troppa violenza nel mondo, in Italia, in Calabria, nella società, contro gli immigrati, contro le donne, contro i bambini, contro gli anziani, contro i diversi, nelle città, nel mondo del lavoro, nel rapporto con l'ambiente, troppa censura nell'informazione". Lo afferma l'arcivescovo di Catanzaro, mons. Vincenzo Bertolone, nel messaggio in occasione della Marcia della pace a Borgia. "Nel mondo, ci sono - aggiunge - troppi conflitti, troppe guerre, troppe ingiustizie, troppe disuguaglianze, troppe persone muoiono di fame, di sete e per malattie infettive. In Italia, c'è troppa mafia, troppa corruzione, troppo malcostume, troppa evasione fiscale, troppo razzismo, troppo egoismo, troppa falsità, troppa censura e purtroppo tanta indifferenza". Una marcia non è "fine a se stessa, continua negli animi, produce onde - prosegue mons. Bertolone - che vanno lontano, fa sorgere problemi, orientamenti, attività. La vera marcia, lo sappiamo, comincerà questa sera, quando ognuno di noi tornerà nella propria casa con l'impegno di realizzare il programma politico non violento di pace e fratellanza. Per cominciare dobbiamo partire da noi stessi, ognuno deve fare il proprio disarmo. Un disarmo unilaterale, un disarmo culturale. Far cadere i muri dentro le nostre teste. Spezzare il proprio fucile. Non aspettiamo che siano gli altri a disarmarsi, incominciamo noi. Ma i principi non basta affermarli, vanno declinati in una consapevole ed efficace azione religiosa, culturale e politica. "La forza delle marce gandhiane - conclude - è stata la capacità di trasformare i partecipanti in attivisti della nonviolenza che puntavano a realizzare gli obiettivi specifici per i quali avevano marciato insieme. Non si può essere marciatori per una sera, ma bisogna portare nelle nostre parrocchie, nelle nostre associazioni, nei nostri enti locali, nelle nostre università, nelle nostre scuole l'energia raccolta durante la marcia e trasformarla in azione collettiva religiosa, sociale e politica".

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