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    Maxi inchiesta DDA nel reggino: 52 arresti, anche tecnici di un Comune

     

    Maxi inchiesta DDA nel reggino: 52 arresti, anche tecnici di un Comune

    18 dic 14 Un'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria è stata portata a termine per l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Dda, nei confronti di 52 persone ritenute appartenenti e contigue alla cosca di 'ndrangheta Paviglianiti operante nei comuni di San Lorenzo e Bagaladi. Dalle indagini è emerso come il comprensorio fosse interamente sotto il controllo della cosca della quale è stato ricostruito l'intero organigramma con l'individuazione dei ruoli dei singoli affiliati. Diversi i reati contestati nell'inchiesta, denominata "Ultima spiaggia". Gli indagati, infatti, sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, intestazione fittizia di beni, estorsione - reati aggravati dall'aver favorito un sodalizio di tipo mafioso - truffa aggravata ai danni dello Stato, detenzione e porto illegale di armi, furto aggravato ed indebito utilizzo di carte di pagamento, associazione finalizzata alla produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti, spaccio di droga. Ulteriori dettagli saranno forniti dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10.30 al Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria.

    Coinvolti anche tecnici del Comune. Il capo ufficio tecnico del Comune di San Lorenzo ed altri due dipendenti dell'Ente risultano tra gli arrestati nell'operazione condotta dai carabinieri contro la cosca Paviglianiti. I tre, secondo l'accusa, avrebbero agevolato l'associazione mafiosa con una serie di omissioni soprattutto nel rilascio di licenze nel settore commerciale. Il Comune di San Lorenzo è commissariato dal luglio 2013, dopo le dimissioni del sindaco e alle scorse elezioni comunali del maggio scorso non sono state presentate liste di candidati. L'inchiesta dei carabinieri, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, si riferisce ad un periodo antecedente allo scioglimento.

    Confermato controllo territorio e vincoli altre cosche. "L'inchiesta rappresenta plasticamente il modo di operare della 'ndrangheta sul territorio". Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, incontrando i giornalisti al Comando provinciale dei carabinieri per illustrare i particolari dell'inchiesta che ha portato all'arresto di 52 persone appartenenti alla cosca guidata da Domenico Paviglianiti. Una cosca i cui interessi svariavano dalle estorsioni al controllo degli appalti pubblici, al traffico di droga. "Le ipotesi di reato contestate - ha aggiunto de Raho - denotano la pervasività ed il controllo asfissiante del territorio. Basti pensare che la somma dei residenti nei comuni di Bagaladi e San Lorenzo non supera i 3.500. E' facile desumere, dal numero degli arrestati e degli altri indagati, quanto forte siano i legami tra gli accoscati ed il resto della popolazione". L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dal pm Antonio Di Bernardo, ha inoltre svelato i legami dei Paviglianiti con gli Iamonte di Melito Porto Salvo ed i Tegano di Archi. "Vincoli di 'affari' - ha detto Gratteri - ma anche di rapporti familiari che molto spesso la 'ndrangheta utilizza per rinsaldare storiche alleanze, oltre le stesse cointeressenze di natura criminale. Voglio sottolineare il lavoro certosino condotto dai carabinieri diretti dal col. Lorenzo Falferi, che sono riusciti a far emergere circostanze gravi rispetto alla vita democratica degli enti locali del basso Ionio reggino e a rendere chiaro il quadro e gli equilibri criminali che governano la 'ndrangheta della Vallata del Tuccio, a cominciare dal gruppo Paviglianiti, su cui da oltre un decennio, dopo l'arresto del capobastone Domenico Paviglianiti, sembravano essersi inabissati. Ma così non era, tant'è che con i loro 'sistemi' condizionavano stabilmente l'operato dei Comuni di Bagaladi e San Lorenzo ed i vertici delle strutture burocratiche di quegli enti, più volte commissariati per cattiva amministrazione o per infiltrazione mafiosa. Profilo, questo che, dovrebbe indurre il legislatore ad apportare quelle modifiche affinché, come effetto dello scioglimento per infiltrazione mafiosa, anche i vertici amministrativi degli enti inquinati siano messi in condizione di non nuocere". Per il col. Falferi, "il gruppo Iamonte era riuscito negli anni a cannibalizzare tutta una serie di piccole cosche del melitese. Con i Paviglianiti, però, aveva preferito firmare patti di non belligeranza, dividendosi il territorio di influenza".

    Prefetto: Rafforzata fiducia in istituzioni. "Con una brillante operazione di polizia giudiziaria, significativamente coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, l'Arma dei carabinieri ha assicurato alla giustizia 52 persone indagate, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso nell'articolazione territoriale della cosca di 'ndrangheta del gruppo Paviglianiti operante nei Comuni di San Lorenzo e Bagaladi e territori limitrofi". Lo scrive la Prefettura di Reggio Calabria in una nota. "Contestualmente all'esecuzione del provvedimento restrittivo - prosegue la nota - è stato eseguito il decreto di sequestro preventivo di 5 imprese riconducibili alla suddetta cosca per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro". Il prefetto, Claudio Sammartino, ha rivolto un messaggio di "sincero compiacimento e vivo apprezzamento agli esponenti della magistratura, al Comandante provinciale dei carabinieri, alle donne e agli uomini del'Arma che hanno operato con determinazione e professionalità nella disarticolazione di una rilevante cosca 'ndranghetista della fascia ionica della provincia reggina. Il risultato giudiziario conseguito - ha aggiunto - contribuisce a rafforzare la fiducia dei cittadini calabresi nelle Istituzioni dello Stato impegnate, in un costante rapporto sinergico, a prevenire, contrastare e reprimere le forme di dominio della 'ndrangheta nel tessuto sociale, civile ed economico della provincia".

    Infiltrazioni elezioni 2010. L'indagine condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento della Dda, ha messo in luce "l'infiltrazione nella politica locale e le elezioni amministrative locali", in particolare le "consultazioni elettorali comunali in San Lorenzo 2010, le regionali 2010 e le provinciali 2011". Lo scrive il gip distrettuale di Reggio Calabria nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi. "Le indagini - scrive il gip - hanno evidenziato quanto sia pressante il condizionamento mafioso in seno alle amministrazioni comunali di San Lorenzo e Bagaladi: la cosca Paviglianiti conta tra le proprie fila amministratori comunali cui viene devoluto il compito di tutelare gli interessi dell'organizzazione criminale. Alcune circostanze rilevate sono indicative della penetrazione mafiosa e della facilità con cui la cosca colloca suoi uomini di fiducia nei punti chiave delle amministrazioni locali, tra cui alcuni familiari. Anche i contatti che esponenti di primo piano dei Paviglianiti hanno allacciato con gli amministratori comunali, i quali consapevolmente hanno favorito la cosca, sono fattori indicativi del carattere pervasivo del sodalizio mafioso". In questo contesto, scrive ancora il gip, "dietro il risultato elettorale che, sancendo la nomina a sindaco di Pasquale Sapone, ha determinato la sconfitta della lista 'Democrazia Legalità Trasparenza', capeggiata da Palmino Mangiola, si celano in realtà i veri giochi di potere messi in atto dalla cosca. A quest'ultima lista si ritiene siano stati attribuiti i connotati di una lista di copertura al fine di far assumere una parvenza di legalità alle consultazioni amministrative". Nel 2013, al Comune di San Lorenzo, era stata inviata la commissione d'accesso antimafia, ma il Consiglio dei Ministri aveva deciso di non sciogliere l'Ente. Scioglimento giunto poi nel luglio successivo per le dimissioni del sindaco. Da allora il Comune è commissariato ed alle elezioni comunali del maggio scorso non sono state presentate liste. Ma i condizionamenti ci sarebbero stati anche in occasione delle elezioni regionali del 2010, concomitanti con le comunali a San Lorenzo e Bagaladi. "Tra gli esponenti politici che sono risultati eletti a seguito delle consultazioni amministrative regionali - afferma il gip citando anche una precedente indagine - figura Tripodi Pasquale Maria, candidato tra le fila dell'Udc (alle regionali del novembre scorso si è ricandidato con la lista Centro democratico senza essere eletto, ndr), nella coalizione a sostegno di Scopelliti Presidente, e che ha goduto della campagna elettorale fattagli, così come emerso nel corso di indagini di cui al procedimento penale nr. 1817/09 RGNR DDA, da Scaramozzino Antonio Mario, imprenditore edile, vicino alla cosca Paviglianiti". "L'attività tecnica esperita - scrive poi il gip - ha confermato l'appoggio fornito dalla cosca Paviglianiti ad alcuni candidati alle elezioni amministrative provinciali del 2011". Nessuno dei politici citati nell'ordinanza risulta indagato.

    Libera: Società onesta faccia passo avanti. "L'operazione 'Ultima Spiaggia' rappresenta un colpo durissimo alla 'ndrangheta che soffoca le comunità della valle del Tuccio. Di questo successo dello Stato, il coordinamento territoriale di Libera Reggio Calabria rende merito alla magistratura reggina e all'Arma dei Carabinieri che hanno condotto con straordinaria abnegazione indagini complesse e rischiose". Lo afferma, in una nota, il Coordinamento territoriale di Libera Reggio Calabria. "Affinché estorsioni, corruzione nei pubblici appalti, traffici di droga e armi diventino presto solo un brutto ricordo anche per le popolazioni di San Lorenzo e Bagaladi - prosegue la nota - è tuttavia indispensabile che ciascuno di noi faccia sino in fondo la propria parte. È giunto il momento per la società onesta e responsabile di fare un passo avanti, con coraggio e determinazione. Occorre, sin da subito, lavorare per garantire il rispetto e l'attuazione delle libertà e dei diritti che la 'ndrangheta nega da decenni nonché per ricostruire un tessuto di economia sana e giusta che sappia dare lavoro e speranza a tutti e, in particolare, ai più giovani". "La rete di Libera - conclude la nota - si impegnerà, senza risparmio di energie, per raggiungere nel minor tempo possibile questi obiettivi, certa di trovare come compagni di strada, in questo cammino di riscatto, non solo tutte le istituzioni della nostra Repubblica, ma tanti tanti concittadini decisi a liberarsi, una volte e per sempre, dall'oppressione delle cosche".

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