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    Dipendenti senza stipendi occupano la Provincia di Vibo

     

     

    Dipendenti senza stipendi occupano la Provincia di Vibo

    03 dic 14 I lavoratori della Provincia hanno occupato da questa mattina il palazzo e l'aula consiliare dell'ente per protestare contro i ritardi dei pagamenti delle spettanze arretrate. La mobilitazione che riguarda 379 dipendenti, è stata organizzata a seguito della riunione di ieri con il presidente della Provincia Andrea Niglia e le organizzazioni sindacali di categoria al termine della quale sono emerse le difficoltà nel saldo degli stipendi, causa anche il dissesto finanziario dell'ente. Al momento, secondo quanto riferito da Niglia non ci sono i soldi per pagare gli emolumenti e si stanno attendendo i trasferimenti regionali per pagare la mensilità di ottobre. Per quelle di novembre e dicembre, nonché per la tredicesima, l'amministratore ha evidenziato l'assenza di certezze specificando che novità potrebbero esserci solo col nuovo anno, probabilmente verso marzo. A ciò si paventa la possibilità di dover procedere a numerosi esuberi, circa 200, da trasformarsi in mobilità. La protesta andrà avanti fino a sabato.

    "Questa mattina ho deciso di incontrare i dipendenti dell'Amministrazione provinciale di Vibo Valentia riuniti, in assemblea permanente, presso la sala del consiglio provinciale per mancato pagamento stipendi". Lo afferma in una nota il consigliere regionale eletto del Pd, Michele Mirabello. "Ho ritenuto opportuno - aggiunge - manifestare la mia solidarietà e vicinanza nella piena consapevolezza che le vicende istituzionali e amministrative hanno prodotto una situazione gravemente lesiva dei diritti e della dignità dei lavoratori. Accanto alla vicinanza umana e politica ho voluto rappresentare ai lavoratori la necessità di intraprendere un percorso che veda coinvolti tutti i rappresentanti istituzionali del territorio e la necessità di aprire subito un tavolo tecnico in Prefettura e soprattutto un tavolo nazionale, come era già stato proposto tempo fa dal deputato del Pd Bruno Censore. La serietà che contraddistingue il mio Partito, mi porta a dire che è ormai divenuta indispensabile una piena assunzione di responsabilità, bisogna garantire impegno che guardi oltre gli interventi tampone, bisogna individuare soluzioni concrete che richiedono certezza e stabilità". "Appena ci insedieremo in Regione - prosegue Mirabello - controlleremo, insieme al Presidente Mario Oliverio, legge 34 e i fondi bloccati per i vincoli del Patto di stabilità, fondi che comunque non risolvono il problema in maniera definitiva. Tutto ciò non dimenticando che i nuovi assetti istituzionali comporteranno nel tempo la necessità di prospettare una revisione complessiva degli uffici e dei servizi e dunque la necessità di utilizzare il personale dipendente in maniera proficua ed in collaborazione con gli altri enti locali".

    "Il governo non può voltare le spalle ai dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, rimasti senza stipendio per causa di vecchie responsabilità gestionali, cui si aggiungono i tagli e le restrizioni imposti dalla finanza dell'Europa". Lo afferma la deputata del Movimento 5 Stelle, Dalila Nesci, circa la protesta del personale dell'ente. "Appena arrivata alla Camera - aggiunge - scrissi una lettera al capo dello Stato, rappresentando le pesanti difficoltà della provincia vibonese, per cui lo Stato deve dimostrare di esserci, intanto ripristinando la normalità. Ho scritto anche al presidente del Consiglio Renzi e ai ministri per gli Affari regionali, della Pubblica amministrazione, dell'Interno e dell'Economia, raccontando l'abbandono del territorio e l'urgenza di politiche di profondità che vadano ben oltre la ragioneria di oggi. In questo momento storico tutta la politica è chiamata, specie in Calabria e nell'area vibonese, a compiere ogni sforzo per ricostruire un tessuto economico e sociale sano, che è la base della libertà dei singoli". "Sabato 6 dicembre - prosegue Nesci - incontrerò con le forze sindacali i dipendenti della Provincia di Vibo Valentia. Sono convinta che ai tavoli romani si debba porre la questione vibonese nel suo complesso, il che richiede lungimiranza della politica, capacità progettuale e autorevolezza, indispensabili per discutere col governo del futuro del territorio".

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