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    Mons. Morosini "Sacerdozio non è scalata al potere"

     

    Mons. Morosini "Sacerdozio non è scalata al potere. Sacerdoti siani uniti nella preghiera"

    17 apr 14 "Il nostro ministero, quindi, non è un lavoro prezzolato, una scalata verso un potere, o il graduale raggiungimento di una carriera, ma servizio nell'ottica del dono amorevole della vita, per cui non c'è risparmio, ma solo dono, puro dono". E' quanto ha detto l'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, nella sua omelia per la messa del Crisma. "Vi chiedo - ha aggiunto - di ricordarcene tutti, soprattutto nei momenti cruciali, quando si prospettano cambiamenti nell'organico diocesano. Nell'impegno di svolgere un sacerdozio secondo il cuore di Dio, viene posta davanti a noi la figura di Gesù, che vive il suo sacerdozio costantemente rivolto al Padre. Pregheremo fra poco: tu proponi loro come modello il Cristo, perché, donando la vita per te e per i fratelli, si sforzino di conformarsi all'immagine del tuo Figlio e rendano testimonianza di fedeltà e di amore generoso".

    Sacerdoti siani uniti nella preghiera. "Miei cari sacerdoti la consacrazione esige da noi profonda adesione, nel senso che le esigenze dello spirito devono prevalere su quelle del mondo". E' quanto ha detto l'arcivescovo di Reggio Calabria, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, nella sua omelia per la messa del Crisma. "Nella preghiera - ha aggiunto - che Gesù eleva al Padre per gli apostoli dopo l'ultima cena, chiede proprio questo: che quanti lui ha scelti siano preservati dal mondo e dal dominio del maligno. Sentiamoci anche noi oggetto di questa preghiera e consentiamo a Dio con la buona volontà di preservarci dalla mondanità. S. Francesco di Paola esortava così: che la temporalità non prevalga sulla spiritualità. Siate uniti, miei fratelli nel sacerdozio. Siate uniti e vogliamoci bene. Stimatevi a vicenda nella carità. Sostenetevi nella preghiera. Non permettiamo a nessuno di chiudersi nella propria solitudine: sarebbe la fine per noi. Permettiamo a qualche confratello di entrare nel mistero della nostra interiorità quando si accorgono che attraversiamo un periodo difficile. Amate la Chiesa, la Diocesi, il vostro popolo. Amatelo e servitelo con pazienza e dedizione". "Ringrazio tutti voi - ha proseguito mons. Morosini - per il lavoro che fate. Continuare, soprattutto con i giovani. Il Sinodo è una grande speranza per loro: non deludiamoli. Grazie, carissimi sacerdoti, diocesani e religiosi; grazie di vero cuore per stare lieti e generosi sulla breccia. Grazie. Dio vene rende merito. Ringrazio Mons. Mondello per la discrezione, l'affetto e la stima con le quali segue il ministero. Lo ringrazio per avere ereditato da lui una Chiesa vivace e laborioso. Ringrazio i due Vicari, che mi sono stati accanto in questo avvio del mio ministero: D. Polimeni e D. Jachino. Grazie al Capitolo, grazie agli officiali di Curia, a tutti gli impiegati della Diocesi, a tutte le Suore, a tutti i collaboratori parrocchiali, ai sagrestani, ai cori, ai catechisti, a quanti lavorano nel volontariato sociale. A tutti, nessuno escluso, il mio grazie e il mio plauso: non potrei esercitare il mio ministero senza di voi".

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