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    Traffico di esplosivi e rapine, 10 arresti dei CC in Calabria

     

     

    Traffico di esplosivi e rapine, 10 arresti dei CC in Calabria

    09 apr 14 I carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con quelli Tutela patrimonio culturale di Cosenza (Ntpc) ed i "cacciatori", hanno arrestato 10 persone accusate di fare parte di una banda dedita al traffico di esplosivo, armi, sostanze stupefacenti, furti e rapine. L'operazione "TNT" è la prima fase di una indagine iniziata nel 2012 dopo il ritrovamento di 2 chili di tritolo dello stesso tipo di quello trovato nelle stive della nave "Laura C" affondata durante l'ultima guerra mondiale al largo di Saline Joniche. Gli arresti sono stati eseguiti in base ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. L'inchiesta ha preso il nome Tnt dalla sigla identificativa del tritolo per impiego bellico ed è stata avviata dopo l'arresto di Domenico Demetrio Battaglia e Damiano Roberto Berlingieri. Nell'aprile del 2012, nel corso di una perquisizione nell'abitazione di Battaglia, i carabinieri hanno trovato 10 formelle di tritolo per oltre due chili, 5 detonatori e numerose munizioni di diverso tipo e calibro. Dopo il ritrovamento sono state avviate le indagini coordinate dalla Procura e dalla Direzione distrettuale antimafia in quanto alcuni degli arrestati sono ritenuti dagli investigatori contigui, anche per parentela diretta, alla cosca Serraino-Franco che opera nella zona sud di Reggio Calabria. Gli investigatori non escludono che l'esplosivo sia stato utilizzato per compiere attentati contro attività commerciali di Reggio Calabria.

    Anche il colpo ad una villa del fratello del boss pentito. C'e' anche la villa sottoposta a sequestro di Luciano Lo Giudice, fratello del boss pentito e che poi ha ritrattato Antonino, tra gli obiettivi colpiti dalla banda di rapinatori sgominata stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Una banda composta, secondo l'accusa, da persone collegate con elementi di spicco delle cosche Serraino e Franco di Reggio Calabria. In ogni caso gli indagati non rispondono di reati di mafia ma di furti, rapine, traffico di droga, di armi e di esplosivo. Quest'ultima accusa si riferisce al ritrovamento di due chili di tritolo dello stesso tipo di quella prelevata negli anni scorsi dalla nave Laura C affondata durante la seconda guerra mondiale davanti le coste di saline Joniche. Ritrovamento che ha dato il via alle indagini e per il quale uno degli indagati, Damiano Roberto Berlingieri, 28 anni, è già stato condannato. L'esplosivo, tra l'altro, secondo gli inquirenti sarebbe stato a sua volta sottratto ad una cosca di 'ndrangheta operante nella zona sud di Reggio Calabria. Secondo gli investigatori, la banda preferiva colpire vittime di cui conoscevano abitudini e orari, prediligendo in modo particolare anziani indifesi. Durante i colpi, inoltre, la banda ha fatto più volte ricorso all'uso delle armi e della violenza per terrorizzare le anziane vittime. I banditi, infatti, erano soliti colpire armati di coltelli, pistole, spranghe, bastoni, a volte utilizzando fucili a canne mozze, come nel caso di una rapina commessa a Pellaro. Uno degli indagati Giuseppe Zampaglione (39), intercettato, spiegava agli altri componenti la banda di portare sempre la pistola con se in quanto se la vittima avesse reagito, gli avrebbe tranquillamente sparato: "se uno prende a fare... almeno lo tira, si deve difendere poi una persona per davvero, se deve andare male che vada male, vaffanculo... oh, un'arma è sempre un'arma". Inoltre spiegava ai complici che una volta entrati nell'abitazione da rapinare era importante picchiare subito le vittime, specificando che più forte venivano picchiate e maggiore sarebbe stata la sudditanza psicologica ottenuta sulle stesse. Non sempre, però, le vittime si arrendevano facilmente. Un'anziana è stata picchiata con una ferocia tale da procurarle ferite per le quali è stata ricoverata in ospedale per un mese.

    Gli arresti. Gli arrestati, oltre a Berlingieri e Zampaglione, sono Domenico Demetrio Battaglia (51), Giovanni Cilione (38), Ivano Alessio Cirillo (26), Vincenzo Fortugno (46), Teodoro Moro (59), Massimo Murina (39), Massimo Piccolo e Osvaldo Surace (36).

    Procuratore De Raho "Ndrangheta indebolita": "E' meglio perdere una parte della propria vita che rimanere soggiogati alla 'ndrangheta". Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell'inchiesta Tnt che ha portato all'arresto di dieci persone accusate di furto, rapina aggravata, detenzione di armi e di materiale esplodente, violenza privata. "C'è un indebolimento della 'ndrangheta - ha proseguito de Raho - ma non è ancora abbastanza. Da parte loro è alta la volontà di presentare i muscoli ma siamo dentro un percorso di guerra e, via via che andremo avanti, certamente vivremo meglio. Reggio Calabria oggi soffre di problemi cresciuti negli anni, la strada è in salita e faremo ogni cosa per sgombrare ciò che ci impedisce di correre. Questa città deve tornare ad essere libera". L'operazione ha fatto emergere "uno spaccato di violenze e di sopraffazioni ai danni di persone ed anziani nelle zone di Pellaro, Cardeto, Bocale e Rosario Valanidi", nella zona sud di Reggio. Numerose le perquisizioni e le intercettazioni ambientali e telefoniche, che hanno portato alla scoperta ed al sequestro "di materiale probatorio di particolare pericolosità, come oltre due chilogrammi di esplosivo dello stesso tipo di quello trafugato dal relitto della 'Laura C.'". La banda, secondo quanto riferito dai carabinieri, aveva anche portato a termine furti nelle abitazioni di Cardeto, nel cuore dell'Aspromonte, un tempo 'regno' assoluto dei Serraino. "In una occasione - ha spiegato il comandante del nucleo operativo, maggiore Michele Miulli - due degli arrestati, Massimo Murina e Massimo Piccolo, dopo essersi fatta prestare un'auto Bmw da un incauto impiegato, simulavano il furto della vettura convincendo il proprietario al versamento di tremila euro per intermediare con una fantomatica banda di pericolosi ladri d'auto per averne la restituzione. Somma che lo stesso Murina provvedeva a sperperare in pochissime ore alle slot machine". Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza, il comandante provinciale dell'Arma, Lorenzo Falferi, il comandante del reparto operativo Gianluca Valerio e il comandante della stazione dei carabinieri di Pellaro Salvatore Piazza.

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