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    Nessuna unanimità su congresso PD in Calabria, deciderà Roma

     

     

    Nessuna unanimità su congresso PD in Calabria, deciderà Roma. Documento di vari esponenti

    10 ott 13 Sarà la Commissione nazionale per il congresso a decidere se il congresso calabrese del Pd si farà prima di quello nazionale, fissato per l'8 dicembre. Dalla riunione del coordinamento regionale del partito svoltasi stasera a Lamezia Terme, infatti, non è venuta la decisione unanime che avrebbe dovuto anticipare i tempi dopo il via libera ad una proroga venuta da Roma, visto che il Pd calabrese è commissariato dal 2010. Contestualmente alla proposta del commissario Alfredo D'Attorre di anticipare i tempi, stasera è stata depositata una contro-proposta firmata da renziani, franceschiniani, lettiani, l'area socialista, parte dei fioroniani e veltroniani che invece sostengono la necessità di celebrare prima il congresso nazionale e poi quello regionale. Adesso, secondo quanto riferito da alcuni dei partecipanti, le due proposte sono state inviate a Roma per la decisione finale.

    Documento esponenti: prima congresso nazionale. ''E' nostra convinzione che il congresso del Pd, a partire dalla fase congressuale che interesserà i circoli, deve far si che in Calabria si confrontino idee e progetti affinché il Mezzogiorno sia posto al centro dell'agenda politica del Partito Democratico, nella certezza che, il rilancio dei territori meridionali, diventi la base per la crescita del Paese''. E' quanto sostengono alcuni esponenti del Pd riconducibili, a livello nazionale, a varie anime del partito, presentato stasera alla riunione del coordinamento regionale del partito. Il documento, secondo quanto riporta il testo diffuso, è firmato da Sandro Principe, Mario Franchino, Pietro Amato, Antonio Scalzo, De Nisi, Rosario Olivo, Pino Napoli, Giuseppe Petronio, Vittoria Capalbo, Ernesto Magorno, Nicodemo Oliverio, Stefania Covello, Demetrio Naccari Carlizzi, Enzo Ciconte, Mario Maiolo, Gianluca Callipo e Franco Laratta. ''Siamo sicuri, infatti - prosegue il documento - che un nuovo meridionalismo risulterà vincente solo in un contesto di virtuose politiche nazionali, che mirino al potenziamento ed all'ammodernamento delle reti infrastrutturali, a garantire sicurezza sui territori ed investimenti nel settore dell'Istruzione, della Ricerca e della Innovazione Tecnologica, nonché per il sostegno alle imprese e per efficaci politiche attive del lavoro. E' del tutto evidente che un'idea di Calabria che il PD deve partorire con il suo congresso regionale, deve necessariamente basarsi sul più ampio progetto dei democratici per il rilancio del Mezzogiorno, a sua volta inserito nell'ancor più generale disegno per la crescita del Paese. Dalle scarne considerazioni sopra espresse, risulta necessario, pertanto, concentrare l'attenzione, in questo breve lasso di tempo che ci separa dall'8 dicembre, ai contenuti del confronto congressuale nazionale e tenere, quindi, il congresso regionale successivamente, il 26 gennaio, molto tempo prima, quindi, del 31 marzo 2014; per far si che l'idea di Calabria che i democratici metteranno a punto durante il congresso regionale possa avere solide fondamenta nella piattaforma politico-programmatica partorita dal PD nazionale, che metta al centro del suo impegno e della sua attenzione il rilancio del Mezzogiorno. La nostra è una posizione responsabile e costruttiva, che intende fare del congresso regionale un'autentica palestra democratica in cui si confrontino idee, progetti e obiettivi per la rinascita della Calabria, avendo come strumento operativo un partito non burocratico, federale e rinnovato, che sia in grado di selezionare una classe dirigente a cui affidare il testimone di una grande battaglia civile e democratica''. ''La celebrazione frettolosa del congresso regionale - conclude il documento - risulterebbe controproducente, poiché ridurrebbe ai minimi termini il confronto di idee sul partito e sulla Calabria e vedrebbe i gruppi dirigenti solo concentrati nella ricerca di un consenso vuoto, perché non fondato su contenuti politici e, quindi, privo di ogni capacità attrattiva dell'attenzione della società civile calabrese. Tutto ciò potrebbe avere, peraltro, ripercussioni imprevedibili sul congresso nazionale, anche perché la platea dei potenziali partecipanti verrebbe chiamata ad esprimersi due volte nel giro di poche settimane''

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