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    Dieci depuratori sequestrati nello Ionio cosentino

     

     

    Dieci depuratori sequestrati nello Ionio cosentino, smaltivano rifiuti non autorizzati

    31 lug 13 Dieci depuratori sono stati sequestrati dal Corpo forestale dello Stato su disposizione della Procura della Repubblica di Rossano. Gli impianti si trovano in otto comuni del versante ionico cosentino: Rossano, Corigliano, Bocchigliero, Caloveto, Paludi, Campana, Terravecchia e Longobucco. Nell'indagine sono indagate 23 persone tra le quali amministratori e tecnici comunali, nei confronti dei quali vengono ipotizzati i reati di disastro ambientale e di danneggiamento di acque pubbliche. L'operazione, denominata ''Calipso'', è il risultato di indagini protratte nel tempo e condotte dal Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale (Nipaf) di Cosenza. Dalle indagini sarebbe emerso che negli impianti, alcuni dei quali fatiscenti, c'era una sistematica attività di raccolta e smaltimento non autorizzato dei rifiuti costituiti dalle acque reflue urbane e dai fanghi derivanti dal trattamento delle stesse acque attraverso gli impianti. L'attività, inoltre, sarebbe avvenuta in totale assenza di depurazione dei reflui urbani e la situazione sarebbe risultata ancora più grave dopo gli esiti delle analisi dell'Arpacal effettuate nei vari impianti, che hanno evidenziato il superamento dei limiti previsti dal decreto in materia ambientale. Dalle analisi dell'Arpacal è emersa un'alta concentrazione, sia nelle acque interne che nei terreni, di carbonio organico disciolto, di richiesta biochimica di ossigeno e di Escherichia coli.

    Indagati dieci sindaci. Ci sono i sindaci dei dieci Comuni interessati tra i 23 indagati dell'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Rossano che stamani ha portato al sequestro di dieci depuratori. ''L'avviso di garanzia - ha detto il Procuratore della Repubblica di Rossano Eugenio Facciolla - è un atto dovuto, utile soprattutto a tenete sotto la scure di responsabilità i sindaci che avranno tempo 60 giorni per sistemare gli impianti, pena responsabilità penali più gravi. L'operazione di oggi testimonia l'importanza di avere la Procura sul territorio in cui viviamo, per dare la possibilità a quanti ci vivono di denunciare direttamente a noi le cose che non vanno. Vorrei ci fosse maggior attenzione sul territorio che potrebbe essere garantita proprio dalla presenza del Tribunale''. ''Riguardo alla vicenda di oggi - ha aggiunto Facciolla - sostengo che i fondi per la depurazione ci siano e non possono sparire o essere distratti per altro. Guarda caso il fenomeno è diffuso visto che sono coinvolti dieci Comuni e questo la dice lunga. Colgo l'occasione per dare il giusto riconoscimento ai miei colleghi che si sono messi a disposizione da subito. Anche se l'ufficio è piccolo dimostra grandi capacità. Un riconoscimento va anche alle forze dell'ordine, che hanno lavorato al meglio per garantire la giusta dignità al territorio''.

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