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    In tremila per gli Inti Illimani a Reggio Calabria

     

     

    In tremila per gli Inti Illimani a Reggio Calabria

    24 lug 13 "In Cile è già stato tutto privatizzato e non esistono più sanità e scuola pubblica. Dico all'Italia di riflettere sul suo modello di sviluppo perché in questo modo non si va da nessuna parte". Lo ha detto il frontman degli Inti Illimani Jorge Coulon a Reggio Calabria durante la rassegna Tabularasa di Strill.it. "Ciò che conta - spiega Coulon - non sono i freddi numeri dell'economia ma il cuore, la speranza, la conoscenza, la solidarietà". La serata di Tabularasa dedicata al Sudamerica, è scritto in una nota, è stata caratterizzata da una enorme partecipazione popolare con oltre tremila persone sugli spalti dell'Arena dello Stretto che si sono lasciati coinvolgere dalle note del gruppo cileno che è tornato a Reggio dopo oltre 30 anni e 40 anni dopo il colpo di Stato che depose Salvador Allende in Cile. "Per oltre 30 anni Reggio è stata vietata per noi - ha aggiunto Coulon - ma da quando siamo andati via, voi avete fatto solo guai...". Coulon ha sottolineato come "sia necessario rivedere l'approccio al rapporto tra chi ha il potere e il popolo" e, a proposito della Grecia, parlandone in terra magnogreca, ha ricordato come "ora vogliono che la Grecia ripiani il debito, ma non basterebbero cinquemila anni perchè il mondo intero estingua il suo, di debito, nei confronti della Grecia". Ospite della serata dedicata al Sud America anche la segretaria mondiale della Federazione Internazionale della Stampa Elisabeth Costa e lo scrittore Stefano Marelli. "L'America Latina, purtroppo - ha detto Costa - ha subito una lunga serie di crisi politiche ed oggi l'obiettivo è quello di imparare dal passato per poter cambiare le cose e fare in modo che non avvengano più. Dobbiamo costruire una cultura di solidarietà all'interno dell'America Latina. Per troppo tempo abbiamo guardato solo agli Stati Uniti o all'Europa. Oggi dobbiamo ricostruire l'orgoglio di essere sudamericani, costruire un'identità collettiva del Sud America". Attento il pubblico con Stefano Marelli, un personaggio che nella vita ha fatto di tutto e che oggi vive in Svizzera ed ha scritto un romanzo che parla di football uruguagio, "Altre stelle uruguayane", edito da Rubbettino, in cui è protagonista il calcio, sì, ma che rivela, comunque una realtà molto radicata in Sudamerica che "rappresenta - come spiega l'autore sul palco di Tabularasa - qualcosa in cui la gente si rispecchia e non l'oppio dei popoli, come molti credono"

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