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    S'impossessano di 15 mln di tributi comunali, Gdf Cosenza arresta i vertici della società

     

     

    S'impossessano di 15 mln di tributi comunali, Gdf Cosenza arresta i vertici della società

    17 lug 13 Utilizzavano i soldi riscossi attraverso le tasse per conto di numerosi comuni, circa 15 milioni di euro, anche per fare shopping su Internet: quattro imprenditori, amministratori della Sogefil, società di riscossione tributi del cosentino, sono stati arrestati dal Nucleo speciale di polizia della Guardia di finanza per associazione a delinquere e peculato. L'inchiesta che ha portato all'emissione delle quattro ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e due ai domiciliari, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza in collaborazione con i finanzieri del comando provinciale di Cosenza .Tra i Comuni saccheggiati quelli di Scalea, cariati, Limbadi, Nicotera, Catanzaro.

    --- Video Guarda il video integrale della conferenza stampa

    Sono i fratelli Mario e Maria Grazia Lo Po, di 50 e 45 anni, presidenti del cda di Sogefil Riscossione spa, il primo dal 2009 al 2011 e la seconda dal 2011 ad oggi, le persone arrestate per associazione a delinquere e peculato dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza nell'ambito dell'operazione "Redde Rationem" (citazione tratta dal Vangelo di Luca che tradotta letteralmente significa “rendi conto”). Mario e Maria Grazia Lo Po sono stati condotti in carcere, mentre le altre due persone coinvolte nell'inchiesta, la moglie di Mario Lo Po, Giovanna Trovato, di 36 anni, ex componente del cda, e il fratello della donna, Leonardo, di 33, attuale componente dell'organismo societario, sono state poste ai domiciliari. Contestualmente agli arresti sono in corso di esecuzione sequestri preventivi ai fini della confisca per equivalente di appartamenti, ville, boxe e terreni. Secondo quanto è emerso dalle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto di Cosenza Domenico Airoma e dal sostituto Donatella Donato, le somme provenienti dalla riscossione dei tributi, quantificate in 15 milioni di euro, una volta incassate, anziché essere riversate agli enti a cui legittimamente spettavano, venivano arbitrariamente utilizzate dagli indagati. Parte di questo denaro introitato sarebbe stato speso anche per acquisti on-line su siti e-commerce e per ricaricare carte poste-pay in uso agli amministratori della società. Dall'analisi della contabilità e dei rapporti di conto corrente sono emersi pagamenti per diverse centinaia di migliaia di euro nei confronti degli stessi amministratori e delle imprese a loro collegate per non meglio specificate consulenze. Molti i Comuni che, finiti in situazioni di dissesto a causa dei mancati introiti, avevano avviato azioni legali. Agli amministratori arrestati sono stati contestati anche il falso in bilancio, la formazione fittizia del capitale sociale e l'ostacolo all'esercizio delle funzioni delle Autorità pubbliche di vigilanza. L'indagine ha preso corpo da alcuni spunti investigativi emersi nell'inchiesta Eolo della Procura della Repubblica di Catanzaro su un giro di tangenti nell'ambito della realizzazione di un parco eolico a Isola Capo Rizzuto (Crotone).

    Gravissime le irregolarità accertate dalle Fiamme Gialle nella gestione della società di riscossione che, negli ultimi dieci anni, ha esercitato la propria attività per conto di circa 80 amministrazioni comunali soprattutto delle Province di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia. Una volta incassate, le somme provenienti dalla riscossione, anziché essere riversate agli Enti a cui legittimamente spettavano, venivano distratte dagli indagati che le utilizzavano per le proprie esigenze personali. L’appropriazione di danaro pubblico è stata quantificata in oltre 15 milioni euro, parte dei quali sono stati utilizzati anche per acquisiti on-line su siti e-commerce e per ricaricare carte poste-pay in uso agli amministratori della società. Dall’analisi della contabilità e dei rapporti di conto corrente sono emersi pagamenti per diverse centinaia di migliaia di euro nei confronti degli amministratori stessi e delle imprese a loro collegate per non meglio specificate consulenze, nella piena consapevolezza di una sempre più grave situazione debitoria nei confronti degli Enti. Numerosissimi Comuni, ritrovandosi in stato di dissesto a causa dei mancati introiti tributari (molti di essi si sono visti negare anche i rendiconti dell’attività esattoriale), hanno anche avviato azioni legali presso le Autorità competenti (Procure della Repubblica, Corte dei Conti, etc.). A carico degli amministratori della società sono stati contestati, inoltre, diversi reati societari, tra cui, in particolare, il falso in bilancio, la formazione fittizia del capitale sociale e l’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità pubbliche di vigilanza. Le società di riscossione hanno infatti l’obbligo di disporre di un capitale sociale di almeno 10.000.000,00 di euro a garanzia, in ultima istanza, di eventuali pretese erariali. I soci della SO.GE.FI.L. Riscossione S.p.a., invece, hanno apportato crediti inesigibili per circa 7.500.000,00 di euro al fine di poter continuare ad operare pur non possedendo i prescritti requisiti patrimoniali. La società si è mostrata, altresì, costantemente inadempiente rispetto agli obblighi di versamento delle imposte, tanto da aver maturato, nel tempo, anche un ingente debito tributario. Le indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto, Dr. Domenico Airoma e dal Sost. Proc., D.ssa Donatella Donato, hanno portato alla denuncia, a vario titolo, di 13 persone (tra cui anche le 4 arrestate oggi), tra amministratori, soci e componenti del collegio sindacale. L’operazione, denominata “REDDE RATIONEM” (citazione tratta dal Vangelo di Luca che tradotta letteralmente significa “rendi conto”), scaturisce dallo sviluppo di autonomi spunti investigativi emersi nell’ambito dell’inchiesta “EOLO” della Procura della Repubblica di Catanzaro relativa ad un giro di tangenti nell’ambito delle autorizzazioni per la realizzazione di un parco eolico nel territorio di Isola Capo Rizzuto (Kr).

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Gli arrestati

Gli arrestati: Lo Po Maria Grazia, Lo Po Mario, Trovato Giovanna, Trovato Leonardo

 


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