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    Arrestato a Reggio il boss latitante Labate

     

     

    Arrestato a Reggio il boss latitante Labate

    13 lug 13 La squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato il latitante Pietro Labate, di 62 anni, boss dell'omonima cosca egemone nel quartiere Gebbione della città. Il suo nome era stato recentemente inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi a livello nazionale.

    Nel covo col cellulare. Tre cellulari e un tablet sono stati trovati dalla Polizia nell'appartamento del quartiere Gebbione di Reggio Calabria in cui si nascondeva il boss latitante della 'ndrangheta, Pietro Labate. Labate, detto ''ti mangiu", viveva nella casa da solo. E' stato bloccato dagli agenti mentre si spostava a bordo di uno scooter. Il latitante era disarmato e senza accompagnatori. La Polizia aveva intensificato da alcuni mesi le indagini per catturare il latitante dopo avere circoscritto la zona in cui poteva nascondersi. Adesso saranno effettuati i controlli sui cellulari e sul tablet trovati nel covo del latitante nel tentativo di identificare i suoi fiancheggiatori.

    Cafiero De Raho: Non ha mail lasciato il suo quartiere. ''L'arresto del latitante Pietro Labate rappresenta un ulteriore passo in avanti dello Stato nell'incessante lotta contro la 'ndrangheta''. Lo ha detto, incontrando i giornalisti, il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho. "Il controllo del territorio - ha aggiunto - si misura dalla capacità dello Stato di dare la caccia ai latitanti. Lo Stato, con questa ennesima operazione, dimostra che si sta impossessando del territorio grazie all'opera generosa degli uomini delle forze di polizia, in questo caso specifico della Polizia di Stato, che suggella un eccellente lavoro di coordinamento investigativo seguito dal collega Giuseppe Lombardo. Labate è una figura apicale particolarmente significativa negli equilibri della 'ndrangheta di Reggio Calabria e la sua cattura conferma che lo Stato si dimostra particolarmente forte quando nulla trapela delle sue iniziative. Non sospettava Labate di avere il fiato sul collo e la sua presenza nel quartiere Gebbione testimonia come i grandi latitanti di 'ndrangheta non lasciano mai la zona d'origine e godono di complicità in quella fascia di popolazione che è con loro collusa e ne riceve benefici". Secondo il questore di Reggio Calabria, Guido Longo, "Labate è uno che le cose le fa e non le manda a dire. Si sentiva il padrone assoluto perchè è notorio che il controllo del territorio è l'arma privilegiata dalla 'ndrangheta. Grazie al lavoro sul territorio, siamo riusciti a ricostruire la rete di 'caporalì che lo proteggeva". "Labate è stato catturato - ha detto il dirigente della Squadra mobile di Reggio, Gennaro Semeraro - da quella che noi chiamiamo la 'squadra degli invisibili', una dozzina di poliziotti bravi nel mimetizzarsi nella vita quotidiana. Labate era assolutamente tranquillo. Ha tentato di sfuggire alla cattura, ma è stato inseguito dal nostro personale dotato di motociclette e scooter e bloccato"

    ''Un plauso e un ringraziamento agli uomini della squadra mobile di Reggio Calabria e al Capo della Polizia, Alessandro Pansa, per la brillante operazione che ha portato all'arresto del boss Pietro Labate, uno dei latitanti inserito nell'elenco dei più pericolosi a livello nazionale". Lo dichiara - in una nota - il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, in merito all'arresto del boss della 'ndrangheta Pietro Labate. ''Si tratta - prosegue Bubbico - dell'ennesimo duro colpo inflitto alle cosche, grazie anche all'ottimo e prezioso lavoro delle Forze dell'Ordine e della Polizia di Stato. Siamo consapevoli che molto resta da fare sia sul piano del contrasto che su quello della prevenzione contro la criminalità, ma il risultato di oggi dimostra che il livello di allerta e di azione di tutte le forze coinvolte nella lotta alla mafia è altissimo e costante".

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