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    Appalti alle cosche, 38 arresti tra loro sindaco Scalea e 5 assessori

     

     

    Appalti alle cosche, 38 arresti tra loro sindaco Scalea e 5 assessori, 60 mln di beni sequestrati

    12 lug 13 Il sindaco di Scalea Pasquale Basile, eletto a capo di una lista civica, e 5 assessori della sua giunta figurano tra le persone arrestate stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza. Il sindaco di Scalea, comune della fascia tirrenica cosentina è accusato di associazione mafiosa. In totale sono 38 i provvedimenti restrittivi eseguiti stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza tra le province di Cosenza, Bari, Matera, Terni e Salerno, emessi dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Le accuse a vario titolo sono di associazione mafiosa, concorso esterno, sequestro di persona, estorsione, rapina, corruzione, concussione, turbativa d’asta, falso ed altro. Altre 12 persone sono state denunciate a piede libero. Tra loro l'ex sindaco Russo e alcuni componenti la sua Giunta. L'immagine plastica del ritorno alla legalità nel rinomato centro tirrenico l'hanno data i carabinieri che questa mattina all'alba hanno messo la base dell'operazione nella sede del Comune di Scalea. Quasi un "riprendersi" quel presidio di legalità che l'amministrazione comunale rappresenta. Un segnale forte ad un territorio che sembrava compromesso e piegato alla volontà dei clan. A Scalea ora, di sicuro, si volta pagina.

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    --- Arresti Comune Scalea: Consigliere sequestrava ladri in cella market

    Comune Commissariato. Il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, ha nominato il vice prefetto Massimo Mariani come commissario al Comune di Scalea, dopo l'arresto del sindaco e di quattro assessori nell'ambito dell'operazione Plinius contro le cosche Valente-Stummo. Mariani avrà i poteri di Sindaco e Giunta.

    Denunciata la vecchia giunta. Sono stati denunciati anche il Sindaco della giunta precedente, Mario Russo, adesso capogruppo del Pdl nel Consiglio provinciale di Cosenza, e alcuni componenti della sua giunta. Mario Russo è indagato nell'inchiesta Plinius nell'ambito della quale stamani sono state arrestate 38 persone tra le quali il sindaco e quattro assessori di Scalea. I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno perquisito la sua abitazione e il suo ufficio alla Provincia. Secondo l'accusa, anche la vecchia amministrazione, da lui guidata, sarebbe stata vicina a Pietro Valente, ritenuto il capo dell'omonima cosca. In particolare avrebbe fatto ottenere alla Cem Spa, riconducibile, tra gli altri, a Vincenzo D'Oriano, considerato contiguo al clan Cesarano di Castellamare di Stabia (Napoli), i lavori per la costruzione del porto turistico di Scalea, gara che aveva un importo di oltre 14 milioni di euro. Su questo versante le indagini di carabinieri e Dda di Catanzaro proseguono.

    Obbligo di firma per 4 assessori. Gli arrestati: Il sindaco di Scalea, assessori, dirigenti e funzionari comunali, l'ex comandante della polizia municipale ed un consigliere di minoranza sono coinvolti nell'operazione Plinius coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza contro la cosca Valente-Stummo operante sulla costa tirrenica cosentina. Insieme al sindaco di Scalea Pasquale Basile, di 53 anni, sono stati arrestati Maurizio Ciancio (56), assessore ai lavori pubblici, Raffaele De Rosa (46), assessore all'ambiente ed alle reti idriche, Francesco Galiano (44), assessore alla protezione civile ed all'arredo urbano, e Antonio Stummo (30), assessore al commercio. Per il vice sindaco e assessore al bilancio ed ai tributi Giuseppe Forastieri (40) è stato disposto l'obbligo di presentazione alla pg. Sono stati poi arrestati Antonino Amato (59), responsabile dell'ufficio tecnico del Comune, Giuseppe Biondi (44), impiegato dell'ufficio tecnico, già noto alle forze dell'ordine, Vincenzo Bloise (41), architetto dipendente dell'ufficio tecnico, e Luigi De Luca (41), consigliere di minoranza. Ai domiciliari sono stati posti Pierpaolo Barbarello (52), dipendente dell'ufficio tecnico, e Giovanni Oliva (51), ex comandante della polizia municipale. Le altre ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite nei confronti di Roberto Cesareo (46); Andrea Esposito (38); Agostino Iacovo Agostino (35); Francesco Saverio La Greca (38); Riccardo Montaspro (41); Mario Nocito (63), avvocato; Eugenio Occhiuzzi (33); Rodolfo Pancaro (39); Antonio Pignataro (50); Cantigno Servidio (46); Giuseppe Silvestri (54); Alvaro Sollazzo (49); Mario Stummo (58); Franco Valente (51); Pietro Valente (45); Marco Zaccaro (30) e Giuseppe Zito (60). Sono stati posti ai domiciliari Nicola Franco Balsebre (42); Luigi Bovienzo (53); Santino Pasquale Crisciti (57); Francesco De Luca (36); Corrado Lamberti (81); Olgarino Manco (54); Pino Manco (48); Angelo Silvio Polignano (45); Francesco Pugliese (50) e Antonio Vaccaro (59).

    DDA: Compenetrazione cosche. "Siamo oltre la commistione. L'inchiesta ha accertato la compenetrazione intensa, profonda, tra politica, pubblica amministrazione e criminalità organizzata". A dirlo è stato il procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, parlando delle peculiarità dell'operazione Plinius che ha portato all'arresto di 38 persone tra le quali il Sindaco di Scalea e 4 assessori della sua Giunta. "Il Sindaco e alcuni assessori - ha aggiunto - sono accusati non di concorso esterno ma di essere partecipi, con ruolo di rilievo, in questa cosca Stummo-Valente, due rami in conflitto tra loro che si richiamano alla cosca Muto di Cetraro.L'attività amministrativa è permeata dagli interessi della cosca. Poi c'è un avvocato che tiene i rapporti tra pubblica amministrazione intesa come vertice amministrativo e struttura burocratica e gli elementi della cosca". Un concetto ribadito dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli che ha lanciato poi l'allarme sulla carenza di presidi di legalità in un'area delicata del cosentino. "In questo caso - ha detto - ci troviamo di fronte ad un fenomeno nuovo. Il Comune di Scalea era amministrato direttamente dalle cosche Stummo-Valente. Ritengo che questi fenomeni possano verificarsi a causa unicamente dello stato di abbandono in cui versa quel territorio, da molti anni, dal punto di vista della presenza dello Stato. E' difficile lavorare da Cosenza. Merito dell'Arma dei Carabinieri aver realizzato un'attività così logisticamente complessa, ma nulla potrà cambiare se non verranno creati presidi stabili investigativi in grado di poter operare autonomamente sul posto. L'area è ad alta densità 'ndranghetistica''.

    Mazzette su appalti rifiuti. Raccolta dei rifiuti, concessione di terreni demaniali, parcheggi a pagamento, pubblicità nelle aree demaniali, realizzazione di un impianto compostaggio: le cosche di Scalea erano riuscite a mettere le mani su ogni tipo di appalto grazie alla complicità del sindaco Pasquale Basile e ad altri componenti l'Amministrazione di Scalea. E' questa l'accusa contestata dalla Dda di Catanzaro nel provvedimento che ha portato all'emissione di 38 ordinanze di custodia cautelare. Dalle indagini, secondo l'accusa, è emerso che su Scalea operano due 'ndrine dipendenti dal locale di Cetraro capeggiato dalla famiglia Muto: quella dei Valente, a capo della quale c'è Pietro Valente, e quella degli Stummo, capeggiata da Stummo Mario. Le due 'ndrine hanno controllato Scalea per anni ed entrambe, secondo gli investigatori, hanno sostenuto la candidatura di Basile alle elezioni comunali del 2010. In cambio dell'appoggio ricevuto Basile avrebbe di fatto ceduto alle 'ndrine il controllo degli appalti del comune. In questo contesto una posizione centrale, per gli investigatori, è stata occupata dall'avv. Mario Nocito, nel cui studio, dove sono state eseguite numerose intercettazioni ambientali, si sono svolte riunioni con esponenti dell'una e dell'altra fazione nonché amministratori del Comune. Dalle indagini, secondo l'accusa, è emerso come il sindaco si sia prodigato per addivenire ad una sintesi degli interessi dell'una e dell'altra fazione. Dietro l'appalto per la raccolta dei rifiuti, con base d'asta di 11,2 mln di euro, che è stato aggiudicato alla Ati Avvenire - Balsebre di Gioia del Colle (Bari), per l'accusa c'é una tangente di 500 mila euro, solo in parte corrisposta, in favore di Pietro Valente e Alvaro Sollazzo, nipote di Mario Stummo, di Basile e dell'assessore al commercio Francesco Galiano. I gruppi Stummo-Valente si sono fronteggiati, invece, nell'appalto per la concessione di terreni demaniali per attività turistiche. Il bando di gara sarebbe stato poi confezionato in maniera da consentire l'aggiudicazione a prestanomi dell'una e dell'altra fazione. Dalle intercettazioni, secondo gli investigatori, emerge la consapevolezza degli amministratori comunali su chi stesse dietro le istanze di concessione.

    Appalti alle cosche dopo il voto. L'operazione che stamani ha portato all'arresto di 38 persone, tra le quali il sindaco di Scalea Pasquale Basile e 5 assessori della sua Giunta, ha colpito la cosca Valente-Stummo, operante a Scalea e nei comuni vicini e che, secondo gli investigatori, è subordinata alla cosca Muto di Cetraro. La cosca, secondo l'accusa, nelle elezioni del marzo 2010 sarebbe riuscita a far eleggere propri candidati al Comune di Scalea i quali si sarebbero poi prodigati per concedere appalti a imprese legate alla cosca stessa. Tra gli arrestati figurano anche funzionari e tecnici del Comune di Scalea. L'operazione, denominata 'Plinius', è il frutto di una inchiesta avviata dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza nel luglio 2010 sotto la direzione del procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli e del pm Vincenzo Luberto. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Gabriella Reillo. Oltre alle persone arrestate, sono coinvolte nell'inchiesta altre 21 persone denunciate in stato di libertà. La cosca, grazie anche alla disponibilità di armi comuni e da guerra, sarebbe riuscita ad ottenere l'assoggettamento e l'omertà dei cittadini riuscendo così a sfruttare le risorse economiche della zona.

    Sequestrati beni per 60 mln. Beni per circa 60 milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, con il concorso del Ros, nell'operazione che stamani ha portato all'arresto di 38 persone tra le quali il sindaco di Scalea Pasquale Basile e 5 suoi assessori. I beni, per l'accusa, sono riconducibili ai vertici della cosca Valente-Stummo, a amministratori locali, imprenditori e professionisti. I sequestrati sono stati eseguiti principalmente sul versante tirrenico cosentino ma anche in Umbria e Basilicata. L'indagine, in particolare, ha consentito di delineare l'asse economico-imprenditoriale dell' organizzazione costituito con conferimenti di "sospetta provenienza" nei settori commerciale, con l'apertura di diversi supermercati, concessionarie di auto, agenzie di viaggi, parchi divertimento, attività commerciali e negozi di abbigliamento; immobiliare, con realizzazione di società finalizzate all' acquisizione di fabbricati, appartamenti e magazzini, anche attraverso aste fallimentari "pilotate"; agricolo, con la costituzione di cooperative e società agricole, che, non depositando bilanci e non avendo assunto lavoratori dipendenti, hanno acquistato terreni per 50 ettari senza dichiarare tali possidenze al fisco; turistico, con la gestione di lidi balneari, come "L'angelica", l'"Aqua mar" e "Itaca", realizzati su terreni demaniali del comune di Scalea. Complessivamente è stato eseguito il sequestro preventivo di 22 tra società ed aziende; 81 immobili situati anche a Matera, Perugia, e Rocca di Cave (Roma), depositi, ville ed abitazioni, numerosi negozi e circa 50 ettari di terreno; 33 automobili tra le quali Jaguar, Bmw, Mercedes ed auto d'epoca; 78 rapporti bancari, con saldi positivi per circa 2.695.685 euro; due imbarcazioni; 23 polizze assicurative. Per gli indagati per corruzione è stata applicata una recente normativa che consente l'applicazione della particolare ipotesi di confisca. Si tratta di una delle prime applicazioni di misura ablativa nei confronti di indagati per reati contro la Pubblica Amministrazione.

    Libera Cosenza: Situazone ci preoccupa. Il Coordinamento provinciale di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie ''Roberta Lanzino" di Cosenza "segue con preoccupazione e attenzione - riporta una nota - la maxioperazione condotta stamani a Scalea che vede direttamente coinvolti anche i vertici politici dell'amministrazione comunale". "Ci preoccupa - prosegue la nota - la qualità e la quantità dei capi di imputazione che, se dimostrati, evidenzierebbero una volta di più la capacità delle organizzazioni criminali di contaminare la politica e l'amministrazione. Dovremo prestare molta attenzione al prosieguo delle indagini e alle sue ricadute istituzionali, politiche e sociali in quel territorio a noi così caro. Altissima, altresì, sarà la nostra attenzione in merito soprattutto alle proposte di attività di lotta e di prevenzione al radicamento della 'ndrangheta. Proprio per la specificità del contesto sociale ed economico, da tempo Libera lavora sul territorio dell'Alto Tirreno nel campo della formazione, della prevenzione soprattutto con le nuove generazioni e con i ragazzi in situazione di disagio scolastico e sociale. Fiduciosi che l'avanzamento delle indagini possa restituire quel senso della legalità e del perseguimento dell'interesse generale che deve intessere sempre l'operato delle pubbliche amministrazioni, ribadiamo l'importanza di attivare meccanismi di conoscenza, formazione e costruzione di una società civile forte che, basata su solidi principi di onestà, responsabilità, trasparenza e democrazia, sappia resistere e ribellarsi alla prepotenza mafiosa".

    Legambiente: durissimo colpo a ecomafie. 'Un colpo pesantissimo alla 'ndrangheta, alle ecomafie e alla malapolitica''. E' quanto di afferma in un comunicato di Legambiente Calabria nel quale si esprime "plauso ai magistrati e alle forze dell'ordine per l'operazione che ha portato oggi a numerosi arresti, tra cui il sindaco e cinque assessori del Comune di Scalea". "Secondo gli investigatori, la cosca locale - prosegue la nota - sarebbe riuscita a condizionare il voto e pilotare appalti pubblici, anche e soprattutto nel settore ambiente, puntando a drenare incentivi e finanziamenti pubblici, con la complicità di professionisti, amministratori e politici. Vincoli paesaggistici e urbanistici, lottizzazioni, autorizzazioni e concessioni sarebbero stati sistematicamente violati nel nome di interessi privati. Un modello di gestione della cosa pubblica caratterizzato da clientele e corruzione". Per Legambiente Calabria "il caso Scalea è lo specchio della situazione calabrese. Per rompere l'assedio delle cosche e restituire dignità al territorio e ai cittadini, è necessario proseguire sulla strada della repressione, intensificando i controlli e moltiplicando le inchieste, ma anche riprendere la via della buona politica, della trasparenza e della legalità. C'è viva preoccupazione, infatti, per le connivenze e le cointeressenze tra il malaffare e la pubblica amministrazione che continuano ad emergere senza sosta. Ecco perché al modello Scalea occorre contrapporre quegli esempi di amministrazione virtuosa, rispettosa della democrazia e dell'ambiente. Per dimostrare che il destino della Calabria non è nelle mani delle cosche della 'ndrangheta''

    Sonia Alfano: Situazione gravissima. ''Quella di Scalea è una situazione gravissima: cosche infiltrate al Comune, appalti pilotati, assoggettamento della cittadinanza attraverso l'uso di armi da guerra. Lo scenario emerso dall'operazione 'Plinius' è davvero allarmante. Una situazione indecente portata alla luce dalla DDA di Catanzaro e dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, ai quali esprimo il mio più vivo apprezzamento per il lungo e complesso impegno e per il risultato odierno". Lo afferma, in una dichiarazione, Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea. "Questa gravissima vicenda - aggiunge Sonia Alfano - rivela quanto e come la collusione della politica e dell'imprenditoria con la 'ndrangheta sia estesa. Senza l'aiuto dei cittadini sarà difficile uscirne, nonostante l'assiduo e infaticabile impegno della magistratura e delle forze dell'ordine. Chi è in prima linea nella lotta alle mafie non può e non deve essere lasciato solo. E' evidente che organizzazioni criminali come la 'ndrangheta basino la propria forza e il proprio potere soprattutto sul consenso dei cittadini: bisogna invertire la rotta e scardinare il sistema. Adesso, subito, e con l'impegno di tutte le forze sane della società civile".

    CGIL: ndrangheta vuole controllo istituzioni.''Pieno sostegno all'operato della magistratura e alle forze dell'ordine" e, al contempo, "forte preoccupazione per l'acutizzarsi della pervasività della 'ndrangheta nel tessuto istituzionale dell'intero territorio provinciale". Li esprimono la Cgil della Calabria e la Camera del lavoro territoriale Pollino Sibaritide Tirreno in relazione all'operazione "Plinius" che ha coinvolto il Sindaco ed altri amministratori del comune di Scalea. "Oramai - affermano - non siamo più di fronte a casi isolati, ma nell'intero territorio vi è una forte emergenza legalità ed è in atto un vero e proprio attacco delle organizzazioni criminali per controllare non solo l'intero comparto della pubblica amministrazione, ma, soprattutto quello economico in ogni settore, così come emerge dai provvedimenti restrittivi che in taluni casi rivelano connivenze e consorterie". "Nel caso specifico - sostiene ancora la Cgil - l'operazione, oltre ad individuare precise responsabilità e condizionamenti degli amministratori, ha smantellato una rete economica-imprenditoriale tesa a controllare i settori del commercio, dell'edilizia, del turismo e del comparto agricolo che di fatto impediva al territorio una normale e democratica attività economica e del mercato del lavoro". "Stante la gravità estrema in cui si è venuta a trovare l'amministrazione comunale di Scalea, uno dei centri più importanti del Tirreno Cosentino, in attesa che si faccia piena luce sull'intera vicenda - conclude la Cgil - chiediamo al Governo ed alla Prefettura di Cosenza di avviare ogni azione prevista dall'ordinamento giuridico per la messa in sicurezza dell'ente Comunale, per la sua gestione straordinaria a tutela dei cittadini e dei lavoratori e per il ripristino della legalità".

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