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    Mons. Morosini "Santuario Polsi non è legato a criminalità"

     

     

    Mons. Morosini "Santuario Polsi non è legato a criminalità"

    01 set 12 "Abbiamo bisogno di riconciliarci con la storia. Noi sappiamo come spesso siamo guardati e giudicati malamente per alcuni errori della nostra storia passata, dimenticando che la nostra storia non abbraccia solo 150 anni, che sono quelli segnati dalla mafia, ma si misura al ritmo di millenni. Anche questo nostro santuario ha subito la stessa sorte e non riesce a scrollarsi di dosso l'associazione alla storia della criminalità organizzata". E' un passaggio del discorso del vescovo di Locri-Gerace mons. Giuseppe Fiorini Morosini, a conclusione della processione eucaristica nella prima giornata della Festa della Madonna di Polsi che si concluderà domani. "Ancora una volta da questa valle - ha detto ancora il presule - lancio un appello a tutti voi fedeli della Locride e calabresi tutti: il futuro non ce lo darà nessuno, siamo noi che dobbiamo conquistarlo con un esame di coscienza rigoroso sulla nostra apatia, sulle nostre inefficienze, sulle nostre meschine furbizie, che hanno reso inefficace ogni tentativo di ricostruzione del nostro territorio. Ma invito altresì le istituzioni ad ogni livello a non lasciarci soli in questo cammino e a riconoscere altresì le loro inefficienze. La triste storia del passato e certe forme di vita oggi, con le faide, i sequestri di persone, gli attentati, i traffici illeciti di droga e di armi, l'usura, ci devono far riflettere sull' opportunità di questa riconciliazione con la vita e con tutto ciò che riconduce alla vera felicità. Quelle forme di vita che abbiamo enumerate non ci danno felicità, ma creano l'abisso del nostro male: il carcere, la divisione delle famiglie, l'odio, la paura della vendetta, la paura di vedere figli drogati e deviati. In queste situazioni non c'é felicità nella famiglie e lo sapete benissimo voi che mi ascoltate". "Abbiamo bisogno di riconciliarci con la pietà popolare - ha aggiunto - nel senso che dobbiamo purificarla da quelle residue incrostazioni che spesso tengono in piedi la separazione tra fede e vita e non lasciano incarnare il Vangelo nel nostro agire quotidiano. Tale separazione ha toccato punte gravi, quando abbiamo visto immagini di santi o il libro della Bibbia in nascondigli di criminali. Ma non solo questo tipo di separazione dobbiamo temere, ma anche quella più diffusa che pretende coniugare pratiche religiose e devozioni ai santi con atteggiamenti non consoni alla morale cristiana. Per in resto la Chiesa non ha timore di difendere la religiosità popolare, di accoglierne le manifestazioni e di benedirle".

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