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    Funzionari Trenitalia infedeli truccavano appalti, 27 arresti in tutta Italia

     

     

    Funzionari Trenitalia infedeli truccavano appalti, 27 arresti in tutta Italia

    30 ott 12 Sono in corso di esecuzione, da parte degli agenti della squadra mobile di Firenze e del Compartimento Polfer della Toscana, 27 misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei riguardi di imprenditori e funzionari di Trenitalia, ritenuti responsabili di aver inquinato e truccato il sistema degli appalti di Trenitalia Spa. Tra i reati contestati, corruzione, turbata libertà degli incanti, abuso di ufficio e accesso abusivo alle banche dati riservate di Trenitalia. Le misure vengono eseguite in tredici province, tra cui Firenze, Prato, Ascoli Piceno, Vicenza, Monza, Pavia, Milano, Torino, Bari, Pordenone, Verona, Genova e Napoli. L'operazione, denominata 'Espresso 2', è il risultato della seconda tranche dell'nchiesta sugli appalti truccati di Trenitalia e dell'azienda di trasporti campana Sepsa, nell'ambito della quale nell'ottobre del 2011 sono state arrestate 15 persone e indagate 42, accusate di aver pilotato gare relative alla fornitura di accessori per la manutenzione dei treni.

    Ai domiciliari anche un sindaco. C'é anche un sindaco tra le persone che questa mattina sono state raggiunte dalla misura di custodia cautelare ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulla Procura di Firenze sugli appalti truccati di Trenitalia. Si tratta di Luca Tomassini, sindaco del Comune di Petritoli, in provincia di Fermo nelle Marche. Tomassini è stato arrestato in qualità di azionista della Faam Spa con sede a Monterubbiano (Fermo), azienda attiva nel settore delle batterie di accumulatori al piombo. Ai domiciliari anche la responsabile del settore qualità e ambiente della Faam, Daniela Cionfrini, e Andrea Salvatelli, titolare di una ditta individuale referente della Faam.

    Vincitore scleto da gare interne del "cartello". Gare interne al 'cartello', precedenti a quelle indette da Trenitalia, per stabilire in anticipo chi avrebbe dovuto aggiudicarsi l'appalto. Venivano organizzate, secondo quanto accertato dagli inquirenti, dagli imprenditori aderenti alla 'Fratellanza'. "Habemus Papam - si legge in una mail tra due appartenenti al cartello -, the winner is..." segue nome e cognome dell'imprenditore che, secondo gli accordi, avrebbe dovuto presentare l'offerta migliore e dunque vincere l'appalto. Alla fine dell'anno, grazie alle informazioni fornite dai funzionari di Trenitalia in cambio di denaro o favori, ognuno degli imprenditori aderenti alla 'Fratellanza' doveva aver avuto accesso alla sua parte di appalti, in modo che tutti ne ricavassero eguale profitto. In base a quanto accertato nel corso delle indagini, coordinate dal pm Giuseppe Bianco, per distribuire i guadagni e stabilire chi di volta in volta avrebbe dovuto aggiudicarsi gli appalti il cartello disponeva di un tavolo di pilotaggio attraverso cui venivano organizzate le gare interne. Le informazioni sugli appalti venivano acquisite grazie alla collaborazione di funzionari corrotti. Una decina quelli arrestati dall'inizio delle indagini, di cui quattro questa mattina a Firenze, Verona, Milano e Napoli. Di questi, due risultano impiegati alla direzione Audit, l'organo di Trenitalia preposto alla vigilanza interna. Uno dei due era stato in precedenza dipendente di una delle ditte che favoriva, presso cui la moglie risulta attualmente impiegata. Complessivamente, é stato accertato che gli appalti truccati sono circa una ventina. Riguardano la fornitura di accessori per la manutenzione dei treni, tra cui schede elettriche per la riparazione dei convertitori, bobine per motori elettrici, batterie. Al momento, in base alle verifiche effettuate, nessun rischio è emerso per la sicurezza, ma non è escluso che pericoli per l'incolumità dei cittadini sarebbero potuti emergere se il cartello avesse continuato a operare: "Le aziende che operano attraverso la turbativa d'asta - ha precisato il pm Giuseppe Bianco - non hanno alcun interesse per la qualità del servizio fornito".

    Trenitalia parte civile. In relazione all'inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze, Ferrovie dello Stato, nell'annunciare che Trenitalia si costituirà parte civile in un eventuale processo, rende noto che "già in data 15 febbraio 2010 le strutture preposte del Gruppo FS Italiane avevano formalmente segnalato alla Polizia Ferroviaria di Firenze, presunte attività illecite nell'affidamento e gestione di appalti, assicurando nel contempo ogni disponibilità e collaborazione alle indagini". Sulla base di successive verifiche interne - prosegue la nota - "si è provveduto al licenziamento di un dirigente e cinque dipendenti e alla sospensione in via cautelativa di un altro dirigente ed altri cinque dipendenti. Tali provvedimenti si inquadrano, più in generale, nell'intensa attività di moralizzazione condotta all'interno del Gruppo FS Italiane negli ultimi anni e che ha portato all'allontanamento di ben 39 dirigenti e 10 quadri di Trenitalia, infedeli all'Azienda; al trasferimento da Firenze a Roma della struttura che si occupa di acquisti e riparazione di ricambi e componenti per operare una discontinuità con un ambiente dimostratosi non trasparente; alla soppressione del sistema interno di qualificazione delle ditte fornitrici con passaggio a gare aperte; al contrasto di qualsiasi forma di intermediazione; alla richiesta di scioglimento dell'Ucrifer (Unione Costruttori e Riparatori Ferroviari), cioè l'associazione di rappresentanza dei fornitori del settore ferroviario". "Ciò conferma - dice ancora la nota - l'impegno che il Gruppo FS Italiane e Trenitalia hanno profuso per rendere assolutamente trasparenti le proprie attività, procedendo sempre secondo quanto consentito dalla legge e denunciando ogni irregolarità e abuso da chiunque provenga. Il personale coinvolto in questa indagine sarà oggetto di ulteriore attenta verifica e di ogni eventuale conseguente provvedimento. Trenitalia - conclude la nota - che da questa attività è stata danneggiata, nella sua qualità di persona offesa, si costituirà in giudizio come parte civile per tutelare i propri interessi e ottenere il risarcimento dei danni".

    Indagini. Le indagini della Procura di Firenze, che oggi hanno portato all'arresto ai domiciliari, in esecuzione di misura cautelare disposta dal gip David Monti, di 27 tra imprenditori e funzionari di Trenitalia, hanno fatto emergere la presenza di accordi di corruzione permanente tra i funzionari di Trenitalia addetti alla gestione delle gare d'appalto e 14 aziende attive nel settore dei trasporti e operanti in tutta Italia. In base a quanto accertato, gli imprenditori ottenevano dai dipendenti infedeli di Trenitalia informazioni che li avvantaggiavano nelle gare. In alcuni casi, alcune aziende sono state messe in condizione di accedere direttamente alle banche dati di Trenitalia Spa mediante password segrete fornite dai funzionari. In cambio delle informazioni, i funzionari ricevevano dalle aziende denaro o regali tra cui viaggi, pc, ipod e buoni benzina.

    Un cartello di amici definito Fratellanza. Ci sono quattro funzionari di Trenitalia e 23 imprenditori, per un totale di 14 aziende coinvolte, tra le persone che questa mattina sono state raggiunte dalla misura di custodia cautelare ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulla Procura di Firenze sugli appalti truccati di Trenitalia. Quattro delle aziende coinvolte hanno sede in Toscana, quattro in Lombardia e le restanti in Veneto, Marche, Campania, Liguria, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. Secondo quanto emerso, alcuni tra gli imprenditori arrestati, tre dei quali non sono stati ancora raggiunti dalla notifica della misura restrittiva perché impegnati in viaggi di lavoro, sono stati identificati dagli inquirenti come membri della "Fratellanza", come veniva definito in gergo dai suoi aderenti il cartello di aziende diretto a inquinare gli appalti e scoperto nel corso della prima tranche delle indagini, che l'ottobre scorso portarono all'arresto di 15 persone tra dipendenti di Trenitalia e industriali. Tra le persone finite ai domiciliari questa mattina, anche imprenditori non legati da cartello che, secondo quanto accertato dagli inquirenti, dal 2003 avevano accesso diretto alle banche dati di Trenitalia grazie alle password segrete fornite dai dipendenti in cambio di favori. Complessivamente nel corso delle indagini, partite nel maggio del 2009, sono state emesse 56 misure restrittive.

    Gli arrestati. Quattro funzionari di Trenitalia spa e 20 persone legate al mondo delle imprese sono state raggiunte questa mattina da un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip di Firenze nell'ambito di un'inchiesta della procura di Firenze, con squadra mobile e Polfer, sugli appalti truccati di Trenitalia Spa. Ad altri tre imprenditori non è stata applicata la misura perché si trovano in viaggio all'estero; potrebbero costituirsi già da domani. I nomi degli arrestati: - Pierluigi Amadori, 63 anni, residente a Signa (Firenze), dipendente della società Spitek srl di Prato; - Massimo Bandini, residente a Scandicci (Firenze), consigliere di Alta srl con sede a Scandicci; - Daniela Cionfrini, 44 anni, dipendente del settore qualità e ambiente della Faam spa di Monterubbiano (Fermo); - Nicola Antonio Corradin, 46 anni, residente nel Vicentino, procuratore speciale e responsabile vendite della Fiamm Spa, con sede a Montecchio Maggiore (Vicenza); - Roberto De Putti, residente nel Vicentino, referente della Fiamm Spa di Montecchio Maggiore; - Nello De Filippis, 51 anni, residente a Monza, referente dell'azienda Hoppecke srl, con sede a Cinisello Balsamo (Milano); - Massimo Ermini, 55 anni, presidente del consiglio di amministrazione della Fap srl, azienda con sede a Firenze; - Elio Fantini, 70 anni, residente in provincia di Pavia, consigliere della ditta Sacme Spa con sede a Milano; - Graziano Fantoni, 54 anni, residente a Firenze, incaricato delle verifiche tecniche di qualità presso Trenitalia Spa; - Massimo Fuochi, 48 anni, residente nel Fiorentino, rappresentante della Gmg elettronica snc; - Riccardo Lugli, 59 anni, di Torino, rappresentante della società Gino Lugli snc, con sede a Torino; - Mario Luraschi, 56 anni, residente nel Pavese, consigliere delegato e rappresentante della Mersen Italia Spa con sede a Milano; - Andrea Marciappi, 51 anni, di Firenze, dipendente della società fiorentina Alta srl; - Luciano Marzullo, 65 anni di Bari, ex amministratore della Meis Elettromeccanica srl con sede nel Barese; - Marino Alberto Mencacci, 69 anni, residente a Firenze e rappresentante della Mersen Italia spa con sede a Milano; - Giovanni Russo, 52 anni, residente a Napoli e dipendente della società campana Gmg Elettromeccanica snc; - Andrea Salvatelli, 42 anni, residente in provincia di Fermo e titolare di una ditta individuale referente della società Faam Spa di Monterubbiamo (Fermo); - Uliano Todini, 62 anni, residente a Carmignano (Prato), amministratore unico della ditta pratese Spitek srl; - Luca Tomassini, 53 anni, che è anche sindaco di Petritoli (Fermo), finito in manette in qualità di referente e comproprietario azionista della Faam Spa di Monterubbiano (Fermo); - Marco Froldi, 40 anni di Genova, - Antonio Izzo, 57 anni, residente a Milano, funzionario di Trenitalia; - Franco Marcazzan, 55 anni, dipendente di Trenitalia Spa, addetto alla direzione tecnica di Verona; - Niccolò Bucalossi Mucerino, di Empoli - Giuseppe Silvestrini, napoletano, funzionario di Trenitalia.

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