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    Terremoto sul Pollino, per gli esperti un meccanismo complesso

     

     

    Terremoto sul Pollino, per gli esperti un meccanismo complesso

    26 ott 12 Il terremoto di questa notte nell'area del Pollino è avvenuto con un meccanismo di tipo distensivo e i movimenti della faglia coinvolta sono generati dalla spinta della placca Nordafricana verso quella Euroasiatica. "Il meccanismo è molto complesso e caratteristico dell'area" spiega Antonio Piersanti, direttore della sezione sismologia e tettonofisica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). In particolare, prosegue Piersanti, la scossa è stata causata "dai movimenti relativi fra la macro placca Africana, la macroplacca Euroasiatica, le microplacche su cui galleggia metà dell'Italia e gli effetti della subduzione tirrenica dove la placca Adriatica si infila sotto quella Euroasiatica". "Non sta avvenendo nulla di straordinario - rileva l'esperto - i terremoti sono fenomeni naturali il problema si verifica quando avvengono in zone abitate". Anche se in Italia non avvengono i terremoti più grandi in assoluto, a livello di sismotettonica il nostro Paese è, sottolinea Piersanti, una delle aree più complicate del mondo: "l'Italia si trova al margine della mega placca Africana e della Placca Euroasiatica e metà della Penisola galleggia su delle microplacche". Dopo la scossa dell'1,05 di magnitudo 5.0, gli esperti della sala sismica dell'Ingv hanno localizzato circa 170 repliche. Si sono verificati 135 eventi di magnitudo inferiore a 2.0, 33 terremoti di magnitudo compresa tra 2.0 e 3.0, uno di magnitudo 3.3, avvenuto alle ore 1,16. La distribuzione di questi terremoti, spiega l'Ingv, continua ad essere prevalentemente concentrata nel settore occidentale della regione, dove è avvenuta la maggior parte dei terremoti negli ultimi mesi. I terremoti di queste ore sono piuttosto superficiali, spiega l'Ingv, quasi tutti localizzati tra 5 e 10 chilometri di profondità, nella parte meridionale del gruppo di epicentri attivo negli ultimi mesi.

    Geologi: Edifici non in sicurezza. In Italia "metà degli edifici scolastici non ha il certificato di agibilità", e anche abitazioni e ospedali non sono in sicurezza contro il rischio sismico. Lo sottolinea Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, commentando le scosse avvertite in Calabria ed in Basilicata. "L'Italia è un Paese sismico dove il tema centrale deve essere quello della prevenzione - sottolinea l'esperto -. Sappiamo che i terremoti ci sono e ci saranno sempre. Il terremoto non lo si può prevedere ma lo si può prevenire". Gli esperti non escludono altri terremoti in futuro: "Il territorio calabrese è tutto ad alto rischio sismico – afferma Arcangelo Francesco Violo, Presidente Geologi Calabria - la popolazione calabrese, purtroppo, deve imparare a convivere con questo fenomeno e deve essere sempre pronta, come se una forte scossa dovesse verificarsi da un momento all'altro. L'unica prevenzione possibile consiste, quindi, nella mappatura dettagliata e puntuale del rischio, nei piani di emergenza, nell'educazione della popolazione e nella riduzione della vulnerabilità sismica di edifici pubblici e privati".

    Ordine Ingegneri Cosenza mobilitato per verifiche. Gli ingegneri dell'Ordine della Provincia di Cosenza sono partiti stamane alla volta del Pollino per formare una squadra di lavoro che si occuperà delle verifiche sugli edifici. Sotto il coordinamento della Protezione Civile regionale, che da tempo collabora con l'Ordine cosentino grazie ad un'apposita convezione, la squadra dei tecnici bruzi, coordinata dall'Ing. Giuseppe Amendola, ha raggiunto il punto operativo di Mormanno per procedere al monitoraggio dei danni prodotti dalla scossa sismica di questa notte sugli edifici del comprensorio. "I professionisti cosentini - ha dichiarato il Presidente Menotti Imbrogno - come già avvenuto circa tre anni fa in Abruzzo, tornano ad offrire il loro contributo per aiutare, grazie alle loro competenze, le popolazioni dell'area del Pollino colpita dal sisma"

    Uno sciame da 2 anni colpisce zona ad alto rischio. Il terremoto del Pollino è arrivato dopo una sciame sismico durata oltre due anni, che ha colpito una zona considerata ad alto rischio e molto complessa. L'aumento dello sciame sismico era stato segnalato dalla commissione grandi rischi del 4 ottobre scorso e dal verbale di quella riunione tale fenomeno giustificava lo stato di allerta. "Nell'arco di due anni ci sono stati in questa zona circa 2.000 terremoti, a volte anche al ritmo di tre o cinque al giorno", osserva il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta. "Finora - aggiunge - solo un terremoto aveva raggiunto magnitudo 4, per il resto la maggior parte delle scosse registrate aveva una magnitudo compresa fra 1,5 e 3". La scossa di oggi, di magnitudo 5, avvenuta alla profondità di 6,3 chilometri, "rappresenta una bella evoluzione dello sciame", ed è normale che, soprattutto nelle prime ore, si siano registrate numerosissime repliche. "Ci si aspetta di vedere che cosa accadrà nei prossimi due giorni, a quale ritmo più o meno rapido le scosse diminuiranno. Non possiamo naturalmente escludere - rileva - scosse confrontabili con quella di questa notte". Lo sciame sismico del Pollino si è manifestato con un'attività continua, che i sismologi hanno monitorato costantemente, anche potenziando la rete delle stazioni di rilevamento fisse e mobili. "Il grande numero dei terremoti - osserva Gresta - ci ha consentito individuare la distribuzione degli ipocentri". Sono state anche individuate due faglie attive ed una probabile terza. Si è compreso che le rotture avvengono per un movimento di tipo distensivo, ossia sono dovute allo scivolamento di un blocco verso il basso rispetto all'altro. Il grande motore di questa zona ad alta attività sismica è la spinta della placca africana contro quella eurasiatica. Più in dettaglio il terremoto è avvenuto nella zona di passaggio fra l'Appennino meridionale e l'Arco Calabro. Nella prima - spiega il sismologo Alessandro Amato, dell'Ingv, "sono avvenuti terremoti importanti, come quello del 1980 in Irpinia o quello della Basilicata del 1857, nel Vallo di Diano, il primo terremoto documentato fotograficamente". Anche l'Arco Calabro é noto per i forti terremoti che l'hanno colpito nel '700 e nell'800. Tutto questo fa del Pollino una zona considerata ad alto rischio sismico, una sorta di "sorvegliato speciale" della sismologia che continua a meritare una particolare attenzione.

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