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    Inchiesta eolico, chiuse indagini per 30, 17 prosciolti. Avviso per Adamo e Nucaro

     

     

    Inchiesta eolico, avviso garanzia per 30, tra loro Adamo e Nucaro. 17 prosciolti tra cui Loiero. Coinvolti politici e dirigenti

    25 ott 12 La Procura di Catanzaro ha chiuso le indagini nei confronti di 30 indagati, tra cui tre società, politici, imprenditori e funzionari della Regione Calabria, coinvolti nell'inchiesta sulla realizzazione di parchi eolici. Il Pm Carlo Villani ipotizza anche il pagamento di una tangente. I reati contestati a vario titolo sono di associazione per delinquere, corruzione, falso e abuso. La Procura ha chiesto anche l'archiviazione per la posizione di 17 indagati. Le indagini hanno avuto inizio nel 2006 quando la Procura di Paola (Cosenza) dispose delle intercettazioni telefoniche nei confronti dell'imprenditore Mauro Nucaro, amministratore della società Cesp Calabria che opera nel settore dell'energia eolica. Dalle intercettazioni sarebbero emersi una serie reati commessi da politici e funzionari della Regione relativamente alla realizzazione dei parchi eolici in Calabria. In particolare le indagini si concentrarono sul presunto pagamento di una tangente per la realizzazione del parco eolico 'Pitagora' di Isola Capo Rizzuto e per l'adozione da parte della Regione Calabria delle 'Linee guida sull'eolicò. Nelle due vicende sono coinvolti anche esponenti del gruppo Erg che avrebbero pagato del denaro per ottenere i due provvedimenti. Successivamente Nucaro è stato sentito dagli inquirenti ed ha fornito una serie di dichiarazioni che riguardano la realizzazione di altri parchi eolici, in particolare nell'area del cosentino. Dopo quasi tre anni d'indagine i magistrati di Paola decisero di trasmettere tutti gli atti, consistenti in 126 faldoni, alla Procura di Cosenza ritenuta competente per territorio. Nel febbraio del 2010 i Pm di Cosenza decisero a loro volta di inviare l'inchiesta alla Procura di Catanzaro ritenendola competente per territorio in quando i reati sarebbero stati commessi nel capoluogo calabrese. La Procura di Catanzaro ha emesso due avvisi di conclusione indagini. Il primo riguarda la vicenda delle linee guida regionali ed il parco eolico di Isola Capo Rizzuto e vede coinvolte nove persone e tre società. Tra gli indagati ci sono l'ex vice presidente della giunta regionale di centrosinistra, Nicola Adamo; l'amministratore e socio della Piloma srl, Saigese spa e Loda service, Giancarlo D'Agni, ritenuto dall'accusa stretto collaboratore di Adamo; l'imprenditore Mauro Nucaro; l'ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento economia della Regione, Carmelo Misiti. La seconda conclusione indagine riguarda la realizzazione di parchi eolici nel cosentino. Tra gli indagati ci sono funzionari e dirigenti della Regione tra cui l'ex direttore generale dell'assessorato all'ambiente, Giuseppe Graziano. Gli avvisi di conclusione indagine sono in corso di notifica da stamane da parte degli agenti della Digos di Cosenza. Un terzo filone d'indagine, nel quale si ipotizzano reati non collegati alle vicende dell'eolico, è stato trasmesso alla Procura di Cosenza competente per territorio.

    --- Parco Eolico, Adamo "Dopo 6 anni mi difenderò, sono innocente"

    --- Inchiesta Eolico, legali Tommasi soddisfatti archiviazione

    Sei anni di indagini. Dopo sei anni di indagini e tre cambi di procura giunge a conclusione l'inchiesta sull'eolico in Calabria. Gli agenti della Digos di Cosenza hanno notificato l'avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 30 indagati, tra cui tre società, esponenti politici, imprenditori e funzionari regionali. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Carlo Villani, ha anche chiesto l'archiviazione per 17 persone tra cui l'ex presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e l'ex assessore regionale all'ambiente Diego Tommasi. Le indagini hanno avuto inizio nel 2006 quando la Procura di Paola (Cosenza) decise di intercettare i telefoni dell'imprenditore Mauro Nucaro, amministratore della società Cesp Calabria che opera nel settore dell'energia eolica. Dalle intercettazioni sarebbero emersi una serie reati commessi da politici e funzionari della Regione nel settore dell'energia eolica. In particolare le indagini si concentrarono sul presunto pagamento di una tangente per la realizzazione del parco 'Pitagora' di Isola Capo Rizzuto e per l'adozione da parte della Regione Calabria delle 'Linee guida sull'eolico. Un secondo filone d'indagine riguarda, invece, la realizzazione di alcuni parchi eolici nell'area del consentino. Dopo quasi tre anni d'indagine i magistrati di Paola decisero di trasmettere gli atti alla Procura di Cosenza. Nel febbraio del 2010 i Pm di Cosenza decisero a loro volta di inviare l'inchiesta alla Procura di Catanzaro ritenendola competente per territorio. Ora la procura del capoluogo calabrese ha emesso due avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di 30 indagati tra cui l'ex vice presidente della giunta regionale di centrosinistra, Nicola Adamo, l'imprenditore Mauro Nucaro ed una serie di funzionari regionali. Il cuore pulsante di tutta l'inchiesta è il presunto pagamento, da parte di Roberto Baldetti, amministratore della Tisol srl del gruppo Erg Cesa Eolica, di una maxi tangente di 912 mila euro finita, attraverso 11 bonifici bancari, nelle casse delle società Piloma e Saigese di cui erano soci Giancarlo D'Agni e Mario Lo Po accusati di essere i "percettori delle somme di denaro in nome e per conto di Adamo". Non si è fatto attendere il commento di Nicola Adamo il quale, nel corso di una conferenza stampa convocata d'urgenza in un albergo cosentino, ha esordito affermando: "finalmente dopo sei anni potrò difendermi. Avrò modo, attraverso la conoscenza degli atti, di battermi per l'archiviazione nei miei confronti o comunque per l'esistenza della mia conclamata innocenza". Adamo si è poi chiesto come mai "arriva proprio oggi dopo sei anni la chiusura delle indagini? Guarda caso sempre a ridosso di scadenze elettorali. Voglio continuare a fare politica e se qualcuno pensa di mandarmi a casa, e non mi riferisco ai magistrati, con questi metodi, si sbagliano di grosso".

    Ipotesi corruzione per maxi-tangente. La parte centrale dell'inchiesta della Procura di Catanzaro sull'Eolico riguarda il reato di corruzione per il presunto pagamento di una maxi tangente. L'accusa sostiene che per la realizzazione del Parco eolico 'Pitagora' di Isola Capo Rizzuto e per le linee guida sull'eolico in Calabria fu promesso il pagamento di una tangente di 2 milioni e 400 mila euro, pari al 2% del valore della struttura, di cui 912 mila euro effettivamente corrisposti da Roberto Baldetti, amministratore della Tisol srl, la società che aveva stipulato con la Erg Cesa Eolica un contratto per lo sviluppo dei parchi eolici in Calabria. I 912 mila euro furono versati, secondo l'accusa, attraverso 11 bonifici bancari, effettuati dall'ottobre 2005 all'aprile 2008, dalla società Tisol alla Piloma di cui era socio Giancarlo D'Agni. La motivazione del pagamento era relativa a consulenze fatte per il parco eolico di Isola Capo Rizzuto. La Procura sostiene che Giancarlo D'Agni e Mario Lo Po divennero soci della Piloma, della Saigese e della Loda per volere dell'ex vice presidente della Regione, Nicola Adamo, e che furono, secondo l'accusa, i "percettori delle somme di denaro in nome e per conto dello stesso Adamo". L'accordo venne poi suggellato nel corso di un incontro avvenuto il 3 agosto del 2005 presso gli uffici della Regione a Reggio Calabria al quale partecipò Adamo, D'Agni, Baldetti, Mauro Nucaro, Stefano Granella e Giampiero Rossetti. In quella occasione i rappresentanti del gruppo Erg venivano "personalmente rassicurati dall'Adamo - è scritto nella conclusione indagini - in tal modo 'se voi della Erg volete venire a fare degli investimenti in Calabria state tranquilli che avrete un'autostrada senza casellì". Dopo l'incontro Adamo si "adoperava tramite Misiti - è evidenziato nella conclusione indagini - anche nella sua qualità di presidente della conferenza di servizi per il rilascio dell'autorizzazione unica per l'impianto eolico 'Pitagora' ponendo in essere anche nel corso della conferenza di servizi del 16 settembre 2005 tutta l'attività contraria ai doveri d'ufficio". Per le linee guida l'attività contraria ai doveri d'ufficio posta in essere dai "pubblici ufficiali Adamo e Lemma - sostiene la Procura - è consistita nel sostituire l'originaria proposta delle linee guida elaborata dal Dipartimento Ambiente della Regione Calabria con altra recante tutte le modifiche indicate da Baldetti".(

    I prosciolti: C'é anche l'ex presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, nella richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Catanzaro per l'inchiesta sull'Eolico. Oltre a Loiero la richiesta di archiviazione riguarda anche l'ex assessore regionale all'ambiente della giunta di centrosinistra, Diego Tommasi, l'imprenditrice Enza Bruno Bossio, l'ex leader del Psdi Renato D'Andria. Ci sono poi Rosaria Claudia Longo, Carlo Copat, Francesco Bitonte, Antonio Marasco, Stefano Casale, Antonio Speziali, Giorgio Marincola, Luca Iviani, Giovanbattista Lopreiato, Giuseppe Mazzitello, Domenico Antonio Basile, Paolo Giovanni Pagliuso Fabiano e Angelo Gangi. Nella richiesta di archiviazione il sostituto procuratore della Repubblica, Carlo Villani, sulla posizione di Agazio Loiero scrive che non sussiste alcun elemento su cui fondare una responsabilità penale nei confronti dell'ex presidente della Regione. Per quanto riguarda la posizione di Tommasi la Procura ritiene che ci sono scarsi elementi per sostenere l'accusa in giudizio e per fondare una responsabilità penale dell'ex assessore regionale all'ambiente.

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