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    Proseguita nella notte la protesta degli operai della Centrale Mercure

     

     

    Proseguita nella notte la protesta degli operai sulla ciminiera della Centrale Mercure

    05 ott 12 Hanno trascorso la notte sulla ciminiera della centrale Enel del Mercure i quattro operai che ieri avevano iniziato la protesta per chiedere garanzie sul loro futuro occupazionale. L'impianto, che impiega circa cento operai, al momento è chiuso in attesa di essere riconvertito. Gli operai ricevono cibo, acqua e generi di conforto dai parenti e dai colleghi che presiediano il luogo della protesta. I lavoratori hanno riferito di stare bene e di essere intenzionati a proseguire la protesta fino a quando non avranno la sicurezza che anche un rappresentante del Ministero dell'Ambiente parteciperà all'incontro convocato per martedì prossimo dal prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, per un esame della situazione.

    Alle 14 sospesa la protesta. I quattro lavoratori che erano saliti su una ciminiera della centrale Enel del Mercure hanno sospeso la protesta. La decisione è stata presa dopo che il Ministero dell'Ambiente ha autorizzato il Parco del Pollino a valutare anche il contesto socio-economico del territorio in cui sorge l'impianto. I lavoratori, comunque, mantengono l'attenzione sugli sviluppi della vicenda anche in attesa dell'esito della riunione convocata per martedì dal prefetto di Cosenza, Cannizzaro.

    Il 15 ottobre convocata comunità Parco Pollino. La Comunità del Parco nazionale del Pollino è stata convocata per il prossimo 15 ottobre con all'ordine del giorno la problematica relativa alla riattivazione della Centrale del Mercure. Lo ha reso noto l'ufficio stampa del Parco specificando che "la decisione, assunta dal Presidente, Sandro Berardone, d'intesa con il Presidente del Parco, Domenico Pappaterra, è stata fortemente sollecitata dalle Istituzioni regionali, dalla Prefettura di Cosenza e dalle organizzazioni sindacali di categoria a seguito della drammatica protesta di alcuni lavoratori dell'impianto che sono saliti sulla ciminiera della centrale creando una situazione di oggettiva preoccupazione". Nel comunicato è anche sottolineato che "in queste ore anche il Ministero dell'Ambiente ha formalmente invitato gli organi del Parco, a partire dalla Comunità del Parco, ad un'attenta e rigorosa valutazione, per approfondire i diversi profili della vicenda, per salvaguardare le ragioni della tutela ambientale nell'attuale cornice di difficoltà socio-economica in cui si dibatte il Paese, rafforzando così i legami del Parco stesso con il territorio circostante e le relative problematiche socio-economiche. Si spera che la convocazione della Comunità del Parco intanto induca i lavoratori a desistere dalla loro protesta e possa servire a creare un clima di agibilità nelle sedi decisionali a partire dalla conferenza dei servizi del 10 ottobre dedicata alle audizioni di tutti i soggetti che hanno fatto richiesta di essere ascoltati prima della decisione finale, e dalla Comunità del Parco che dovrà discutere senza pregiudizi di sorta, ma nell'esclusivo interesse delle popolazioni locali".

    Castagna: Assurdo osteggiare impianto. "E' assurdo quanto sta succedendo in questo territorio. Una Centrale a biomasse di legno vergine, che tra l'altro garantirebbe anche una buona manutenzione ai boschi e con essa si eviterebbero anche gli incendi che hanno martoriato la Calabria durante l'ultima stagione estiva, viene osteggiata fino a metterne in pericolo la sua stessa esistenza per giochi politici che nulla hanno a che vedere con l'ambiente e con la salute dei lavoratori e dei cittadinì. E' quanto afferma, in una nota, il segretario generale della Uil calabrese, Roberto Castagna che si è recato nella Centrale del Mercure dove alcuni lavoratori per protesta sono saliti sulla ciminiera dell'impianto. "Una Centrale come quella prevista e pronta a partire per il Mercure - prosegue Castagna - gode addirittura dei benefici della Comunità Europea per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e, quindi, pulita. Solo la cecità o la malafede di chi la osteggia può far dire il contrario. E' necessario fare presto concludere i lavori della Conferenza dei Servizi ed è auspicabile che tutti i soggetti interessati, in primis il Parco del Pollino, la smettano di girare attorno al problema cercando di nascondersi dietro al classico dito. Tutto il mondo è a conoscenza che una Centrale come quella del Mercure è compatibilissima con l'ambiente ed affermare il contrario non sarebbe compreso dalla gente". Assieme a Castagna, sul posto, c'é il segretario generale dell'Uilcem Gino Campana. "Mi sono precipitato subito qui - dice il sindacalista - per cercare di mediare una situazione che rischia di esplodere da un momento all'altro. I lavoratori sono esasperati e per ogni giorno che passa vedono affievolirsi le loro speranze di continuare a lavorare nella loro terra. La loro preoccupazione deriva anche dal fatto che il tempo non è una variante indipendente. Protrarre il verdetto della Conferenza dei Servizi potrebbe rendere vano l'investimento dell'Enel perché l'azienda potrebbe addirittura ritirarsi definitivamente dalla valle. Questo significherebbe buttare alle ortiche duecento posti di lavoro ed altre centinaia che sarebbero impiegati nella filiera del legno e tutto ciò è assolutamente vergognoso. Stanotte i quattro lavoratori sul camino sono stati all'addiaccio e ci vogliono restare fin quando non vedono uno spiraglio di luce per la soluzione del problema. A loro va la solidarietà nostra e di tutti i loro colleghi, garantendo che non saranno mai da soli a lottare per una giusta causa come questa".

    Quando sembrava tutto pronto per la riattivazione della centrale termoelettrica Enel del Mercure a Laino Borgo, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato lo stop del Consiglio di Stato per un errore formale nell’iter procedurale. Il segretario della Cisl di Cosenza, Tonino Russo esprime forte preoccupazione per tale decisione e pieno sostegno e solidarietà per le famiglie dei quattro lavoratori che sono saliti per protesta sul tetto dell’impianto ad un’altezza di quasi 70 metri. “Dopo aver passato – afferma – tutti gli esami autorizzativi e ambientali, e la Regione Calabria, ha dichiarato che la centrale è a norma di legge, in questo mese di ottobre ci si aspettava l’avvio della produzione, che consentirà l’occupazione di decine di unità lavorative senza considerare l’indotto. La centrale di Laino, si trova in un’area protetta a dimostrazione della non pericolosità per l’ambiente, e sarebbe la prima in Italia gestita dall’Enel a produrre energia elettrica da cippato di legno. Riteniamo, che il Mezzogiorno e la Calabria abbiano una grande occasione da sfruttare con la produzione di energia in un’ottica federalista, utilizzando in loco parte dei ricavi degli insediamenti energetici. Pertanto, come Cisl, lanciamo l’ennesimo appello alle istituzioni ai vari livelli affinché nel più breve tempo possibile sia fatta chiarezza una volta per tutte sulla riattivazione della centrale, (sono ormai trascorsi 10 anni) perché l’energia può generare sviluppo, in un momento di crisi generale diffusa, per creare nuove occasioni di lavoro e contribuire ad arginare la continua perdita di posti. Come sindacato, - spiega Tonino Russo - ne siamo talmente convinti, che nella piattaforma del 13 ottobre a Catanzaro nella manifestazione regionale unitaria di Cgil, Cisl e Uil viene individuato come tema prioritario un Piano regionale per il lavoro che difenda la presenza industriale di tutte le realtà in crisi (Italcementi, Centrale del Mercure, Phonmedia, ecc..) e tuteli i redditi dei i lavoratori in mobilità, i cassintegrati ed i percettori di ammortizzatori sociali in deroga, mobilitando ogni risorsa ordinaria e comunitaria per aggredire la precarietà e la disoccupazione giovanile e femminile anche con l’attivazione di nuove politiche di reimpiego. Saremo in ogni caso presenti con le altre sigle sindacali – continua il segretario Cisl – al tavolo convocato dal Prefetto di Cosenza per martedì 9 ottobre con la Regione Calabria, l’Ente Parco del Pollino, la Provincia di Cosenza, e l’Enel per dare il nostro fattivo contributo alla risoluzione del problema burocratico che ostacola la ripresa della centrale e per ridare dignità ai lavoratori e alle loro famiglie”.

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