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    Polemica Talarico-Scopelliti su locazione immobile moglie Giglio finisce in querela

     

     

    Polemica Talarico-Scopelliti su locazione immobile Giudice Giglio finisce in querela

    03 ott 12 E' finita con la carta bollata la polemica innescata questa mattina dal Consigliere regionale Mimmo Talarico a proposito di una locazione di un immobile della moglie del giudice Giglio coinvolto nella recente inchiesta della Bocassini contro la ndrangheta a Milano. Talarico aveva posto una interrogazione scritta al Presidente Scopelliti che di rimando ha preannunciato querela. Queste le due note diramate nella giornata di oggi.

    Domenico Talarico, consigliere regionale di Idv ha presentato una interrogazione al Presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti e all'Assessore all'Ambiente, Francesco Pugliano, in ordine al trasferimento dell'Ufficio del Commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico a Reggio. Talarico, nell'interrogazione, chiede di sapere "se corrisponde al vero l'intenzione, qualora l'iniziativa non fosse già in atto, di trasferire l'Ufficio sopra richiamato a Reggio, stante il contratto di locazione che lo stesso ha stipulato in data 31 ottobre 2010 per tale finalità e, se corrisponde al vero per come hanno riferito alcuni media che si sono occupati della questione che risulterebbe fra i proprietari dell'immobile la dottoressa Alessandra Sarlo, moglie del giudice Vincenzo Giglio, coinvolto recentemente nella nota inchiesta condotta dal procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini a proposito di rapporti tra politica, istituzioni e criminalità organizzata nella nostra regione". Nell'interrogazione si chiede anche "qual è lo stato d'attuazione dei programmi per la mitigazione del rischi idrogeologico previsti nell'accordo stipulato con il Ministero dell'Ambiente visto che, a seguito di questo accordo, veniva istituito nel 2010, anche nella nostra regione, l'Ufficio del Commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico e per la Calabria, l'accordo prevedeva la realizzazione di 185 interventi, coordinati dal dottor Domenico Percolla, a fronte di un importo complessivo di 220 milioni di euro. Il relativo ufficio, così come tuttora leggiamo sul sito internet della Regione Calabria - risulta essere allocato a Catanzaro in Via Crispi n. 33, ancorché risulti che in data 31 ottobre 2010 la Regione Calabria, e precisamente l'Ufficio del Dissesto Idrogeologico nella persona del dottor Percolla, abbia stipulato presso l'Agenzia delle Entrate di Reggio Calabria un accordo di locazione per sei anni, al costo di 54.000 euro all'anno".

    Il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale - presenterà formale querela nei confronti del consigliere regionale Domenico Talarico in merito all'interrogazione "chiaramente strumentale - sottolinea il Presidente - dallo stesso presentata per avere notizie sul trasferimento a Reggio Calabria dell'ufficio del Commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico e sulle attività poste in essere". "Il consigliere Talarico, amministratore di lungo corso e già assessore all'Urbanistica del Comune di Rende - aggiunge Scopelliti - non può ignorare che il Commissario straordinario delegato è un organo nominato dal Governo nazionale, titolare di contabilità speciale per le somme da utilizzare nella gestione dell'ufficio che deve rispondere per l'attività e rendicontare direttamente al Ministero dell'Ambiente. Perché il consigliere Talarico tira in ballo il Presidente della Giunta, peraltro facendo chiari riferimenti al fatto che l'immobile in questione sarebbe di proprietà della dottoressa Sarlo, quindi ricollegandolo alle indagini in corso a Milano? Conseguentemente tutte le altre domande hanno lo stesso fine strumentale". "Il dott. Domenico Percolla - dice ancora Scopelliti - è il Commissario straordinario nominato dal Governo per la mitigazione del rischio idrogeologico in Calabria. Per cui è al Ministero competente che il Consigliere Talarico deve porre tali domande e non certamente al Presidente della Giunta. Da qui si evince la strumentalità dell'interrogazione presentata e se ne ravvisano gli elementi per una diffamazione in quanto nell'interrogazione Talarico individua il Presidente della Giunta regionale quale controllore pur essendo a conoscenza che il Presidente non può esercitare alcun controllo sull'autonoma attività di gestione posta in essere da un Commissario nominato dal Governo".

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