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    Tassi usurai fino al 240%, un arresto della Finanza a Cosenza

     

     

    Tassi usurai fino al 240%, un arresto della Finanza a Cosenza

    08 mar 12 Applicava tassi usurai che variavano dal 100 al 240% annuo. Con l'accusa di usura, la guardia di finanza di Cosenza ha arrestato e posto ai domiciliari Daniele Dodaro, di 39 anni (nella foto). Per l'uomo la Procura di Cosenza, nell'ambito di un'inchiesta a carico di sei persone, aveva chiesto nei mesi scorsi la detenzione in carcere, ma il gip l'aveva negata. Successivamente la Cassazione ha dato ragione ai pm. Dodaro avrebbe anche minacciato e aggredito le sue vittime.

    Infatti i  Finanzieri della Compagnia di Cosenza, che nell’ambito di un’articolata attività investigativa avviata nell’ottobre del 2009 su delega della locale Procura della Repubblica, avevano segnalato alla menzionata Autorità Giudiziaria, 6 persone per i reati di usura, estorsione ed esercizio abusivo del credito, hanno così dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Dodaro il PM titolare del fascicolo aveva richiesto al GIP l'applicazione della misura personale della custodia cautelare in carcere sulla scorta di elementi riconducibili alla sua pericolosità, richiesta che, nelle prime fasi dell’indagine, era stata rigettata dal Giudice per le Indagini Preliminari.

    La personalità del DODARO e l’adozione da parte di quest’ultimo di ben collaudate tecniche vessatorie nei confronti delle vittime avevano indotto la Procura della Repubblica cosentina a non allinearsi alla decisione del G.I.P. e, nel gioco della normale dialettica processuale, ad insistere nel ritenere sussistenti le originarie ragioni che imponevano di applicare la misura  cautelare personale. Ne è seguita la predisposizione di un puntuale ricorso in Cassazione, deciso a favore della pubblica accusa con l’accoglimento delle ragioni del Pubblico Ministero, dott. Cozzolino, e l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del menzionato DODARO Daniele, misura eseguita  dai finanzieri della Compagnia di Cosenza.

    L’attività d’indagine condotta dalle Fiamme Gialle, corroborata da attività tecniche ed avvalorate da corposa documentazione bancaria acquisita, ha permesso di portare alla luce numerose azioni delittuose e vessatorie praticate dal DODARO nei confronti di diverse vittime e consistite nella concessione di prestiti in denaro per la cui restituzione, ottenuta anche con l’uso della violenza, erano applicati interessi variabili dal 100 al 240% annui.

    Un importante contributo al buon esito dell’attività investigativa è stato fornito dalle vittime che con le loro dichiarazioni hanno contribuito a disvelare l’attività illecita condotta dal DODARO e dagli altri soggetti segnalati all’Autorità Giudiziaria. E’ un altro “mattone” del muro di omertà e silenzio che viene giù come, peraltro, auspicato dal Procuratore Aggiunto di Cosenza, Dott. Airoma in occasione di analoga attività svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza in materia di usura a conferma, del resto, dell’assunto che quando la collaborazione delle vittime diviene fattiva, la reazione dello Stato è quanto mai efficace. In tale ottica l’arresto operato in questi giorni rappresenta una concreta risposta delle Istituzioni per il contrasto al gravissimo fenomeno dell’usura la cui incidenza, in questa fase di marcata crisi economica che interessa le famiglie e non risparmia le imprese, è particolarmente avvertita.  

     

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