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    Otto marzo in Calabria, iniziative testimonianze commenti

     

     

    Otto marzo in Calabria, iniziative, testimonianze, commenti

    07 mar 12 Sono decine e decine le iniziative per la Festa della donna. Questi alcuni degli avvenimenti organizzati in Calabria:

    MERCOLEDI' 7 MARZO

    LAMEZIA TERME - Convegno sul tema "Donne del sud - le tarantate" nell'ambito della settimana di iniziative promossa dal Comune sulla condizione delle donne in Calabria. (h.17.30)

    GIOVEDI' 8 MARZO

    COSENZA - Iniziativa "La donna nelle opere della Galleria Nazionale di Cosenza" organizzata in occasione dell'8 Marzo. L'iniziativa è promossa dalla Sovrintendenza per i Beni storici e artistici della Calabria.(h.09.30-Palazzo Arnone).
    CATANZARO - Iniziativa della Cgil sulle donne per la legalità. Tra gli altri partecipano Mimma Iannello, Amalia Bruni, Matteo Cosenza, Doris Lo Moro, Mimma Pacifici. Conclude Vera Lamonica, della segreteria nazionale. (h.09.30 - Musmi).
    COSENZA - Iniziativa del Comitato Coni sullo sport in rosa. (h.09.30 - Sede Coni in piazza Matteotti).
    REGGIO CALABRIA - Assemblea promossa da Stopndrangheta.it con gli studenti del liceo artistico Preti per discutere di Maria Concetta, Lea e Giuseppina, donne che hanno sfidato la 'ndrangheta. (h.10.00 - Liceo Preti).
    CROTONE - Dibattito sul tema ''8 Marzo. Ieri la precarietà, oggi la vita". L'iniziativa è promossa dalla segreteria provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà. (h.10.30 - Biblioteca ospedale San Giovanni di Dio).
    VIBO VALENTIA - L'assessore comunale alla Comunicazione, Nicolino La Gamba, presenta la "Carta europea per l'uguaglianza e le parità". (H.10.30 - Sala consiliare Comune).
    COSENZA - Presentazione del libro "La donna nella storia" di Gregorio Colistra, nell'ambito delle manifestazioni per la Festa della donna. (h.11.00 - Sala convegni Baldassarre Archivio di Stato).
    COSENZA - Conferenza stampa in occasione dell'8 marzo per presentare tre illustrazioni artistiche che raccontano in forma di fumetto la vicenda di Angelina Mauro, uccisa nella strage di Melissa. (h.11.00 - Casa delle Culture).
    REGGIO CALABRIA - Incontro organizzato dal Consiglio regionale, in occasione dell'8 marzo, sul tema "Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro". Introduce i lavori il presidente del Consiglio, Francesco Talarico. (H.11.30 - Auditorium Calipari).
    CROTONE - Iniziativa del Comune per l'8 marzo, dedicata, con l'adesione alla campagna promossa dal Quotidiano della Calabria, alle collaboratrici di giustizia Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola e Lea Garofalo. (H.16.00 - Comune).
    SETTINGIANO - Convegno sul tema "...non solo donne", organizzato in occasione della Festa della Donna dal movimento politico culturale "Esserci per unire". (H.16.30 - Ex municipio).
    RENDE - Iniziativa promossa dal Centro Metropolis in occasione della Festa della donna, con l'offerta alle visitatrici di lezioni gratuite di difesa personale. (H.16.30 - Galleria Metropolis).
    COSENZA - Radio Ciroma dedica parole e musica a Lea, Maria Concetta e Giuseppina da parte delle donne del centro antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza. (H.17.00 - Radio Ciroma, Piazzetta Toscano). - REGGIO CALABRIA - Iniziativa promossa dal Comune e dal Teatro dei Semplici in occasione dell'8 marzo sul tema "Perché tu sei un essere speciale, o donna, ed io avrò cura di te". Partecipa il sindaco Demetrio Arena. (H.17.00 - Municipio).
    COSENZA - Conversazione sulle cosentine illustri organizzata dall'Amministrazione comunale. (H.17.00 - Casa delle Culture). - CATANZARO - Iniziativa per l'8 marzo promossa dal Baco Resistente sul "Coraggio delle donne attraverso le immagini e le parole". Alle 20.30 proiezione del film "Corpo celeste" a cura della Cineteca della Calabria. (H.17.30 - Casa del Cinema).
    REGGIO CALABRIA - Consegna del premio Anassilaos Mimosa 2012 promosso dall'omonima associazione in occasione dell'8 marzo e dedicato ad Emanuela Loi, la poliziotta morta nella strage di via D'Amelio. (H.17.30 - Sala Levato Consiglio regionale)
    LAMEZIA TERME - Proiezione del film "Persepolis", di Marjane Satrapi, nell'ambito della settimana di iniziative promosse dal Comune sulla condizione della donna in Calabria. (h.19.30).
    PIZZO - Presentazione del docufilm "Anna, Teresa e le resistenti" di Matteo Scarfò. (H.20.30 - Museo La Tonnara a Pizzo Marina).

    VENERDI' 9 MARZO

    CATANZARO - Presentazione del libro di Anna Maria Longo "Pensieri leggeri". L'amore e la politica", con Wanda Ferro, Valentina Loiero, Elena Bova, Maria Giovanna Carbone, Matteo Cosenza, Anna Maria Carloni, Eva Catizone. (H.16.30 - Casa Culture). -
    REGGIO CALABRIA - Manifestazione promossa dall'Unione donne in Italia sul tema "Memoria e attualità del movimento delle donne". (H.17.00 - Teatro Athena).

    Scarfò: Donne rompano omertà. E' un messaggio struggente ma allo stesso tempo anche pieno di speranza quello lanciato alla vigilia della festa della donna da Anna Maria Scarfò, la ragazza di 25 anni che dopo aver denunciato e fatto condannare i sei aguzzini che la violentarono a 13 anni ora vive in una località protetta. Anna Maria ha vissuto momenti tristi anche dopo aver denunciato i suoi aguzzini. Nella frazione di San Martino di Taurianova, infatti, i familiari di coloro che la violentarono per diverso tempo l'hanno costretta a vivere segregata in casa a causa delle ingiurie e delle minacce. Ora per quelle vicende è in corso un processo a Cinquefrondi (Reggio Calabria) dove nell'ultima udienza gli imputati hanno chiesto al giudice di spostare il dibattimento altro per l'eccessivo peso mediatico della vicenda. Ed oggi Anna Maria Scarfò torna a scrivere della sua vicenda lanciando un appello rivolto a tutte le donne, perché non bisogna "avere paura di sfidare l'omertà. Ci sarà sempre qualcuno che vi aiuterà". La vicenda di Anna Maria è raccontata nel libro 'Malanova', della giornalista e scrittrice Cristina Zagaria. "Ci sono - scrive Anna Maria nel suo appello alle donne - ci sono delle donne che festeggiano la festa della donna; invece c'é chi non la vive: non perché non vogliono viverla, ma perché ancora oggi ci sono donne che hanno dentro di sé qualcosa che le distrugge. Io che come tutte le donne da piccola sognavo di diventare grande e avere una vita bellissima, sognavo il principe azzurro e credevo nell'amore e nei sogni. Sogni distrutti da chi? da un uomo che alla tenera età di 13 anni mi ha ingannata con le sue parole". La sua prima violenza Anna Maria la subì il 4 aprile del 1999 e dopo tre anni di sofferenze decise di denunciare. "E se ho avuto la forza di farlo - ha aggiunto - è stato per un'altra donna, mia sorella, che era più piccola di me, e per niente al mondo avrei permesso al branco di rubarle i suoi sogni e la sua adolescenza come è stato fatto a me. E vi posso assicurare che dal giorno in cui ho deciso di ribellarmi e di dire basta, sono stata condannata dal mio stesso paese, perché in Calabria non si sfida l'omertà, e se decidi di farlo succede quello che è successo a me". Ma nelle parole di Anna Maria c'é anche la speranza di una donna che ora vive una vita nuova e che spera di dimenticare il passato. Oggi posso dire "di non essere più sola - ha proseguito - perché tante donne si stanno occupando di me e intorno a me ci sono tante associazioni. Ero diventata la Malanova del mio paese, la cattiva notizia. E come tutte le cattive notizie, dovevo pagare. Ma io ho pagato e sto continuando a pagare tutt'oggi; ma una cosa è certa: io non mi sono mai arresa, ho sempre creduto in me e nella mia volontà di andare avanti. Ora ce l'ho fatta. Oggi ho 25 anni e sono libera di raccontare ad altre donne la mia storia, che non è stata facile". E nel suo appello c'é anche la speranza per tante donne che vivono in condizioni di oppressione. "Credo che noi donne - ha concluso - tutte insieme possiamo farcela, e non dobbiamo mai farci prendere dalla paura o dalla vergogna di raccontare una violenza subita. Fate come me, che oggi sono viva e libera, anche se distrutta da tutto il male che mi hanno fatto. Ma nello stesso tempo sono felice di avercela fatta a dire basta a tutto ciò che mi stava accadendo".

    Deninciò violenze, "Ora sono libera e viva". "Credo che noi donne - ha concluso - tutte insieme possiamo farcela, e non dobbiamo mai farci prendere dalla paura o dalla vergogna di raccontare una violenza subita". E' questo l'appello lanciato alla vigilia della festa delle donne da Anna Maria Scarfò, la ragazza di 26 anni che dopo aver denunciato e fatto condannare i sei aguzzini che la violentarono a 13 anni ora vive in una località protetta. "Fate come me - ha aggiunto - che oggi sono viva e libera, anche se distrutta da tutto il male che mi hanno fatto. Ma nello stesso tempo sono felice di avercela fatta a dire basta a tutto ciò che mi stava accadendo". La ragazza dopo le sue denunce subì anche una serie di minacce e ingiurie dai familiari dei suoi aguzzini. Per queste ultime vicende è in corso un processo a Cinquefrondi (Reggio Calabria) durante il quale gli imputati hanno chiesto che il dibattimento venga spostato altrove per l'eccessivo peso mediatico della vicenda. Nel suo appello Anna Maria Scarfò rivolge un invito a tutte le donne perché non bisogna "avere paura di sfidare l'omertà. Ci sarà sempre qualcuno che vi aiuterà"

    Corso antiviolenze a Catanzaro. E' stato presentato stamane a Catanzaro il bando di selezione per il corso di formazione in operatore sociale antiviolenza del progetto 'Ophelia'. Il bando è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, l'assessore provinciale alle Pari Opportunità Sergio Polisicchio, il presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia Elena Morano Cinque e Antonio Montuoro, in rappresentanza della Direzione generale dell'Azienda sanitaria provinciale. "L'Amministrazione provinciale - ha detto Ferro - dimostra una sempre maggiore attenzione verso le politiche sociali e il sostegno ai cittadini più deboli, grazie anche all'impegno del Comitato e della Commissione Pari Opportunità dell'ente e ai nostri compagni di viaggio come l'Azienda Sanitaria Provinciale. Il progetto Ophelia rappresenta un'iniziativa concreta a favore di tante donne vittime di violenza, ma anche un'occasione di crescita professionale per tanti giovani laureati". La Commissione Pari Opportunità, ha spiegato nel corso della conferenza stampa l'avv. Elena Morano Cinque, organizza e finanzia un Corso di Formazione per Operatore Sociale Antiviolenza, destinato a giovani laureati in Scienze Sociali, residenti nel territorio provinciale, i quali potranno divenire personale qualificato in grado di fornire il primo sostegno alle vittime di violenza. La finalità del Corso è quella di formare giovani laureati in scienze sociali che potranno divenire personale qualificato in grado di fornire il primo sostegno alle vittime di violenza.

    "La campagna promossa dal Quotidiano della Calabria per dedicare l'8 marzo di quest'anno a tre donne coraggiose che hanno deciso di ribellarsi alla criminalità deve ricevere l'appoggio di quanti vogliono dare un senso particolare a questa ricorrenza. Giuseppina Pesce, testimone in importanti processi contro cosche della 'ndrangheta, sta affrontando grandi sofferenze. Maria Concetta Cacciola e Lea Garofalo hanno pagato con la vita la decisione di rendersi libere, di uscire dal mondo della criminalità in cui erano nate. Donne diverse, che hanno affrontato la 'ndrangheta dall'interno e dall'esterno, dando un segnale forte che non può essere dimenticato. La Calabria e tutte le altre regioni in cui la criminalità organizzata si è diffusa ce la possono fare a liberarsi da questo giogo, ma hanno bisogno del sostegno di tutto il Paese per avere la forza di dire no, come le tre donne che vogliamo ricordare questo 8 marzo. Un ricordo che deve essere portato anche nelle scuole, per diffondere pure tra i giovanissimi la cultura della legalità e dell'antimafia". E' quanto afferma il leader dell' Udc, Pier Ferdinando Casini, in un messaggio fatto pervenire al direttore del 'Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza.

    "Voglio dedicare la giornata dell'8 marzo a tutte le donne che lavorano e a quelle che un lavoro lo cercano ma non lo hanno ancora trovato, perché sono convinta dell'inutilità di parlare di una 'questione femminile' se non si parla anche di lavoro". Lo afferma, in una nota, la vicepresidente della Regione, Antonella Stasi. "Voglio denunciare in primis in Italia, al sud e dunque in Calabria - aggiunge - del permanere di una cultura di discriminazione dove alla questione disoccupazione si aggiunge il carico doppio, menage familiare e impegno professionale, quando un lavoro fortunatamente le donne ce l'hanno. Sono argomenti noti ma sarebbe un errore non parlarne perché li conosciamo, anzi ritengo che se ne parla mai abbastanza. La Banca d'Italia di recente ci ha ricordato che una percentuale maggiore di occupazione femminile influirebbe positivamente sul PIL e quindi sulla crescita del paese; i guru di management ci dicono, almeno da dieci anni a questa parte, che in un mondo di crescente interdipendenza serve un modello di leadership che promuova la fiducia reciproca, che generi un senso di appartenenza e di engagement nel lavorare su obiettivi comuni. Tratti squisitamente femminili". "L'Italia - dice ancora Antonella Stasi - ha il tasso di occupazione femminile più basso d'Europa ma quelle che lavorano lo fanno più di tutte le altre. Ogni giorno, compresa la domenica, una donna italiana lavora, tra casa e ufficio, 7 ore e 26 minuti, un tempo superiore, appunto, a molti Paesi europei (un'ora e 10 minuti in più, ad esempio, rispetto ad una donna tedesca). Facile da spiegare: il 77, 7 per cento del lavoro domestico - spesa, lavare, stirare, rigovernare, accompagnare etc. etc - è sulle spalle delle donne. La crisi ha aggravato i problemi strutturali dell'occupazione femminile, quantitativi e in particolare in tema di qualità del lavoro: nel biennio 2008-2010 l'occupazione femminile è diminuita di 103 mila unità (-1,1%). In totale abbiamo un tasso di occupazione femminile pari al 46.1 %, tra i peggiori in Europa. Con una grave disparità geografica: al nord la percentuale sale al 56,1% ed al sud tracolla al 30,5%. Il nostro sud, dunque, è il luogo europeo dove le donne lavorano meno in assoluto. Numeri e percentuali che non raccontano la 'solita' questione di donne. E' invece una questione di produttività e di crescita economica. Più semplicemente: una faccenda di soldi e di ricchezza, delle famiglie e del paese". "Mentre Visco annuncia un 2012 di recessione - conclude la vicepresidente della Regione - bisogna partire da qui, dal fatto che se le donne lavorassero ci guadagnerebbero gli indici economici del Paese, per trovare il giusto punto di vista, non retorico, non stereotipato, per parlare di donne".

    "I musei calabresi sono in prima fila per festeggiare l'8 marzo sotto il segno della Cultura". Lo ha detto l'assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, che è anche il coordinatore degli assessori alla cultura delle Regioni, commentando l'iniziativa del Ministero dei Beni culturali di consentire domani, per la Festa della donna, l'ingresso gratuito nei luoghi d'arte statali. Tale iniziativa, riferisce un comunicato, segue la presentazione avvenuta ieri della rete dei 18 musei calabresi finanziati dalla Regione con quattro milioni di euro. I luoghi d'arte da poter visitare domani sono 13 e abbracciano tutte e cinque le province calabresi. Si va dal Parco Archeologico di Scolacium di Roccelletta di Borgia alla Galleria nazionale di Cosenza; dal Museo archeologico nazionale di Crotone alla Cattolica di Stilo; dal Museo archeologico nazionale della Sibaritide, a Cassano, al Museo archeologico nazionale Vito Capialbi di Vibo Valentia. L'elenco completo dei musei calabresi che aderiscono all'iniziativa del Ministero è consultabile all'indirizzo www.calabria.beniculturali.it L'assessore Caligiuri invita, inoltre, i sindaci, i presidenti di Provincia, i privati e i vescovi a valutare la possibilità di aderire all'iniziativa nazionale, consentendo l'accesso gratuito ai loro musei nella giornata di domani. "La Festa della donna sarà così celebrata - conclude Calgiuri - nei luoghi della cultura del nostro Paese e della nostra regione, mettendo in risalto la straordinaria importanza di costruire un modello di sviluppo economico basato sulla cultura, che è donna tutto l'anno".

    "L'8 Marzo rappresenta un importante momento di riflessione e di attenzione sul variegato e complesso universo femminile. Una data che segna uno spartiacque tra passato e presente, tra tradizione e modernità nel solco del ricordo, per tutte quelle donne che hanno lasciato un segno tangibile del loro coraggio e della forza del cambiamento, spezzando le catene dell'omertà e i pesanti vincoli familiari". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Antonio Rappoccio, di Insieme per la Calabria-Scopelliti Presidente. "Nel percorrere insieme la strada della condivisione e soprattutto del riscatto civile per la nostra regione - aggiunge Rappoccio - non possiamo e non dobbiamo dimenticare Giuseppina Pesce, Lea Garofalo e Maria Concetta Cacciola, donne simbolo di una società in crescita che rivendica il diritto alla legalità, alla giustizia, alla solidarietà. Un'occasione, dunque, quella dell'8 Marzo per guardare oltre e comprendere meglio il valore e la scelta del cambiamento per la Calabria".

    "Aderisco con convinzione all'invito lanciato dal direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, per celebrare, in occasione della Festa della donna, Maria Concetta Cacciola, Lea Garofalo e Giuseppina Pesce". Lo afferma il leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro, in un messaggio inviato a Matteo Cosenza. "Sono tre madri - aggiunge - che hanno avuto il coraggio di dire no alla 'ndrangheta e per questo hanno pagato, fino in fondo, le conseguenze della loro scelta con la morte o con l'esilio forzato. Dal loro coraggio e dalla loro rabbia si è innescata una vera e propria rivoluzione. Mi riferisco alla rivoluzione di quelle donne calabresi che recriminano verità e giustizia, che tentano di fermare nuove stragi sulle strade e di salvare il destino dei propri figli. Oggi loro sono la spina nel fianco della 'ndrangheta. Sono donne che hanno vissuto nella 'ndrangheta, l'hanno respirata. Da essa sono nate, ma hanno scelto di passare dalla parte dello Stato. Donne che hanno condiviso un'esistenza oltre la legge e poi nella legge hanno cercato riparo". "Cambiare si può. La lotta alla mafia - dice ancora Di Pietro - si porta avanti innanzitutto facendo fino in fondo il proprio dovere nel rispetto della legalità e dello Stato. Maria Concetta Cacciola, Lea Garofalo e Giuseppina Pesce hanno scelto di vivere nel giusto. E la loro memoria deve diventare un esempio da seguire ogni giorno, anche per le future generazioni. La Calabria ha bisogno di liberarsi di questo cancro e di tutte le sue metastasi. Serve una rivoluzione culturale e democratica, e noi dell'Idv siamo pronti a portarla avanti".

    "Aderisco convintamente all'appello del direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, perché il prossimo 8 marzo sia la festa delle donne che hanno sfidato la 'ndrangheta e hanno detto basta alle cosche, spezzando quel vincolo di solidarieta' familiare che è punto di forza dell'organizzazione criminale calabrese". Lo afferma, in una nota, il vice segretario dell'Udc, Mario Tassone, intervenuto ieri in Aula per elogiare l'iniziativa sulle donne coraggio contro la 'ndrangheta. ''Cetta Cacciola, Lea Garofalo e Giuseppina Pesce - ha aggiunto - sono un riferimento importante per il Paese, tre donne forti ed emblema della Calabria che lotta contro la criminalità organizzata ed intende riaffermare i valori della legalità".

    "Il quadro delle differenze di genere dimostra come siano ancora forti e persistenti le disparità di vissuto quotidiano tra uomini e donne. Ed a farne maggiormente le spese sono le lavoratrici, sottoposte a ritmi di vita davvero frenetici e densi di incombenze e "doveri", confermando, una volta di più, l'esistenza di un problema di vulnerabilità sociale delle donne del nostro Paese". Lo afferma in una nota Sergio Abramo, candidato sindaco di Catanzaro del centrodestra, in una dichiarazione per l'8 Marzo. "La crescente precarizzazione del mercato del lavoro, le perduranti disparità di accesso alle professioni e le inadeguatezze degli strumenti di conciliazione - aggiunge - sono elementi che impediscono una reale parificazione delle opportunità in un mondo del lavoro nato e concepito in funzione degli uomini. Eppure il ruolo della donna nella nostra società é in costante evoluzione, dato comprovato dagli importanti spazi di responsabilità ritagliati dalla componente femminile all'interno del sistema politico, economico e sociale. La Calabria è infatti la regione con la più alta presenza femminile nei quadri dirigenziali (16,2%) e, in particolare, la città di Catanzaro è quella più tinta di 'rosa' ai livelli alti di responsabilità (26,8%). In tale situazione credo che una maggiore presenza femminile negli organi di governo locali sia uno strumento prezioso per lavorare ancora meglio". "E' necessario impegnarsi - afferma ancora Abramo - per includere nei programmi elettorali un'assunzione di responsabilità concreta verso le esigenze delle donne, a partire da un'equa rappresentanza di genere nella composizione degli organi di governo locali per poter pensare ad una politica ed una strategia amministrativa più vicine ai diritti e alle esigenze di genere, all'insegna della legalità e del contrasto delle infiltrazioni mafiose. Del resto è storicamente riconosciuto il contributo della donna nella lotta contro la 'ndrangheta per spezzare quel legame di sangue che assicura protezione alla criminalita' organizzata. Solo promuovendo la parità ed eguaglianza tra uomini e donne si può sopperire al grave ritardo che impoverisce il confronto politico scoraggiando la partecipazione del gentil sesso alla vita democratica".

    "Dedicare una via di Catanzaro ad Anna Maria Longo. In occasione dell'8 marzo sarebbe bello potere colmare questo vuoto, e incidere il nome di questa donna nei luoghi della memoria della nostra comunita". E' la proposta che viene fatta dal presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, che, in una nota, sottolinea l'importanza di un'iniziativa "con cui onorare degnamente il ricordo una figura importante nella vita culturale e politica della nostra città". "Storica dirigente della sinistra - aggiunge - Anna Maria Longo ha dedicato la sua vita alle battaglie in difesa delle donne e per valorizzare il loro impegno in politica. Nonostante l'assoluta diversità culturale e ideologica ho sempre riconosciuto ad Anna Maria Longo una grande passione politica, unita ad una rara onestà intellettuale e ad un profondo senso dell'etica pubblica, lontana dalla ricerca del potere e dal soddisfacimento di ambizioni personali. In un periodo di profonda crisi di valori e di diffuso decadimento della politica ad ogni livello, intitolare una strada ad Anna Maria Longo ha certamente un valore fortemente simbolico, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni e delle donne che scelgono di impegnarsi in quella politica intesa come servizio reso ai cittadini, soprattutto a quelli più deboli. Una recente indagine ha evidenziato come la gran parte delle strade della nostra città siano intitolate ad uomini illustri, mentre donne di grande valore sembrano quasi ignorate dalla toponomastica. Alcune, come Emilia Zinzi, sono da tempo in 'lista d'attesà". Wanda Ferro ricorda inoltre che, in ricordo di Anna Maria Longo, il prossimo venerdì prossimo, 9 marzo, alle 16,30, nella Casa delle culture di Catanzaro , si terrà un incontro per la presentazione del libro "Pensieri leggeri. L'amore e la politica". L'iniziativa è promossa dalla Provincia di Catanzaro e dall'associazione "Il Luogo della Politica". Dopo i saluti del presidente Ferro, interverranno Elena Bova, la professoressa Maria Giovanna Carbone, il direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, la senatrice del Pd Annamaria Carloni. Concluderà Eva Catizone, del coordinamento nazionale di Sel. I lavori saranno moderati dalla giornalista del Tg5 Valentina Loiero.

    "Per alcuni è un rito senza significato, per altri, è occasione irrinunciabile per rivendicare istanze e diritti mai completamente attuati. In ogni caso, la Festa dell'8 marzo, resta sempre importante momento di riflessione sui passi avanti che sono stati fatti fin qui, in Italia e nel resto del mondo, sulla strada della piena affermazione dei diritti delle donne". Lo afferma in una nota il vice presidente del consiglio regionale, Alessandro Nicolò. "E' doveroso - aggiunge - rendere omaggio all'universo femminile nella giornata che, nel segno della mimosa, si colora di giallo. Ma donne non si è un giorno su 365 all'anno ed è anche per questo che il termine 'festa' suona quasi come una deminutio. Sarebbe più esatto, forse, parlare piuttosto di ricorrenza per celebrare la Giornata internazionale della donna, istituzionalizzata a partire dal 1909, tassello dopo tassello, in tutto il mondo occidentale per ricordare le rivendicazioni di libertà delle donne, le discriminazioni che hanno subito per millenni, i diritti ottenuti e quelli ancora da conquistare. Al pari delle ricorrenze per celebrare i diritti dell'infanzia, i diritti umani, la giornata dedicata 'all'altra metà del cielò ha una matrice storica e sociale che nulla ha a che vedere con cerimonie di sola facciata". "In un contesto sociale ancora discutibile - prosegue Nicolò - le cronache titolano: 'Uccide piu' la famiglia della mafià e le statistiche ufficiali riferiscono dati agghiaccianti di morte per mano di mariti, compagni e fidanzati, spesso insospettabili, il più delle volte temuti e additati. Donne costrette a subire, strette nella morsa del ricatto psicologico, nocivo e subdolo, grave al pari delle percosse e delle violenze fisiche che restano comunque nei grandi numeri. Donne trattate alla stregua di oggetti anche dai media dove impera la dittatura dei corpi; dove apparire è più importante che essere; dove si rinuncia all'autenticità per un ingannevole promessa di giovinezza. Non va meglio negli altri settori. Le donne devono impegnarsi due volte più dell'uomo, nel lavoro, nella carriera, nella conciliazione dei tempi. Spesso costrette al part time per conciliare famiglia e lavoro, e licenziate grazie all'incivile pratica delle dimissioni in bianco. La crisi, dice l'Istat nel suo Rapporto 2011 (dati 2010), 'ha ampliato i divari tra l'Italia e l'Unione europea nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il tasso di occupazione delle donne italiane, già per le donne inferiore alla media europea tra quelle senza figli, è ancora più contenuto per le madrì". "Il consiglio regionale della Calabria - conclude - in merito, ha approvato una serie di provvedimenti volti a valorizzare il ruolo della donna e sta mettendo in campo misure mirate a garantire quella tutela dei diritti spesso negati".

    Il 5 marzo 2012, nella Segreteria Provinciale del SIULP di Cosenza, è stato costituito il Coordinamento Donne denominato "Noi Donne Siulp", il cui precipuo compito sarà quello di occuparsi dei temi e delle problematiche lavorative che più di frequente riguardano le donne. Il Coordinamento, presieduto da Anna Tommasino, componente della Segreteria Provinciale Siulp di Cosenza, nasce dalla volontà del Segretario Generale Provinciale Luciano Lupo - condivisa anche dagli altri componenti della segreteria - di assicurare all'interno medesima segreteria un nuovo istituto di riferimento per le colleghe, che potranno rivolgersi a "Noi Donne Siulp" per rappresentare problemi, ma anche proposte ed aspirazioni. Il Coordinamento vuole essere una spazio aperto dove le questioni relative al lavoro e alla famiglia, alla vita culturale e sociale, verranno discusse ed elaborate. Una fucina comune dove ogni donna potrà esprimere il proprio pensiero in piena libertà e senza condizionamenti di qualsivoglia natura. Il Coordinamento, così come concepito dalle poliziotte che lo hanno costituito, vuole proiettarsi nel sociale, aprendosi anche alle istanze che provengono dalla società civile. L'intento di "Noi Donne Siulp", infatti è quello di promuovere la partecipazione delle donne nel sindacato e nella società, affinché il loro impegno fattivo contribuisca a rafforzare l'immagine della Polizia di Stato – a volte distortamente concepita solo come istituzione preposta alla prevenzione e repressione dei reati e alla conservazione dell'ordine pubblico – ponendo l'accento sul fatto che essa svolge un importante ruolo sociale che è quello di stare vicino alla gente comune per recepirne le istanze, anche quelle che investono sfere diverse dai compiti istituzionalmente assegnati ai poliziotti. In tale ottica "Noi Donne Siulp", nel bandire ogni atteggiamento autoreferenziale, intende relazionarsi anche con il mondo esterno alla Polizia di Stato, rivolgendo la sua attenzione alle istanze sociali che provengono soprattutto dalle donne, dagli anziani, dai minori e in generale dalle fasce più deboli della società, privilegiando l'informazione relativa alla salvaguardia dei diritti ed alla difesa da ogni tipo di violenza, fisica e psicologica. Nel perseguire tali intendimenti, verranno organizzati e partecipati incontri tematici tesi al confronto con associazioni che operano nel sociale, per un arricchimento reciproco di esperienze da trasfondere nella società civile. In ultimo, ma non per importanza, verrà considerato anche l'aspetto ludico e il cosiddetto diletto dello spirito, che non può mancare per una completa affermazione della personalità. A tal proposito, "Noi Donne Siulp" si farà promotore della stipula di convenzioni con associazioni sportive, teatri, e altri enti, pubblici e privati, al fine di consentire agli iscritti e ai loro familiari di accedere a tali servizi fruendo di particolari vantaggi. Nell'ambito delle attività programmate, domani 08 marzo 2012, festa della donna, al Protoconvento Francescano di Castrovillari alle ore 18.30, "Noi Donne Siulp" parteciperà al dibattito sul tema "Donne lavoro e dignità" promosso dall'Associazione "Se non ora quando" del Tirreno e del Pollino. Aderiscono al progetto "Noi donne Siulp" le colleghe Teresa Salamano, Alessia Cacciatore, Carolina Reda, Annamaria Buralli, Enza Ciacciulli, Ornella Stefanizzi ed Elga Rossignuolo, in rappresentanza dell'intero territorio provinciale.

    "La Giornata internazionale della donna, che ricorre l'8 marzo, deve essere un'occasione per tutti di riflessione non solo per ricordare quante hanno combattuto per rivendicare i propri ed i nostri diritti, arrivando a raggiungere fondamentali conquiste culturali e sociali, ma anche coloro le quali hanno sacrificato la propria vita lottando contro ogni forma di prevaricazione e discriminazione". Lo sostiene Caterina La Vecchia, responsabile calabrese dell'Ufficio Pari Opportunità del Coisp. "Un nome fra tutti - aggiunge - è quello di Emanuela Loi, l'agente della Polizia di Stato uccisa dalla mafia vent'anni fa, nella strage di via D'Amelio, in cui persero la vita anche il giudice Paolo Borsellino ed altri quattro uomini della sua scorta. Un nome, quello di Emanuela Loi, che dovrebbe essere indelebile nella memoria collettiva di tutta la società civile, non solo degli addetti ai lavori, un nome che deve essere pronunciato a voce alta e ferma, non lasciandolo fisso su di una lapide commemorativa. Emanuela fu la prima donna della Polizia di Stato a morire per cause di servizio e, aspetto non secondario, per seguire i suoi ideali di legalità e giustizia. Gli stessi ideali che ancora oggi, più vivi che mai, muovono i passi di tutte quelle poliziotte che indossano una divisa con un forte senso civico e profondo senso del dovere. Ed è a loro, a questa 'categoria' un po' speciale di operatrici della sicurezza, che i cittadini possono rivolgersi sempre in caso di difficoltà, con fiducia, perché sicuri di trovare competenze professionali miste a grandi doti umane. E' stato necessario intraprendere un lungo percorso, durato oltre 50 anni, e fare scelte coraggiose per arrivare all'odierno sistema che vede le donne in Polizia, grazie alla Legge 121 del 1981 che ha smilitarizzato e sindacalizzato la Polizia di Stato, equiparate ai colleghi uomini e che costituiscono, oggi, circa il 14% del totale delle risorse umane. Con il contributo fondamentale, per l'ammodernamento e la crescita dell'apparato Sicurezza, dato dalla nascita dei Sindacati, i cui rappresentanti, con costante impegno, hanno permesso il superamento di quei preconcetti e pregiudizi esistenti nei confronti dell'universo femminile in una realtà lavorativa di soli uomini". "Ma se la ricorrenza dell'8 marzo non è, a tutt'oggi, diventata un'occasione per parlare esclusivamente della figura di alcune donne, bensì della "condizione della donna - conclude Caterina La Vecchia - allora vuol dire che non tutti gli obiettivi per concretizzare il concetto di 'pari opportunita'' sono stati raggiunti e che c'é ancora tanto da lavorare. E' un debito morale che abbiamo nei confronti di Emanuela e che dobbiamo onorare insieme alla sua memoria".

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