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    MaxiBlitz contro la cosca Giampà nel lametino: 34 arresti

     

     

    MaxiBlitz contro la cosca Giampà nel lametino: 34 arresti. Donne in primo piano

    28 giu 12 Un'operazione contro capi e gregari della cosca dei Giampà di Lamezia Terme (Catanzaro) è stata condotta da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, che hanno arrestato 34 persone per associazione mafiosa, estorsione, usura, danneggiamento, armi e favoreggiamento. Gli investigatori sono certi di avere inferto un duro colpo alla cosca, protagonista di numerose intimidazioni ai danni di commercianti ed imprenditori che hanno destato particolare allarme sociale.

    Le donne il collante tra boss e gregari detenuti. Era gestita da una commissione all'interno della quale un ruolo di primo piano era svolto da tre donne, la cosca Giampà di Lamezia Terme, colpita stamani dall'operazione "Medusa", condotta congiuntamente da polizia, carabinieri e guardia di finanza. Le tre donne, arrestate dalla squadra mobile di Catanzaro, secondo l'accusa rappresentavano il collante tra i capi detenuti ed i gregari liberi, essendo coloro che portavano all'esterno i messaggi e le direttive dei boss. Le indagini, coordinate dalla Dda di Catanzaro e condotte dalla squadra mobile di Catanzaro, dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme e dai finanzieri del gruppo di Lamezia, hanno portato all'emissione di 36 ordinanze di custodia cautelare, 34 delle quali eseguite. All'operazione hanno partecipato 100 carabinieri, 60 finanzieri e 120 poliziotti. Numerose anche le perquisizioni eseguite.

    Sindaco Lamezia "In città c'è voglia di giustizia". "L'operazione Medusa messa in atto stamane è molto importante e lungamente preparata dalla magistratura e dalle tre forze di polizia congiuntamente che ringrazio a nome mio, dell'Amministrazione comunale e della città". Lo afferma, in una nota, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza. "In questi anni - ha aggiunto - a Lamezia è emerso un bisogno e una voglia di giustizia che ha sostenuto le indagini e l'attività di contrasto alla criminalità organizzata portata avanti dalla magistratura e dalle forze dell'ordine. Speriamo che il colpo inferto oggi possa portare a conseguenze definitive e positive per la vita degli operatori economici e di tutti i cittadini lametini".

    Decapitata cosca più potente della Calabria. Trentaquattro arresti che hanno decapitato la cosca di 'ndrangheta dei Giampa' di Lamezia Terme, una delle più potenti della Calabria. E' questo il risultato dell'operazione "Medusa" condotta all'alba da carabinieri, polizia e guardia di finanza che ha portato alla luce anche il ruolo svolto dalle donne della famiglia quale "collante" tra i boss detenuti e gli affiliati liberi, ai quali venivano impartite le direttive dei capi. Tra gli arrestati figura anche un carabiniere che era in servizio nella Compagnia di Lamezia terme accusato di concorso esterno in associazione mafiosa perché sospettato di passare informazioni alla cosca. Un secondo militare è indagato in stato di libertà dopo che il gip distrettuale ha deciso di non accogliere la richiesta d'arresto avanzata dalla Dda catanzarese. Le accuse per gli arrestati vanno, a vario titolo, dall'associazione mafiosa alle estorsioni, dall'usura al danneggiamento, alle armi e al favoreggiamento. Agli atti dell'inchiesta anche le dichiarazioni di dieci collaboratori di giustizia, tra cui cinque divenuti pentiti nell'arco dell'ultimo anno. Alle dichiarazioni si sono aggiunte intercettazioni telefoniche ed ambientali fatte dalle forze dell'ordine. "Abbiamo assestato - ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo - un duro colpo ad una parte della criminalità lametina". La richiesta presentata dalla Procura al gip riguardava complessivamente 50 persone. "L'infedeltà di pezzi delle istituzioni - ha detto il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli - non riguarda solo i carabinieri, che in questo caso hanno risolto dall'interno. Questo problema è diventato prioritario per la Dda di Catanzaro e andremo fino in fondo contro questi ceppi malati. Ora comprendiamo perché negli anni ci sono state coperture che non hanno portato a significativi risultati investigativi". Dall'indagini, ha riferito Borrelli, è emerso che Lamezia è "completamente piegata al volere delle cosche. Dalle dichiarazioni dei collaboratori emerge come le cosche, in particolare quella Giampà-Iannazzo, controllano l'intera città. L'intero tessuto sociale ed economico è strettamente controllato dalla criminalità che decide su ogni cosa. Dopo questa operazione credo che sia giusto che la società civile rimarchi il confine per creare delle differenze tra chi vive nella legalità e chi invece delinque".

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