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    Cassazione annulla arresti indagine per associazione a cosca di Taurianova

     

     

    Cassazione annulla arresti indagine per associazione a cosca di Taurianova

    08 giu 12 La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa, rinviando gli atti al Tribunale della Libertà di Reggio Calabria per un nuovo esame, emessa nei confronti di Francesco Crea, Carmelo Zagari ed Ernesto Fazzolari, latitante dal 20 giugno 1996 per un altro procedimento. Lo rende noto l'avv. Antonino Napoli, difensore di Zagari e Fazzalari. La Corte ha così accolto i ricorsi presentati da Napoli e dall'avv. Antonio Managò, difensore di Crea contro la decisione del tribunale della libertà che aveva confermato le ordinanze emesse nell'ambito di una inchiesta contro i presunti affiliati alla cosca Zagari-Fazzalari di Taurianova. A Carmelo Zagari ed Ernesto Fazzalari, è scritto in una nota del legale, viene contestato il ruolo di direzione della 'ndrina, con compiti di decisione, pianificazione e individuazione degli obiettivi da perseguire, il totale controllo nella gestione delle compravendite di terreni nel territorio di Taurianova assicurandosi la distrazione a loro vantaggio di una rilevante quota dei relativi corrispettivi. A Francesco Crea viene contestato il ruolo di partecipe. Il riferimento a Ernesto Fazzalari, il cui nome e' inserito nell'elenco dei ricercati più pericolosi, sostiene l'avv. Napoli, emergerebbe dall'interpretazione di una serie di intercettazioni ambientali nella sede dell'agenzia Lloyd Adriatico di proprietà di Francesco Crea. La polizia, ritenendo Crea, noto assicuratore, vicino agli Zagari-Fazzalari aveva richiesto ed ottenuto dalla Dda un decreto di intercettazione ambientale per la ricerca del latitante Fazzalari. Nel corso delle indagini vennero captati dei colloqui tra Crea e Zagari da cui emergeva l'interesse alla compravendita del terreno dell'ex feudo Gagliardi, per il quale Crea aveva ricevuto dal marchese l'incarico quale mediatore. Gli avvocati degli indagati, sostiene Napoli, hanno contestato la ricostruzione accusatoria ritenendo che si sia trattato di una legittima operazione commerciale a cui Zagari avrebbe partecipato senza alcuna imposizione del metodo mafioso. Secondo gli avvocati Napoli e Mangò, prosegue la nota, l'operazione "non rappresentava né la manifestazione della forza di intimidazione del metodo mafioso né un'estorsione, mancando la violenza o la minaccia anche nella forma implicita o indiretta, ma una mera attività di natura speculativa che ha interessato Francesco Crea, intermediario delegato da De Riso, Carmelo Zagari, acquirente e rivenditore, e Gallo Domenico, che ha acquistato e rivenduto alla Gioia Bit". "La Corte di Cassazione, condividendo gli argomenti degli avvocati Managò e Napoli - conclude la nota - ha annullato l'ordinanza rinviando gli atti al tribunale della libertà di Reggio Calabria. Grazie all'esito del giudizio della Cassazione Zagari e Crea sono rimasti liberi mentre Fazzalari è tutt'ora latitante per altro procedimento".

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