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    Comitato "Da centrale Mercure lavoro per 200 persone"

     

     

    Comitato "Da centrale Mercure lavoro per 200 persone"

    20 apr 12 "In questi giorni si discuterà ancora una volta del futuro della centrale Enel del Mercure. Si tornerà a decidere del nostro futuro dopo l'ennesimo ricorso alla giustizia, questa volta al Consiglio di Stato, presentato dalle associazioni ambientaliste del territorio". Lo afferma in una nota il Comitato per la riattivazione della Centrale Enel del Mercure. "Tutti noi, prima ancora di appartenere - aggiunge - al Comitato per la riattivazione della centrale Enel del Mercure, siamo padri di famiglia. Siamo persone che desiderano vivere la loro esistenza all'insegna della legalità e del lavoro che da troppo tempo manca nelle nostre terre. Siamo gente che crede allo sviluppo della Valle del Mercure e alle possibilità offerte dalla riattivazione della centrale a biomasse dell'Enel. Crediamo fermamente alla bontà del progetto perché ha affrontato, sempre con esiti positivi, ben 10 anni di burocrazia. Ci crediamo perché tutti gli Enti chiamati più volte ad esprimersi sul progetto lo hanno fatto sempre favorevolmente. Ci crediamo perché anche la Comunità Europea, sulla base di due interrogazioni ricevute, ha sempre rilevato per questo progetto il rispetto di tutte le normative comunitarie". "Ci crediamo - prosegue la nota del Comitato - perché la giustizia amministrativa si è già espressa sulla validità del progetto. Ci crediamo perché studi condotti da luminari e scienziati hanno chiarito l'assenza di rischi per la salute e per l'ambiente. Ci crediamo perché questa centrale può dare lavoro a 200 lavoratori tra diretti e indiretti e metterne in moto più di mille grazie allo sviluppo della filiera del legno. Soprattutto ci crediamo fermamente perché tolta anche questa possibilità di lavoro non ci rimarrebbe più nulla per occuparci dei nostri figli e delle nostre famiglie in un'area che oramai fa i conti con un tasso di disoccupazione che supera il 50%. Siamo già stati vittime di una voragine temporale determinata dall'eccesso di burocrazia e dalla miopia di molti". "Metteteci - conclude - nelle condizioni di tornare a lavorare. Vogliamo poterci occupare dei nostri cari. Chiediamo a tutti solo buon senso e lungimiranza. Lo chiediamo in nome della sopravvivenza nostra e delle nostre famiglie"

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