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    In Calabria, Lazio e Sicilia oltre il 50% di casi di malasanità

     

     

    In Calabria, Lazio e Sicilia oltre il 50% di casi di malasanità

    24 ott 11 In quasi 2 anni e mezzo sono stati 470 i casi di malasanità giunti all'esame della Commissione d'inchiesta sugli Errori sanitari, con una media di quasi due al giorno (1,85), di cui 329 terminati con la morte del paziente. A fare però il pienone sono Calabria, Sicilia e Lazio, che insieme totalizzano oltre la metà dei casi (239, rispettivamente 97, 91, 51) tra errori e altre criticità, con una media di 3,6 casi al giorno. Dai dati presentati dalla commissione presieduta da Leoluca Orlando (Idv), che vanno da fine aprile 2009 al 30 settembre 2011, emerge che i presunti errori sanitari sono stati 326, di cui 223 conclusisi con il decesso del paziente. La maglia nera va alla Calabria, con 82 casi di presunti errori e 67 decessi, seguita da Sicilia (57 e 39), Lazio (28 e 17) e Campania (23 e 17). Sul fronte dei presunti errori c'é da segnalare il caso positivo della Sardegna, dove in 29 mesi non ne è stato segnalato nessuno, mentre in Molise uno solo, e anche in Trentino Alto Adige, ma con la morte del paziente. Se a queste cifre si aggiungono anche le altre criticità arrivate all'esame della commissione, la maglia per la regione più virtuosa spetta al Trentino, con un solo caso, seguito da Sardegna e Molise (2), Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Marche (3) e Umbria (4). Le cosiddette regioni virtuose, con la sanità migliore in Italia, si collocano nella seconda parte della classifica, con la Toscana a 29 casi di malasanità (18 decessi), Lombardia a 28 (11 morti), Emilia Romagna 24 (16 morti) e Veneto 23 (13 morti).

    Commissione autonoma da condizionamenti. "A due anni dall'effettivo inizio della sua attività di inchiesta, possiamo tracciare un bilancio molto positivo degli effetti prodotti dalla Commissione sugli errori sanitari, che si è distinta per autonomia di azione e da condizionamenti partitici". Così il suo presidente, Leoluca Orlando, commenta gli ultimi dati presentati dalla commissione. Merito dell'organo parlamentare è, secondo Orlando, "la nascita e la crescita della consapevolezza che la tutela della salute sia un diritto per i cittadini ma anche un dovere per gli operatori sanitari, da noi invitati a rivendicare l'esigenza di essere posti nelle condizioni di operare sempre meglio". Troppo spesso casi di malpractices "potrebbero essere evitati - rileva Orlando - se gli operatori denunciassero spontaneamente anomalie e disfunzioni. Ma pratiche diffuse di selvaggio spoil system rischiano di indurre l'operatore ad essere più preoccupato di non creare problemi al manager o al politico che procede alla nomina, piuttosto che provvedere in condizioni di sicurezza per sé e per i pazienti allo svolgimento della propria attività istituzionale". Per il presidente della commissione "é indispensabile superare il clima di preoccupazioni e paure tra i professionisti della sanità ed evitare esempi controproducenti di difesa corporativa, per un corretto funzionamento del sistema". Oltre agli esempi di malpractice mediche, si registrano spesso anche casi di "mali legali, cioé di avvocati che non rispettano regole deontologiche nell'assistere i parenti delle vittime o le vittime degli errori sanitari - conclude - così come ci sono casi di mali malati, cioé pazienti che strumentalizzano eventi negativi non sempre legati a responsabilità personali o gestionali. Ci sono infine i mali assicuratori, che non sempre adempiono al loro ruolo in modo tempestivo e adeguato".

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