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    Dossier scuola: Istituti paritari crescono del 30% in Calabria

     

     

    Dossier scuola: Istituti paritari crescono del 30% in Calabria

    16 ott 11 In Calabria la scuola paritaria cresce per numero di iscritti del 12,43% (20.974 studenti contro 18.655 del 2005). Al contrario, gli studenti della statale fanno registrare un calo pari al 7,30% (312.672 alunni contro 337.280 nel 2009). E' quanto emerge da una ricerca dell'Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc) presentata nel corso del consiglio nazionale svoltosi a Reggio Calabria. Analizzando per gradi l'andamento dei due comparti (paritaria e statale) risulta emerge la variazione nella scuola dell'infanzia nelle paritarie (+ 19,51%). La scuola non statale fa riscontrare tra il 2005 e il 2009 un incremento anche nella scuola primaria (+1,60%). Nella scuola secondaria di I grado, la paritaria fa registrare un deciso calo (-17,93%,). Nella secondaria di II grado la diminuzione risulta più contenuta (- 3,73%). Nella scuola statale in Calabria si osserva un calo degli studenti in tutti e quattro i livelli scolastici (infanzia - 8,58%, primaria - 6,21%, secondaria I grado - 11,08%, nella secondaria di II grado - 5,39%). A livello provinciale, e focalizzando la scuola paritaria nella provincia di Reggio Calabria, si registra dal 2005 al 2009 un incremento del 20% (19,65%). Il numero degli iscritti, passando da 7.925 a 9.482, posiziona Reggio al primo posto nella regione, seguita da Catanzaro con 6.359 studenti. In crescita anche Cosenza (+12,03%). L'incremento maggiore di iscritti alla scuola paritaria è stato rilevato a Vibo Valentia (+24,41%). Calano, invece, Crotone (-11,12%) e Catanzaro (-4,73%). Gli alunni della scuola statale, al contrario, in linea con il dato regionale, nella provincia di Reggio calano del 7,21% passando da 93.849 a 87.078. Reggio si posiziona dopo Cosenza (109.902 alunni) e prima di Catanzaro (58.845). Seguono Crotone (29.339 alunni) e Vibo Valentia (27.508), che fa registrare anche il decremento maggiore di alunni alla statale (-8,64%) nel periodo considerato. Dalla ricerca dell'Agesc emerge inoltre che a Reggio tra il 2009 e il 2005 c'é stato un incremento nella scuola dell'infanzia del 33,04%, mentre una diminuzione si registra sia nella primaria (- 7,49%) che nella secondaria di primo grado (- 17,38%). Diversamente, la secondaria di II grado risulta in crescita (+ 2,64%). Mantenendo l'attenzione sulla sola provincia di Reggio Calabria, nella scuola statale di ogni grado i dati che emergono sono costantemente in territorio negativo. La diminuzione degli iscritti nella scuola dell'infanzia è del 9,30%, nella primaria del 5,47%, nella secondaria di I grado del 9,86%, nella secondaria di II grado del 6,32%. Il Presidente dell'Associazione Genitori Scuole Cattoliche, Mariagrazia Colombo, ha affermato che "non solo Reggio Calabria detiene il primato a livello regionale del numero degli iscritti alla scuola paritaria ma fa registrare un tasso di crescita molto significativo. Questi dati concorrono a spiegare la scelta di svolgere a Reggio il Consiglio nazionale di Agesc. La città sta, infatti, diventando un punto importante nel panorama territoriale dei nostri associati". "In uno studio condotto a livello nazionale - prosegue Colombo - dal Dipartimento di Scienze Antropologiche della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Genova, sotto la guida della Professoressa Luisa Ribolzi, risulta che in Italia, una famiglia su cinque sceglierebbe la scuola non statale se ne avesse le possibilità finanziarie. Se lo Stato incentivasse con 500 o 1.000 euro al mese la migrazione dalla scuola statale a quella paritaria, dice anche lo studio, il saldo contabile dell'intervento sarebbe positivo a favore dello Stato (da + 0,13% di risparmio sul budget dedicato alla scuola, considerando la migrazione dei soli studenti del primo anno di ogni grado, +0,54% per la migrazione degli studenti di tutti gli anni di corso). Tuttavia, credo sia il momento di superare gli stereotipi, logorati dall'uso e dal tono recriminatorio, del dibattito sulla scuola paritaria, e dare una svolta alla questione". "Risulta, infatti, ormai evidente - conclude - che la scuola paritaria implica strutturalmente il concetto di bene comune. La scelta educativa, infatti, rientra di diritto tra le facoltà di ogni famiglia e non può basarsi su criteri meramente economici, perché educazione e cultura si fondano sulla libertà".

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