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    "Non posso pagare discarica Alli", Commissario Melandri pensa a dimissioni

     

     

    Emergenza rifiuti: "Non posso pagare discarica Alli", Commissario Melandri pensa a dimissioni

    05 ott 11 Pagare la società Enertech che gestisce la discarica catanzarese di Alli e rischiare di reiterare una condotta ritenuta illecita dalla Procura della Repubblica che lo ha indagato o non pagare ed esporsi ad un'azione ingiuntiva da parte della società. Quindi, pagare o non pagare? E' il quesito per risolvere il quale il commissario per l'emergenza ambientale, Graziano Melandri, che ha prospettato l'ipotesi delle dimissioni, ha invocato l'aiuto di "qualcuno che, nell'esclusivo interesse della comunità calabrese, mi sappia suggerire la risposta giusta". Melandri, stamani, ha incontrato i giornalisti per illustrare la situazione della discarica di Alli "che continua a funzionare malgrado i dipendenti della società di gestione non vengano pagati". "La ditta - ha spiegato Melandri - riceve 50 euro dall'ufficio del Commissario per ogni tonnellata di immondizia conferita per un ammontare di circa 500 mila euro al mese. Se non pago, la ditta a sua volta non può pagare dipendenti e fornitori, l'impianto si ferma e l'immondizia resta sulle strade". Il problema, ha detto Melandri, nasce dal fatto che è stato indagato dalla Procura di Catanzaro per avere firmato degli ordini di pagamento a favore della Enertech. Denaro, è l'ipotesi dell'accusa, corrisposto nonostante i vecchi amministratori della società avessero debiti per svariati milioni di euro con il fisco. "Ciò significa - ha detto Melandri - che se riprendessi i pagamenti a favore di Enertech reitererei una condotta ritenuta illecita. Nel frattempo mi è pervenuta da parte della società una diffida a provvedere al saldo delle spettanze maturate, dal mese di marzo ad oggi, in ragione di un contratto tuttora valido. Se non provvedo mi espongo ad un'azione ingiuntiva con conseguenti ulteriori addebiti di carattere economico a carico dell'Ufficio del commissario e connesse responsabilità personali per il danno erariale prodotto. Sono in mezzo al guado". "Una via d'uscita - ha aggiunto - ce l'avrei: le dimissioni. Mi libererei dei problemi. E quella della dimissioni sta cominciando a diventare più di un'ipotesi". Secondo Melandri, che era affiancato dal suo difensore, l'avv. Giuseppe Fonte, anche la risoluzione del contratto con la Enertech non è una via percorribile. "Nei mesi scorsi - ha spiegato - avevo inviato una comunicazione alla società con una serie di problematiche da affrontare e la nuova amministrazione della società è intervenuta risolvendole. La risoluzione di un contratto non può essere un atto unilaterale del commissario, ma servono pareri legali che allo stato non ci sono".

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