Vessano e minacciano imprenditore, due arresti dei CC a Corigliano - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Vessano e minacciano imprenditore, due arresti dei CC a Corigliano

05 ott 11 Due persone sono state arrestate dai carabinieri della compagnia di Corigliano calabro, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, emessa in data 3 ott 2011 dal gip presso il tribunale di Rossano (cs) dr.ssa Letizia Benigno su richiesta del p.m. dr.ssa Maria Vallefuoco. In manette sono finiti Franecsco Antonio De Cicco, 57 anni di Corigliano, bracciante agricolo, gia' condannato in appello a 4 anni di reclusione nell'ambito della operazione "Corinan" per estorsione aggravata dal metodo mafioso e Francesco Antonio Avolio, 60 anni, imprenditore di Corigliano destinatario di arresti domiciliari. I due sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di furto aggravato e tentata estorsione in concorso. Lo scorso 3 agosto, un imprenditore 49enne del luogo, aveva sporto denuncia a carico di De Cicco per il furto in un terreno di sua proprieta' di una valvola volumetrica posta sotto un pozzetto in cemento. Lo stesso denunciante in quella circostanza aveva dichiarato ai carabinieri di aver sorpreso in flagranza il De Cicco, il quale si sarebbe poi allontanato a bordo della propria autovettura indirizzandogli minacce gestuali, mimando con le dita di una mano una pistola nel momento in cui si preme il grilletto. L'imprenditore inoltre aveva dichiarato ai carabinieri di sospettare di aver subito in passato alcuni danneggiamenti per non aver pagato una quota annua per una presunta attivita' di guardiania esercitata dal De Cicco, non riuscendo pero' a fornire confutabili elementi di riscontro a quanto ipotizzato. In conformità a quanto dichiarato il sostituto procuratore titolare delle indagini, dr.ssa Maria Vallefuoco, delegava con tempestivita' ai carabinieri le prime attivita' investigative, attraverso escussioni a sommarie informazioni e attivita' informativa. Il 04 settembre scorso, e cioè un mese dopo la denuncia di furto, l'imprenditore che aveva denunciato il furto veniva tratto in arresto dai carabinieri con l'accusa di porto abusivo d'arma da fuoco e di aver esploso due colpi di pistola, durante un litigio, senza che vi fosse stata necessita' di difendersi da un'aggressione fisica, all'indirizzo di Francesco Antonio Avolio, uno dei due arrestati. Successivi interrogatori tenuti dal p.m. titolare consentivano di accertare che il De Cicco, in alcune occasioni con l'intermediazione dell'Avolio (che aveva cercato, con frasi velatamente o esplicitamente minacciose, di convincere la vittima al pagamento) aveva tentato di costringere lo stesso, mediante minacce, furti e danneggiamenti, al versamento annuo di una quota in denaro per l'esercizio dell'attivita' di guardiania. L'imprenditore, in sede di interrogatorio di garanzia, aveva anche chiarito di aver esploso dei colpi d'arma da fuoco all'indirizzo dell'Avolio per essere stato minacciato. Proprio il fenomeno della guardiania, esplorato quale forma alternativa di controllo del territorio e sfruttamento della proprieta' altrui a vantaggio della locale criminalita' organizzata, e' stato recentemente accertato a livello processuale nel processo relativo alla operazione "Corinan", conclusosi in appello con sentenza di condanna anche del De Cicco, considerato organico al locale di ndrangheta della cosca "Carelli", alla pena di quattro anni di reclusione (pena espiata). Espletate le formalita' di rito, l'Avolio veniva accompagnato presso la propria abitazione agli arresti domiciliari, mentre il De cicco, colto da un malore contestualmente alla esecuzione dell'ordinanza, veniva ricoverato presso il locale ospedale civile per ulteriori accertamenti, in attesa di essere tradotto presso la casa di reclusione di Rossano.