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    Bomba "indirizzata" al procuratore Lombardo in parcheggio DDA Reggio

     

     

    Bomba "indirizzata" al procuratore Lombardo in parcheggio DDA di Reggio

    04 ott 11 Un ordigno rudimentale a basso potenziale con un ritaglio di giornale e la foto del pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, e' stato trovato nel parcheggio del Cedir, l'edificio che ospita gli uffici della Procura della Repubblica. Sono intervenuti gli agenti della squadra mobile e gli artificieri che hanno accertato che l'ordigno non era innescato. La prima ipotesi è che si tratti di una intimidazione. L'ordigno è quello che viene chiamato "cipolla" e non è considerato a potenziale lesivo. Secondo gli inquirenti l'intento di chi l'ha lasciato non era quello di farlo esplodere. Non ha caso, è stato rilevato, è stato lasciato in una zona dove era facilmente visibile. Sul luogo del ritrovamento dell'ordigno, i tecnici della polizia scientifica hanno fatto i rilievi per cercare elementi che conducano all'identificazione dell'autore dell'intimidazione. L'ordigno, confezionato con polvere pirica in una quantità modica, è stato trovato da un finanziere su un marciapiede del parcheggio che si trova alle spalle dell'ingresso principale dell'edificio che ospita la Procura ed il Tribunale di Reggio.

    Lombardo "Io sono al lavoro". ''Nessun commento, meno che mai ipotesi investigative da parte mia. Quello che c'era da dire lo ha già detto in maniera compiuta il Procuratore capo della Dda, dott. Giuseppe Pignatone". E' quanto ha detto il sostituto procuratore della Dda reggina Giuseppe Lombardo, dopo l'ennesimo atto di intimidazione di cui è stato vittima oggi. Il giovane magistrato è giunto comunque puntuale nel pomeriggio nel suo ufficio al sesto piano del Centro direzionale che ospita gli uffici della Procura distrettuale "per concentrarmi - ha detto - sul lavoro dei prossimi giorni". Alla sua attenzione, tra l'altro, il processo "Meta", di cui è in fase avanzata il troncone dibattimentale con il rito abbreviato, ma anche altri processi che vedono protagonisti boss e gregari delle cosche Condello, De Stefano, Libri e Tegano. L'ignoto attentatore ha legato un'immagine del magistrato ad un ordigno esplosivo del tipo "cipollone", che sprigiona una forte carica detonante senza avere però la potenza distruttiva del tritolo. Lombardo, nella foto, pare ritagliata da un quotidiano calabrese che lo mostra nel corso di una delle ultime udienze cui il magistrato ha preso parte, appare senza gli occhiali da vista, "una scelta obbligata di qualche giorno a favore delle lenti a contatto - ha detto il magistrato - poiché Matteo, il mio bambino di due anni, ne ha già distrutti un paio".

    A Lombardo furono fatte altre minacce. Il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo già in passato ha subito pesanti minacce. Il primo marzo scorzo una busta con dentro un proiettile di mitra kalashnikov indirizzata al magistrato era stata intercettata nel centro di smistamento della posta di Lamezia Terme. In precedenza Lombardo aveva già ricevuto due buste contenenti proiettili. Il 25 gennaio del 2010 si trattava di una cartuccia caricata a pallettoni ed il 17 maggio successivo, oltre al proiettile, nella missiva c'era un messaggio di minacce. Lombardo è impegnato in numerosi processi contro la 'ndrangheta e si occupa, in particolare delle cosche della citta' di Reggio. Proprio venerdì scorso, Lombardo ha chiesto 18 condanne a pene variabili dai 6 ai 28 anni nei confronti di altrettanti presunti affiliati alle cosche di Reggio imputati nel processo con rito abbreviato scaturito dall'operazione Meta. L'inchiesta Meta ha messo in luce i nuovi equilibri tra le cosche della 'ndrangheta che negli anni '80 avevano insanguinato Reggio Calabria dopo l'uccisione del boss Paolo De Stefano con l'accordo tra le cosche Condello-Imerti, da una parte, e De Stefano-Tegano-Libri, dall'altra, per spartirsi i proventi delle attività illecite, in particolare estorsioni, usura e accaparramento di appalti pubblici.

    Pignatone "Segnale di clima intimidatorio". "Ancora una volta un segnale del clima intimidatorio che si cerca di creare intorno al lavoro della Procura". Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, dopo il ritrovamento dell'ordigno nel parcheggio esterno dell'edificio che ospita gli uffici della Procura e del Tribunale di Reggio Calabria. "Per quanto ci riguarda - ha proseguito - procediamo nel nostro lavoro sulla linea tracciata. I processi vanno avanti, i giudici stanno prendendo le loro decisioni".

    Procuratore DDA Catanzaro "Fatto preoccupante": ''Sono stato informato di quanto accaduto a Reggio Calabria. Si tratta di un fatto preoccupante che rientra nel clima di intimidazione in atto da tempo a Reggio". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, circa il ritrovamento dell'ordigno esplosivo nel parcheggio del Cedir a Reggio Calabria. La Procura di Catanzaro è l'ufficio giudiziario competente ad indagare per i reati che vendono coinvolti i magistrati del distretto reggino. "Faremo del nostro meglio - ha aggiunto - per cercare di individuare gli autori di questo ennesimo episodio. Il collega Giuseppe Lombardo già in passato è stato vittima di altre minacce. Quest'ennesimo episodio dimostra che evidentemente fa bene il suo lavoro. Per fortuna questa volta l'episodio è avvenuto all'esterno del Cedir considerato che la struttura, dopo i fatti avvenuti negli anni scorsi, è molto sorvegliata". Il Procuratore di Catanzaro ha poi concluso affermando che "certamente questo episodio ci allarma moltissimo e credo che sia nel solco di intimidazioni che già in passato Lombardo ha ricevuto".

    Lunga scia di minacce: Bombe, buste con proiettili, lettere di minacce ed anche il sabotaggio di automobili di servizio. E' lunga la scia di minacce e intimidazioni subite negli ultimi due anni dai magistrati reggini e che ha visto oggi l'ultimo episodio con il ritrovamento dell'ordigno nel parcheggio del Cedir, la struttura che ospita la Procura della Repubblica. Il primo episodio risale al 2 gennaio del 2010 quando due persone a bordo di uno scooter fecero esplodere un ordigno davanti all'ingresso degli uffici della Procura generale. Il 18 maggio 2010 fu recapitata una lettera con minacce al pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo, titolare di alcune delle inchieste condotte contro la 'ndrangheta. Cinque mesi prima Lombardo aveva ricevuto una busta contenente un'altra lettera di minacce ed una cartuccia per fucile caricata a pallettoni. Il 27 maggio dell'anno scorso è stata la volta del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, al quale venne recapitata una busta con all'interno un proiettile. A giugno dello scorso anno c'é stato il sabotaggio dell'automobile di servizio del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro. Alcuni sconosciuti allentarono i bulloni di una delle ruote dell'automobile ed il mezzo, con a bordo solamente l'autista, finì fuori strada in una zona centrale di Reggio. E' stato poi preso di mira il sostituto procuratore generale di Reggio Calabria, Adriana Fimiani. Nel luglio 2010 furono svitati due bulloni dell'automobile di servizio utilizzata dal magistrato. L'episodio fu scoperto dall'autista prima che il magistrato si recasse a Locri. Sempre a luglio dello scorso anno il Procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo, fu vittima di una intimidazione. Sul parabrezza dell'auto blindata del magistrato fu trovata una cartuccia da fucile calibro 12. Ad agosto dell'anno scorso fu colpito nuovamente il procuratore generale di Reggio Calabria. La notte tra il 25 ed il 26 agosto fu fatto esplodere un ordigno davanti al portone dell'abitazione di Di Landro. Il 21 settembre successivo venne minacciato nuovamente il procuratore generale mentre si trova in ospedale per una visita a un parente. In due distinte telefonate ai carabinieri ed alla polizia un anonimo affermava di essere pronto a colpire il magistrato.

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